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L'Unione fa la forza

Preghiere a pagamento: il Vangelo secondo l’ASL e la Diocesi

Sacerdoti a pagamento negli ospedali: la controversa convenzione che costa oltre 90.000 euro all'ASL TO4

Preghiere a pagamento: il Vangelo secondo l’ASL e la Diocesi

Parroci a pagamento

Leggo sul quotidiano La Voce della delibera firmata e protocollata con tutti i crismi, che il “servizio di assistenza religiosa cattolica” nei presidi ospedalieri di Ivrea, Chivasso e presso l’Hospice di Foglizzo costerà alle casse dell’ASL TO4 la modica cifra di 91.200 euro per il biennio 2025-2027.

Già, non si parla di missionari o volontari, di parroci pronti a offrire conforto spirituale mossi da vocazione e carità cristiana. No: si tratta di un vero e proprio servizio a pagamento, regolato da convenzione, con monte ore settimanale (ben 54 ore), turni, responsabilità gerarchiche, esoneri giustificati, codice comportamentale da rispettare, e persino rimborsi mensa al prezzo previsto per i dipendenti pubblici.

Una prima sottolineatura che mi sento di fare sta nel fatto che “questo privilegio” viene riconosciuto solo alla confessione cattolica con un lauto contratto mentre tutte le altre confessioni lo offrono gratuitamente. Si sovvenzionano così dei professionisti della fede a tempo indeterminato, assunti senza alcun concorso pubblico ma solo indicati dalla Curia, cosa che in tempo di mobilità selvaggia e di precariato appare per lo meno discutibile.

Vero che è da anni che sono attive queste convenzioni tra Asl e Curia, ma forse il rimanere pervicacemente cristallizzati in una consuetudine non è indice di ragionevolezza, ma è il comportamento di chi non si accorge che mentre tutto gli cambia attorno, la società è sempre più multietnica e per chi è credente (non il sottoscritto) la società è multireligiosa.

Tutto continua e va avanti come fossimo ancora negli anni nel ‘900, non ci si domanda se quella Chiesa e la società siano ancora le stesse, se le condizioni siano o no cambiate, se i tempi e le relazioni umane non inducano a riconsiderare scelte fatte nel passato. Eppure basta guardarsi attorno e ci si accorge che i Comuni e le Regioni sono costretti a raschiare il fondo del barile per non cancellare quel poco di welfare che è rimasto, il precariato è diventato una condizione stabile come la mancanza di lavoro e la Chiesa cattolica non occupa più una posizione indiscussa fra la popolazione.

Il mio non è un gratuito anticlericalismo ma il tentativo di riflettere e far riflettere.

Ritengo che sia Stato che Regioni, insomma la politica, almeno per principio, dovrebbero riflettere e opporsi a questo sistema senza accettare supinamente le ingerenze vaticane, ma purtroppo ad ogni scadenza delle convenzioni non sono in grado di rimetterle in discussione.

Alla Chiesa cattolica non basta egemonizzare il percorso dalla culla alla bara, lo deve anche monetizzare all’insegna di una “evangelizzazione secolare” delle Istituzioni, sempre più complici nel continuo scolorimento del senso di laicitàche dovrebbe fondarle.

Per tornare da dove sono partito, la prassi negli ospedali prevede che è possibile contattare sacerdoti e ministri del proprio culto facendone richiesta al personale di reparto, ma non si specifica che invece di offrirsi tale servizio gratuito, solo il culto cattolico non si muove all’insegna della fede e della carità, ma di un ticket occulto, un optional pecuniario obbligatorio pagato da tutti i cittadini indipendentemente dalle reali necessità e dalle loro convinzioni, con un costo nelle casse della ASL di ben 91.200 euro per il biennio 2025-2027.

Nello stesso tempo vi sono diversi volontari che operano in modo gratuito anche nell’Ospedale di Ivrea e lo fanno garantendo un servizio di assistenza morale non confessionale ma molto utile.

Insomma, in base a quale norma laici o altre confessioni religiose offrono assistenza spirituale e morale gratis, mentre i cattolici lo fanno solo a pagamento? La risposta potrebbe essere che oggi negli ospedali tutto questo abbia una sua logica, peraltro perversa: in carenza di personale medico e infermieristico il rischio per il paziente aumenta ed è quindi presumibile una sempre maggior necessità di ricorrere all’estrema unzione, il rito di passaggio dei cattolici all’altro mondo.

Peccato che non tutti i degenti sono cattolici, né tutti aspirano ad un altro mondo, né tanto meno allo stesso.

Giusto per riflettere...

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