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24 Giugno 2025 - 15:26
Trappole contro la zanzara tigre ma la vasca resta piena di sfalci: scoppia il caso politico
In questi giorni d’inizio estate, la città di Borgaro Torinese si trova al centro di un tema che tocca da vicino la vita quotidiana di tutti: la gestione del verde pubblico e la lotta alla zanzara tigre.
Due aspetti legati a tematiche importanti come benessere della comunità, la salute pubblica e la qualità dell’ambiente urbano.
L’11 giugno, il Comune ha dato il via a un intervento di prevenzione importante: “Da oggi, mercoledì 11 Giugno, verranno posizionate le trappole di monitoraggio per rilevare la presenza della zanzara tigre e intervenire tempestivamente con i trattamenti”, ha annunciato il sindaco Claudio Gambino in una comunicazione ufficiale rivolta alla cittadinanza.
Un’azione accompagnata anche da un appello diretto ai cittadini: "Ricordiamo che anche i cittadini - aveva proseguito Gambino - possono fare molto: la zanzara tigre si sviluppa in piccole raccolte d’acqua stagnante, spesso presenti nei giardini, cortili e balconi privati. Evita ristagni, copri i contenitori d’acqua, tieni pulite le caditoie e svuota sottovasi e secchi dopo la pioggia. Con piccoli gesti quotidiani possiamo tutti contribuire a ridurne la diffusione e a proteggere la salute pubblica".
Tuttavia, poco più di dieci giorni dopo, il gruppo di minoranza “Uniti per Cambiare”, guidato dalla consigliera Elisa Cibrario Romanin, ha presentato un’interrogazione scritta rivolta all’assessore competente, l’ing. Giancarlo Lorenzi.
Al centro della questione c’è un recente intervento di manutenzione del verde eseguito in Piazza Vittorio Veneto, dove, secondo quanto riportato con documentazione fotografica nel documento della minoranza, la vasca centrale sarebbe rimasta piena di residui di sfalcio, in apparente contrasto con quanto previsto dal Capitolato Speciale d’Appalto.
La vasca in questione, documentata dal gruppo di minoranza, in piazza Vittorio Veneto
In particolare, la minoranza evidenzia che il capitolato impone una “manutenzione particolarmente accurata, con taglio eseguito mediante tosaerba a lama elicoidale, rifiniture manuali e raccolta immediata del materiale di risulta” e vieta esplicitamente “la dispersione dei residui nel canale centrale”.
La presenza di resti vegetali nella vasca, sottolinea l’interrogazione: “potrebbe configurare una violazione contrattuale e costituire un potenziale focolaio per la riproduzione di insetti vettori, pregiudicando così l’efficacia delle azioni preventive messe in atto dal Comune”.
Da qui, una serie di domande indirizzate all’Amministrazione: sono state accertate inadempienze da parte della ditta incaricata? Sono state applicate penali? Quando e con quali costi verrà effettuata la rimozione dei residui? E soprattutto, quali misure saranno adottate per evitare che episodi simili si ripetano?
Domande legittime che, al di là del confronto politico tra maggioranza e minoranza, toccano aspetti che interessano da vicino i cittadini: la pulizia degli spazi pubblici, il rispetto degli standard contrattuali da parte delle ditte appaltatrici, la vigilanza sull’esecuzione dei lavori e la reale efficacia delle azioni sanitarie.
In una stagione in cui le alte temperature e l’umidità favoriscono la diffusione delle zanzare, la gestione delle aree verdi e il contenimento dell’acqua stagnante non sono solo una questione di decoro urbano, ma anche di salute collettiva. La fiducia dei cittadini, in questo contesto, si costruisce anche attraverso la trasparenza delle risposte e l’efficacia delle azioni correttive.
Per ora, si attende una risposta formale dell’Amministrazione all’interrogazione, che possa fare chiarezza e rassicurare la cittadinanza.
La situazione in piazza Vittorio Veneto
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