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23 Giugno 2025 - 10:12
A corte con i Savoia: flan, cervi e sinfonie tra le stanze del Castello di Agliè
Lo avreste mai detto che nel cuore raffinato delle corti sabaude, tra un ricevimento e una battuta di caccia, i reali di Casa Savoia si deliziassero con un piatto che oggi consideriamo quasi banale? Eppure sì: il flan, nella sua versione più antica, era già sulle tavole regali nel 1800. Un piatto la cui storia affonda le radici nell’Antico Egitto e che, nel tempo, è diventato un simbolo della cucina piemontese. Dolce? Salato? All’epoca si faceva poca distinzione: quello che contava era la sua consistenza vellutata e il profumo intenso, capace di conquistare anche i palati più esigenti dell’aristocrazia.
È una delle tante, sorprendenti curiosità che emergono grazie alle visite guidate organizzate dal Castello di Agliè, in collaborazione con Vivere i Parchi e Morena Ovest, all’interno di una rassegna estiva che unisce arte, natura, storia e gusto. Un’esperienza immersiva che, sotto titoli evocativi come “Giardini e naturalia”, “Dipinti e animalia”, “Sapori e naturalia” e “Sinfonia e naturalia”, trasforma il classico tour culturale in un viaggio sensoriale, tra giardini, quadri, cucine storiche e melodie dal vivo.
L’ambizione? Rinnovare il modo in cui si raccontano le residenze reali. Non più solo stanze, mobili e dipinti da ammirare, ma esperienze da vivere. Le guide del castello – insieme a esperti naturalisti – illustrano, per esempio, le differenze tra il giardino all’italiana e quello all’inglese, spiegano perché nel ‘700 si preferiva piantare i tigli anziché i platani e raccontano come alcune specie animali, immortalate nei dipinti e nelle sculture della reggia, siano arrivate nel nostro territorio.
Nella Sala di Caccia, tra trofei e rappresentazioni realistiche, si scopre che molti degli animali che un tempo erano preda dei nobili, oggi sono protetti all’interno di aree naturali come il Parco Nazionale del Gran Paradiso. È qui che il passato della caccia si intreccia con la modernità della conservazione ambientale, in un racconto che fa riflettere sull’evoluzione del nostro rapporto con la fauna.
Ma a stuzzicare davvero l’interesse del pubblico sono le incursioni nella cucina reale. Gli archivi del Castello custodiscono preziosi menù redatti da cuochi d’eccellenza, i cui piatti – sorpresa – somigliano molto a quelli che oggi troviamo nei ristoranti più raffinati del Piemonte. Ingredienti semplici, valorizzati da tecniche raffinate. Ecco che un uovo in camicia, una crema di topinambur o un arrosto laccato tornano a vivere, con un gusto che ha attraversato i secoli.
L’esperimento di Agliè si presenta dunque come un modello replicabile, un laboratorio a cielo aperto per riscoprire le nostre radici culturali attraverso linguaggi nuovi. Le note del violino, inserite in alcune visite serali, accompagnano il pubblico alla scoperta del “suono della natura”: foglie che si muovono, acqua che scorre, richiami lontani di uccelli. Un dialogo tra il dentro e il fuori, tra arte e paesaggio, tra memoria e immaginazione.
Il ciclo di appuntamenti prosegue per tutta l’estate, con tappe previste il 26 luglio, il 23 agosto, il 27 settembre e il 25 ottobre. Date che promettono nuove suggestioni, tra i segreti custoditi dalle mura del castello e le meraviglie del parco.
In un momento storico in cui il turismo culturale chiede sempre più emozione, esperienzialità e autenticità, il Castello di Agliè risponde con una proposta che non è solo visita, ma racconto; non è solo storia, ma vita. E magari, chissà, alla fine del percorso, anche un assaggio di flan.
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