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Chivasso, la replica di Marco Riva Cambrino a Renato Cambursano

Il confronto tra visioni diverse sul passato e sul presente della politica chivassese. Riva Cambrino: “Serve rispetto per chi ha lavorato con serietà per la città”

Chivasso, la replica socialista di Marco Riva Cambrino a Renato Cambursano

Chivasso, la replica socialista di Marco Riva Cambrino a Renato Cambursano

In merito alle dichiarazioni rilasciate da Renato Cambursano su La Voce, riceviamo e pubblichiamo la replica di Marco Riva Cambrino. Il testo che segue intende proporre una diversa lettura dei fatti e delle valutazioni espresse da Cambursano, con riferimento al dibattito politico cittadino e al contributo delle amministrazioni passate.

"Le recenti dichiarazioni di Renato Cambursano su La Voce sono l’ennesima dimostrazione di come l’amarezza personale, quando non è temperata da lucidità e spirito costruttivo, finisca per trasformarsi in una caricatura della politica.

Non è più il tempo delle riflessioni, delle proposte o del confronto: è il tempo degli insulti, delle etichette, dei giudizi sprezzanti rivolti a chiunque non risponda ai suoi schemi personali. Un bollettino di guerra, il suo, lanciato da un ex parlamentare che, dopo decenni di salti tra partiti, oggi si propone come moralizzatore di una città che però – nei fatti – ha costruito senza di lui.

Ma ciò che ci sorprende maggiormente è il disprezzo con cui Cambursano liquida l’operato di chi, diversamente da lui, ha lavorato in silenzio, con serietà e responsabilità, per Chivasso. Ci riferiamo in particolare al contributo dato dalle forze socialiste durante l’amministrazione guidata da Livio Riva Cambrino, una delle stagioni amministrative più progettuali, coraggiose e coerenti che questa città abbia vissuto.

Fu in quegli anni che vennero progettate e realizzate nuove scuole, si potenziarono i servizi sociali, si sostennero le politiche per le fasce più fragili della popolazione. La cultura, lo sport e il volontariato trovarono un’amministrazione pronta ad ascoltare e a investire. Si scelse un piano regolatore che guardava avanti, capace di coniugare sviluppo e tutela del territorio, aprendo a una visione urbana moderna, europea, sostenibile.

Quella stagione fu fondata sulla politica del fare, non su quella del distruggere. Fu animata da ideali e pragmatismo, non da personalismi e rancori. Fu una politica che non aveva bisogno di insultare per farsi sentire, né di rivendicare la piazza permanente del dissenso come unica forma di esistenza pubblica. Cambursano, invece, continua a interpretare il suo ruolo come quello del sorvegliante deluso, che critica tutto e tutti, ma non costruisce nulla. Chi parla ogni giorno di “incapaci” dovrebbe almeno avere l’onestà di spiegare, in modo puntuale, dove siano queste incapacità e cosa lui avrebbe fatto di diverso – oltre a pontificare dal pulpito dell’eterno scontento.

C’è chi lascia idee, visioni, eredità politiche da coltivare. E c’è chi lascia soltanto polemiche, accuse e divisioni. Noi continueremo a lavorare, con coerenza e passione, per una città più giusta, più inclusiva, più moderna. Coerenti con la nostra storia socialista, che non rinneghiamo e che anzi rivendichiamo con orgoglio.

A Renato Cambursano, senza acrimonia ma con la fermezza che merita chi pretende di dare lezioni senza mai mettersi in discussione, rispondiamo con le parole di Bettino Craxi: “Non si discute con un ottantenne. Si prende atto.”

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