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Si tira giù i pantaloni e fa la cacca in centro a Ivrea

Mezz’ora di caos tra bar e portoni: urla, richieste assurde e l’intervento dei carabinieri

Si tira giù i pantaloni e fa la cacca in un androne del centro

È bastata una mezz’ora, mercoledì pomeriggio, per trasformare il centro di Ivrea in qualcosa a metà tra il set di un film e un’emergenza sanitaria. Protagonista della performance: un uomo – descritto da tutti come un soggetto in evidente stato di confusione – che ha pensato bene di girare tra i bar della città chiedendo birre, gelati e soldi. Il tutto condito da urla,  porte che sbattevano e momenti degni di una candid camera, se solo non fosse stato tutto tremendamente reale.

“Entrava, voleva birre, poi gelati, poi ancora birre. Poi ha iniziato a chiedere soldi. Era agitato, parlava da solo, non stava fermo un secondo”, racconta una barista. 

Alcuni commercianti parlano di passanti infastiditi, richieste sempre più insistenti e un crescendo che ha portato dritti al gran finale: un androne trasformato in toilette pubblica, e nemmeno delle migliori.

Si è calato i pantaloni e ha fatto la cacca lì.

Una scena immortalata da un passante con il telefono in mano e il disgusto in faccia. Difficile dare torto a chi, davanti a tutto questo, ha dovuto pure chiamare qualcuno per ripulire.

“Io non sapevo se ridere, piangere o chiamare la NASA per farlo portare via”, confessa un’altra barista.

“È stata una scena surreale. Non ci credi finché non la vedi.”

in una via del centro

I commercianti hanno subito chiamato la Polizia Municipale, ma, a volte, come cantava Adriano Celentano, è inutile suonare lì…. Sul posto sono arrivati i Carabinieri, che già il giorno prima erano dovuti intervenire per una scena diversa ma non meno rumorosa: madre e figlia a litigare furiosamente, con urla e parole grosse. 

“Un’altra scena da film - racconta un commerciante - con gente che si ferma, qualcuno che prova a separarli, altri che filmano. Il solito spettacolo.”

Per chi lavora e vive in centro, questi episodi ormai non fanno nemmeno più notizia. Fanno rabbia, piuttosto.

“Non vogliamo criminalizzare nessuno, ma qui sta diventando impossibile. Ogni giorno succede qualcosa. E chi ci tutela?”, sbotta la titolare di un bar che preferisce non vedere il suo nome su un giornale. 

“Ivrea è piena di turisti. Possiamo farci trovare così? A tremare ogni volta che entra qualcuno, a sperare che non voglia fare pipì sotto il bancone? Il sindaco si convinca: i vigili devono stare in giro. Tutto il giorno. Non solo per fare le multe.”

Com’è finita? Che sono arrivati i vigili e pure il sindaco e, insieme ai carabinieri, l’uomo è stato portato all’ospedale di Ivrea. “Ripulito” nel vero senza della parola è stato visitato in psichiatria, infine riportato a casa a Ciriè.

“Non mi stancherò mai di ripeterlo - commenta, appresa la notizia, il consigliere comunale Massimiliano De Stefano -  E’ fondamentale intensificare la videosorveglianza e migliorare l’illuminazione nei nostri spazi urbani. E’ necessario un bando per l’assunzione di due vigili di prossimità. Queste richieste sono supportate dalle 2000 firme raccolte dai commercianti…”.

E aggiunge: “Chi sostiene di voler contrastare il disagio e il degrado con un progetto in campo sociale ci spieghi in che cosa consiste perchè ad oggi non si è capito...”.

Il caldo dà alla testa

Pare che il caldo tiri fuori il peggio. E che a Ivrea, mercoledì pomeriggio, sia venuto giù non solo il termometro, ma pure i pantaloni. La notizia è semplice, brutale, cruda: un uomo – che probabilmente non sta bene, ma intanto gira indisturbato – ha pensato bene di fare la cacca in un androne del centro storico. Pieno giorno, gente attorno, bar aperti. Nessuna vergogna, nessun freno. Solo una necessità, un gesto, un tanfo. E tutto il resto.

Ma chiariamoci: non è una notizia da prima pagina. È una notizietta, una robetta...

Perché quella cacca, se ci pensiamo, è il simbolo perfetto del nostro tempo urbano: c’è chi fa i suoi bisogni per strada, chi li ignora, chi li fotografa, chi chiama i carabinieri, chi scrive su Facebook “non ne possiamo più”, e poi tutto torna come prima. Solo con un po’ più di caldo. E un po’ più di puzza.

Il caldo, già. Dicono che a una certa soglia il caldo "dà alla testa", e forse non solo a chi defeca in un portone. Dà alla testa anche a chi urla per strada, come la madre e la figlia del giorno prima. Dà alla testa ai commercianti che chiamano i vigili e non ottengono risposta e allora urlano, raccontano, si divertono con i clienti, puntando il dito sulle Istituzioni. Dà alla testa a chi dovrebbe garantire ordine e declassa il fatto a "fatterello". Dà alla testa anche a noi giornalisti che, di fronte alla scena, ci chiediamo se stiamo scrivendo una cronaca o una barzelletta.

Ma il punto, forse, è un altro. È che quella cacca è rimasta lì, per un po’. Non solo per le temperature, ma per abitudine. Perché ci stiamo abituando. Al degrado. All’incuria. All’idea che non ci sia un limite, nemmeno biologico, nemmeno morale. Che tutto sia tollerabile, spiegabile, normalizzabile. Basta dire: “poverino”, oppure “eh ma Ivrea è così”, oppure “dove sono le forze dell’ordine?”. E poi si torna a parlare di ZTL, di dehors, di pums, di peba, di loghi, di buche ...

Il caldo continuerà. L’estate è appena cominciata. E con essa anche i deliri, le urla, le sbronze, i gesti fuori luogo. E ci saranno altri ubriachi, altri maranza, altri fatti di cronaca da raccontare. Ma una città che si rispetti – una città viva, vera, civile – non dovrebbe mai arrivare al punto di chiedersi se oggi toccherà al figlio prenderle da una comitiva, o raccontare di una cacca che no, non poteva essere di un cane.

E se succede, non è (solo) colpa del caldo. È che qualcuno ha tirato giù i pantaloni. E il sindaco, i cittadini, tutti noi, nel frattempo, abbiamo abbassato la testa.

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Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    20 Giugno 2025 - 21:21

    Offrire un servizio igienico che dovrebbe essere il minimo per le attività commerciali in centro storico no eh? Cari commercianti Eporediesi ma dov'è finita la gentilezza e disponibilità e accoglienza? L'educazione è sempre a due sensi. Strano comunque che a Carnevale è consentito di tutto ma durante il resto dell'anno ci si scandalizza in situazioni del genere.

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