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Caso libri scolastici: il disagio di una Giunta di sinistra che fa gli assist ad Amazon anziché ai commercianti locali

I cartolai e i librai, quelli convenzionati col Comune e che quindi accettano dai genitori di fuori Chivasso le ordinazioni dei libri, si mettono le mani nei capelli...

Caso libri scolastici: il disagio di una Giunta di sinistra che fa gli assist ad Amazon anziché ai commercianti locali

I genitori che abitano fuori Chivasso, ma che portano i loro bimbi alla scuola primaria chivassese, sono stupiti e sconcertati dall’innovazione introdotta a sorpresa dal Comune di Chivasso, e non sanno dove sbattere la testa.

I cartolai e i librai, quelli convenzionati col Comune e che quindi accettano dai genitori di fuori Chivasso le ordinazioni dei libri, si mettono le mani nei capelli, anche se reagiscono orgogliosamente: “Prenderemo lo stesso gli ordini, non lasciamo indietro nessun cliente, poi ci faremo le nostre ragioni“.

Alcuni Comuni dei dintorni cascano dalle nuvole e rispondono di non saperne nulla e che cercheranno di rimediare. Ci hanno persino ringraziati di averli avvisati. Solo pochi ci rassicurano: siamo al corrente della novità e stiamo provvedendo o provvederemo.

Parliamo delle reazioni di genitori, esercenti e Comuni alla decisione assunta a sorpresa dal Comune di Chivasso e comunicata solo pochi giorni fa: dal prossimo anno scolastico il Comune non pagherà più i libri ai bambini della primaria che abitano in oltre trenta Comuni vicini ma che studiano nelle scuole chivassesi. I loro genitori dovranno farseli pagare dal loro Comune di residenza, o meglio farsi rilasciare le cedole da consegnare alle cartolerie (di Chivasso e del luogo di residenza) per ottenere i libri. Poi le cartolerie manderanno le fatture ai vari Comuni. Vedi il comunicato sul sito internet del Comune di Chivasso dell'11 giugno scorso.

Il comunicato è ormai scivolato parecchio in basso nell’home page, cosicché solo gli appassionati del genere letterario “comunicati del sindaco” sapranno ancora trovarlo.

Gianluca Vitale assessore all'istruzione

Una decisione comunicata troppo tardi

La decisione può essere ragionevole, anzi è conforme alla normativa nazionale e regionale. Ma il guaio è che i soggetti interessati – genitori e cartolai/librai soprattutto – l’hanno appresa solo in questi giorni. E l’hanno appresa non perché qualcuno da Palazzo Santa Chiara si è preso la briga di avvisarli con una email, un messaggio, una lettera. Niente di tutto questo. Lo hanno saputo perché qualche genitore ha letto per caso il comunicato nel sito del Comune di Chivasso, oppure l’ha sentito dire da qualche dipendente comunale di questo o quell’altro paese, e poi sono partiti il passaparola fra genitori e le telefonate preoccupate agli esercenti.

La fregatura è proprio questa: il ritardo nella comunicazione. Come abbiamo scritto, Chivasso ha pubblicato l’informazione solo l’undici giugno.

Troppo tardi per i cartolai e i librai che debbono organizzarsi mesi prima per farsi trovare pronti quando arriveranno quasi tutte insieme le ordinazioni dei libri da parte dei loro clienti. E che, di fronte al cambiamento, hanno dovuto decidere in fretta come comportarsi con i genitori residenti fuori città: o accettare gli ordini al buio e prevedendo che sarà un bel guaio e una bella fatica, oppure non accettare più gli ordini extrachivassesi per non aggiungersi lavoro, intoppi burocratici e rischio di non vedere mai più il rimborso dai Comuni o di riceverlo chissà quando e dopo aver fatto a sportellate contro le burocrazie e amministrazioni comunali.

Sì, perché finora cartolai e librai mandavano la fattura, o le fatture, per il rimborso ad un solo Comune, quello di Chivasso, mentre d’ora in poi dovranno mandarle ai diversi Comuni di provenienza dei clienti, e non sanno come questi Comuni reagiranno e cosa diranno loro di fare per recuperare i soldi spesi, ammesso che lo sappiano, considerato che troppi dei loro uffici istruzione non lo sanno ancora.

