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Quel grido che non muore mai

L’urlo di Wilhelm, scherzo sonoro diventato leggenda del cinema

E' presente anche in Star Wars

E' presente anche in Star Wars

C’è un suono che tutti abbiamo sentito, ma quasi nessuno riesce a nominare. È un urlo stridulo, teatrale, un “ah-AH-ah!” che esplode nei momenti più drammatici delle scene d’azione: qualcuno precipita da un dirupo, viene colpito da una freccia, salta in aria con una bomba. Quel suono ha un nome, e ha fatto la storia del cinema: è l’urlo di Wilhelm.

Tutto comincia nel 1951, durante la registrazione di un film western con Gary Cooper, Tamburi lontani. Serviva un effetto sonoro per la scena in cui un soldato veniva azzannato da un alligatore. Venne scelto uno dei tanti urli incisi per l’occasione: fu archiviato come “uomo morso da un alligatore che urla”. Rimase lì, nei cataloghi della Warner Bros, come un suono tra tanti. Fino a quando, nel 1977, un giovane montatore di nome Ben Burtt decise di recuperarlo per inserirlo in Star Wars – Una nuova speranza, nella scena in cui uno stormtrooper viene colpito e cade in un precipizio.

Quel gesto diede inizio a una tradizione. I montatori del suono iniziarono a infilare l’urlo in ogni film come una sorta di firma ironica, un inside joke tra addetti ai lavori. Il nome “Wilhelm” arrivò qualche anno dopo: nel western L’indiana bianca del 1953, un soldato di nome Wilhelm viene colpito alla gamba da una freccia e grida proprio con quel suono. Da lì, il battesimo definitivo.

Col tempo, l’urlo è diventato un vero culto. Compare in centinaia di film e serie: Indiana Jones, Kill Bill, Il Signore degli Anelli, Toy Story, Reservoir Dogs, Game of Thrones. Persino nei cartoni animati come I Simpson e Rick & Morty, e nei videogiochi, da Red Dead Redemption a GTA V. Alcuni spettatori lo cercano apposta. Altri non se ne accorgono nemmeno. Ma lui è lì, nascosto tra gli spari, le fughe e i crolli, a testimoniare una complicità invisibile tra montatori, registi e pubblico attento.

Il mistero sull’autore del grido resta in parte irrisolto. Ma l’ipotesi più accreditata porta al nome di Sheb Wooley, attore e cantante celebre negli anni Cinquanta per la hit The Purple People Eater. Secondo diversi indizi d’archivio – e una testimonianza della moglie – sarebbe stato lui a dare voce al grido destinato a diventare immortale.

L’urlo di Wilhelm è oggi una leggenda del sonoro, una reliquia digitale che attraversa epoche e generi. Non è solo un suono, ma un codice, un cenno d’intesa, un piccolo tributo alla storia del cinema nascosto in piena vista. E ogni volta che qualcuno vola giù da un dirupo con quel “ah-AH-ah!”, un montatore del suono, da qualche parte, sorride.

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