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Lutto

Addio al Maestro, Castellamonte piange Arnaldo Pomodoro: autore dell’Arco-in-Cielo

Il celebre scultore lascia un segno indelebile a Castellamonte con l’Arco-in-Cielo, simbolo di creatività e radici condivise.

Addio al Maestro

Addio al Maestro, Castellamonte piange Arnaldo Pomodoro: autore dell’Arco-in-Cielo

Castellamonte saluta con commozione Arnaldo Pomodoro, tra i più grandi maestri della scultura contemporanea, scomparso a 98 anni nella sua casa di Milano. Nonostante la lunga vita trascorsa nel capoluogo lombardo, l’artista era profondamente legato al Canavese, e in particolare a Castellamonte, dove nel 1995 aveva donato una delle sue opere più emblematiche: l’Arco-in-Cielo, installato in piazza Martiri della Libertà. Un’opera in ceramica che da allora è diventata simbolo visivo e culturale della città.

Pomodoro era nato nel 1926 nel Montefeltro e si era formato a Pesaro. Dal 1954 viveva a Milano, dove aveva dato vita a una carriera straordinaria, fatta di opere monumentali, esposizioni internazionali e una visione dell’arte che andava ben oltre la materia. Nel 1995 fondò la sua Fondazione, un centro culturale vivo, sperimentale, dove la scultura diventava punto di partenza per progetti educativi, mostre e studi multidisciplinari.

La Fondazione Arnaldo Pomodoro, oggi guidata da Carlotta Montebello, ha confermato che il lascito del Maestro non si limiterà alle sue sculture, ma continuerà a vivere nelle attività future. Pomodoro, infatti, non immaginava la Fondazione come un mausoleo autoreferenziale, ma come un cantiere culturale destinato ai giovani e all’elaborazione collettiva. Un’idea di arte come partecipazione e scambio, non come autoreclusione nel culto del genio solitario.

A Castellamonte, il legame con Pomodoro era qualcosa di più di una semplice dedica simbolica. Il suo Arco-in-Cielo non è solo una scultura: è una “porta spalancata” verso l’alto, nata dalla collaborazione con gli artigiani della ceramica locale, eredi di una tradizione antichissima. Come lo stesso artista spiegava, l’ispirazione venne in occasione della Mostra della Ceramica: «Il terreno di Castellamonte, una volta cotto, diventa durissimo, capace di resistere al tempo e al fuoco». Da lì il progetto: un grande arco di dieci metri per cinque, modellato con gesso e trasformato poi in terracotta. Un'opera collettiva, che vide impegnati anche Roberto Perino e Silvana Neri nell’esecuzione, grazie al sostegno dell’allora sindaco Alberto Massucco e dell’assessore alla cultura Piero Scala.

Palazzo Antonelli ha voluto ricordare il Maestro con un messaggio ufficiale, ringraziandolo per aver scelto Castellamonte come luogo di una delle sue opere più iconiche. Il Comune gli aveva conferito la cittadinanza onoraria proprio in segno di questo legame profondo, fatto di arte e riconoscenza reciproca. In un tempo in cui il rapporto tra artista e comunità tende spesso a spezzarsi, quello tra Pomodoro e Castellamonte rimane un esempio virtuoso di sinergia tra cultura e territorio.

Con la sua scomparsa si chiude un capitolo importante dell’arte italiana, ma l’eredità lasciata da Pomodoro – nel Canavese come nel resto del mondo – è destinata a durare. Le sue forme scultoree, i suoi simboli, la sua volontà di dialogare con il tempo e lo spazio, continueranno a ispirare generazioni future.

foto di Maria Di Poppa

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