Troppo tardi anche per i genitori, che pure loro devono pensarci per tempo: se ne stavano sereni nella certezza che la distribuzione dei libri sarebbe continuata come negli anni precedenti, e all’improvviso, hanno dovuto ansiosamente telefonare a cartolai e librai per chiedere cosa avrebbero dovuto fare. Sentendosi naturalmente rispondere, in prima battuta, che nemmeno loro, cartolai e librai, al momento lo sapevano ancora.

Troppo tardi anche per i Comuni – sono almeno trenta – di provenienza dei bambini. Finora non si erano dovuti preoccupare di censire i bimbi che vanno a scuola a Chivasso. Non ne avevano necessità. Ora dovranno mettersi a cercare questi bambini e informare i loro genitori. Ma soprattutto dovranno organizzarsi: finora ricevevano la fattura di rimborso dal Comune di Chivasso, e bastava pagarla. Ora dovranno aggiornarsi, cioè emettere le cedole, non cartacee, ma digitali: perché il Comune di Chivasso dai cartolai e librai accetta solo cedole digitali. E per qualche piccolo Comune non sarà né facile né veloce adeguare i loro sistemi informatici all’innovazione.

Il mistero della pec del 12 marzo

A proposito dei Comuni, c’è un giallo da chiarire. Nel comunicato dell’undici giugno Chivasso sostiene di avere mandato il 12 marzo ai trenta Comuni una email pec per informarli. La maggior parte dei Comuni contattati ci risponde: “Quale pec? Magari adesso la cerchiamo…”. Dunque, il Comune di Chivasso ha veramente mandato le 30 pec ai trenta Comuni? Non dubitiamo che l’abbia fatto. Ma hanno domandato un riscontro ai destinatari? Hanno chiesto loro di rispondere almeno: “Abbiamo capito e provvederemo”? Oppure siccome la pec fa da ricevuta hanno pensato: noi la pec gliel’abbiamo spedita, se non la leggono saranno cavoli loro.

Un favore involontario ad Amazon?

Ci sono anche aspetti tragicomici nella faccenda. Fra i genitori qualcuno ha cominciato a suggerire che è meglio far da sé e comprare i libri da Amazon. Certo, come no? E chi non può permettersi di comprare i libri da Amazon e conta su quelli gratuiti dei Comuni? Se i genitori extrachivassesi finiranno per comprare i libri on line, col suo ritardo di comunicazione il Comune di Chivasso avrà ottenuto due bei risultati “di sinistra”: danneggiare chi ha meno soldi, e favorire Amazon e gli altri venditori on line, cioè coloro che distruggono non solo cartolerie e librerie, ma tutto il commercio locale.

Il comunicato dell’assessore all’istruzione

Bisogna riconoscere che, con il suo comunicato, l’assessore all’istruzione ha dato prova di trasparenza, merce diventata rara in questa amministrazione. Ha spiegato dettagliatamente le ragioni della innovazione. Che sono, in breve, quelle di liberare il Comune dal carico di lavoro e di spese che finora si è ingiustamente sobbarcato, e che invece spetta agli altri Comuni: “acquisire gli elenchi degli alunni non residenti ma frequentanti gli istituti scolastici chivassesi e verificare, in maniera non sempre agevole, l’effettiva residenza degli stessi unitamente all’accertamento della validità della cedola emessa da altri Enti; contabilizzare le cedole emesse dai vari librai per tutti gli alunni non residenti, distintamente per ogni Comune (oltre 30) e per ogni libraio; accertare la somma dovuta a rimborso da parte di ogni singolo Comune e richiederla secondo le varie competenze; sollecitare i mancati versamenti da parte dei Comuni in questione”. Il tutto moltiplicato per oltre 30 Comuni “con notevole sottrazione di tempo e risorse da parte del Servizio Istruzione”. Occorre poi sottolineare che “la spesa è stata anticipata dal Comune di Chivasso per gli altri Comuni con proprie risorse, a fronte di rimborsi che, a volte, avvengono solo dopo anni, e dopo solleciti”.

Tutto ragionevole. A condizione che non si fosse aspettato l’undici giugno per farlo sapere.

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