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Scarano all’attacco: “Giunta improvvisata, confronto mai voluto”. Cafasse parte nel caos

Il sindaco Oddi presenta la nuova squadra tra volti nuovi e nessuna esperienza amministrativa. L’opposizione affonda subito il colpo: “Clima teso, elettori ignorati, dibattito azzerato”. Sara Robboni nuova capogruppo: “Servono competenze, non improvvisazione”.

 Scarano all’attacco: “Giunta improvvisata, confronto mai voluto”. Cafasse parte nel caos

Rinaldo Scarano

Parte col piede pesante il nuovo corso amministrativo a Cafasse, e non solo per l’annuncio ufficiale della nuova Giunta. A rendere particolarmente tesa la prima seduta del Consiglio comunale sono state le parole dell’opposizione, che ha scelto di non restare in silenzio davanti alle urne appena archiviate. Il clima, come si dice in questi casi, non è dei più distesi. E non sembrano esserci segnali che lo diventerà presto.

Il sindaco Carlo Oddi, riconfermato alla guida del Comune, ha aperto i lavori istituzionali con la presentazione della nuova squadra. La carica di vicesindaco è stata affidata a Valentina Tibaldi, mentre gli assessorati sono stati distribuiti tra Ezio Fornelli, Luisella Laganà e Marco Gili. Un gruppo di volti nuovi, su cui pesano però alcune riserve già emerse in aula. Marco Apruzzese, consigliere comunale di lungo corso ed ex vicesindaco, sarà invece il capogruppo della maggioranza e curerà anche la delicata partita del Bilancio. Attorno a lui si muoveranno Rossana Pasquali, Igor Livolsi e Fabio Pagnoncelli, tutti con incarichi specifici a supporto delle deleghe assessorili, dall’istruzione alla sicurezza, dalle attività produttive allo sport.

Luisella Laganà

 Luisella Laganà

Fin qui, la parte formale. Ma appena terminati gli annunci istituzionali, il Consiglio comunale ha assunto toni da resa dei conti. L’intervento del consigliere di minoranza Rinaldo Scarano, già candidato sindaco della lista “Costruiamo il Futuro”, ha fatto emergere un sottobosco di tensioni che secondo lui avrebbero segnato l’intera campagna elettorale.

In aula, Scarano ha sollevato interrogativi precisi sulla qualità del dibattito pre-elettorale, definito povero e condizionato da un clima tutt’altro che sereno. Pressioni, insinuazioni, attacchi personali – questa l’atmosfera raccontata dalla minoranza – con effetti diretti anche sull’affluenza alle urne, che si è fermata a un 50 per cento giudicato preoccupante.

Ma i rilievi non si sono fermati al clima. Scarano ha parlato di una mancanza di confronto democratico, denunciando la scelta del sindaco uscente di non accettare un dibattito pubblico con gli altri candidati. Un’occasione, secondo l’opposizione, che avrebbe potuto riaccendere l’attenzione dei cittadini e rendere più trasparente la competizione. Invece, ha detto in sostanza Scarano, ci si è limitati a una corsa al consenso condotta più sul terreno personale che su quello delle idee.

Particolarmente significativo il passaggio in cui l’ex candidato ha messo in discussione la legittimità politica dell’attuale maggioranza. Non tanto sul piano legale, quanto su quello della rappresentanza reale: la lista “Costruiamo il Futuro” rivendica infatti il fatto che il consigliere più votato siede all’opposizione e che i primi tre candidati della lista sconfitta abbiano ottenuto più preferenze dei primi tre eletti della maggioranza. Un dato che – nella loro lettura – evidenzia un radicamento territoriale solido, anche se non premiato dal sistema elettorale.

Scarano ha poi alzato il tiro su quella che ha definito una campagna elettorale delegata a persone esterne all’amministrazione, figure che avrebbero giocato un ruolo decisivo nella comunicazione e nella costruzione del consenso, pur non essendo oggi presenti in Consiglio. Una frattura, a suo dire, tra rappresentanza reale e istituzionale, che rischierebbe di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Il messaggio dell’opposizione è stato chiaro: non si farà da parte. Nessuna tentazione di disimpegno o di sconfitta. Al contrario, la lista “Costruiamo il Futuro” intende essere presente, vigile e propositiva, con l’obiettivo di rappresentare quella parte di Cafasse che, a loro dire, oggi si sente esclusa o non ascoltata. Una dichiarazione di intenti che si è concretizzata anche nella nomina della nuova capogruppo: Sara Robboni, indicata da Scarano come figura di equilibrio e determinazione, guiderà il gruppo di minoranza per tutta la legislatura.

E proprio Robboni ha subito preso parola per entrare nel merito delle scelte amministrative. A preoccupare, da parte sua, non è solo il metodo, ma anche il merito: la nuova Giunta, secondo la capogruppo, è del tutto priva di esperienza amministrativa pregressa. Un elemento, ha fatto notare, tutt’altro che secondario quando si tratta di gestire una macchina comunale fatta di bilanci, regolamenti e procedure complesse. L’esclusione di Apruzzese – già vicesindaco e tra i più votati della maggioranza – è stata giudicata non solo poco lungimirante, ma anche poco rispettosa del mandato elettorale ricevuto da quest’ultimo. Competenza ed entusiasmo devono viaggiare insieme, ha osservato Robboni, e non a discapito l’uno dell’altro. Un’amministrazione inesperta, ha avvertito, rischia di inciampare proprio lì dove servono lucidità e conoscenza della macchina pubblica.

La seduta si è conclusa con un momento di congedo sentito, rivolto alla dottoressa Margherita Lapaglia, segretaria comunale per lunghi anni, andata in pensione da pochi mesi. Un ringraziamento è stato rivolto anche alla commissaria prefettizia Raffaella Attianese, che ha guidato il Comune nell’ultimo anno prima delle elezioni. “Un lavoro prezioso, silenzioso e fondamentale per la continuità amministrativa”, ha sottolineato il sindaco.

Resta il fatto che, tra annunci e repliche, questa prima seduta ha restituito un’immagine nitida del nuovo scenario politico cafassese: una maggioranza che parte con un assetto nuovo e inesperto, e un’opposizione già ben organizzata, pronta a giocare tutte le sue carte. Lo scontro non è solo sul “chi governa”, ma soprattutto sul “come”. E se il buongiorno si vede dal mattino, a Cafasse sarà una legislatura tutt’altro che sonnacchiosa.

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