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20 Giugno 2025 - 17:44
Dormire bene è il primo atto d’amore verso sé stessi
Svegliarsi già esausti è un’esperienza comune a moltissime persone. Eppure, la stanchezza al risveglio non è soltanto una fastidiosa sensazione passeggera: è il segnale che il corpo non ha avuto il tempo né le condizioni per rigenerarsi davvero. Dietro quella spossatezza che accompagna le prime ore del mattino si nasconde spesso un insieme di abitudini errate, condizioni e ambientali sfavorevoli. Tra le cause principali c’è una scarsa igiene del sonno. Dormire meno delle 7-9 ore consigliate, andare a letto e svegliarsi a orari sempre diversi o restare esposti alla luce blu di smartphone e tablet fino all’ultimo minuto prima di chiudere gli occhi sono comportamenti che alterano il ritmo circadiano. La luce blu, in particolare, riduce la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno, ritardando l’addormentamento e compromettendo le fasi profonde del riposo.
Anche l’ambiente in cui si dorme conta. Una camera troppo calda o troppo fredda, illuminata da luci artificiali o disturbata da rumori continui, è nemica del sonno rigenerante. Investire in un materasso adeguato, eliminare le fonti di luce, ridurre al minimo le interferenze sonore e mantenere una temperatura stabile attorno ai 18-20 °C può fare una differenza enorme. Spesso si trascurano questi aspetti perché sembrano banali, ma la loro influenza è determinante.
Un altro fattore da non sottovalutare è l’alimentazione serale. Pasti troppo abbondanti, ricchi di zuccheri, grassi o spezie, rallentano la digestione, aumentando il rischio di reflusso e acidità. Meglio optare per cene leggere, magari a base di verdure cotte, cereali integrali o una porzione di pesce magro. Altrettanto importanti sono i tempi: l’ideale è mangiare almeno due o tre ore prima di coricarsi. Evitare la caffeina e l’alcol è altrettanto essenziale. La prima può rimanere attiva nell’organismo fino a sei ore; il secondo, sebbene favorisca l’addormentamento iniziale, frammenta il sonno e ne compromette la qualità.
La mancanza di attività fisica o, al contrario, l’eccessivo sforzo serale, può incidere sul riposo notturno. Praticare sport è salutare e utile per migliorare il sonno, ma l’orario è cruciale: fare esercizio intenso a ridosso dell’ora di andare a letto aumenta i livelli di adrenalina e la temperatura corporea, ostacolando il rilassamento. Anche una semplice camminata quotidiana di 30 minuti, svolta nel pomeriggio, può aiutare a riequilibrare i cicli fisiologici.
Disturbi del sonno clinicamente rilevanti come le apnee ostruttive, che causano interruzioni involontarie della respirazione durante la notte, possono manifestarsi con sintomi subdoli: mal di testa mattutino, sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione. Altre patologie come la sindrome delle gambe senza riposo provocano movimenti incontrollabili e sensazioni spiacevoli agli arti inferiori, specialmente di sera, rendendo il sonno frammentato e poco efficace. Un ruolo sorprendente può averlo anche la pulizia del letto. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che esporre regolarmente i cuscini alla luce solare diretta, almeno una volta a settimana, può ridurre significativamente la presenza di acari, batteri e muffe. I raggi UV-C naturali possiedono proprietà germicide: migliorano la salubrità dell’ambiente e, di riflesso, la qualità del sonno. Una pratica semplice, antica e gratuita che può migliorare il benessere quotidiano.
Ritrovare l’energia al risveglio non è un traguardo irraggiungibile. Serve un cambio di prospettiva: imparare ad ascoltare il proprio corpo, rispettarne i ritmi, curare i piccoli gesti e ,se necessario, chiedere aiuto a uno specialista. Perché dormire bene non è un lusso, ma una necessità biologica.
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