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Sindaca sull'altalena. Un post al giorno "leva" i rompiscatole di torno...

Mentre cittadini lamentano blackout, topi e degrado, la prima cittadina Elena Piastra celebra su Facebook ogni dondolo installato come fosse un evento epocale. Tra scacchiere per i nonni e collaudi eseguiti dai bambini, l’amministrazione si trasforma in una sitcom municipale a episodi quotidiani

Sindaca sull'altalena. Un post al giorno "leva" i rompiscatole di torno...

Elena Piastra

C’è chi sogna una città senza topi nelle isole ecologiche. Chi prega ogni sera che la luce non salti. Chi posta su Facebook erba alta che ormai arriva al petto, chiedendosi se la foresta amazzonica abbia aperto una filiale in città.

C'è chi si preoccupa dei bambini "allo spiedo" che in questi giorni di afa e caldo si ritrovano a frequentare centri estivi in edifici  senza condizionatori. C'è chi si lamenta dei maranza e chi dei fuochi d'artificio sparati un po' ovunque dai ragazzini. E c'è chi, sulle dissestate strade di Settimo ci ha già rimesso più di un copertone. 

E poi c’è lei. Elena Piastra. La sindaca che, impermeabile al ronzio di fondo, ai disagi quotidiani, alle frustrazioni diffuse, da sei anni ha una missione chiara, incrollabile, scolpita nel marmo della comunicazione 2.0: raccontare su Facebook ogni vite avvitata, ogni dondolo oliato, ogni piastrella sistemata, ogni finestra rimessa a bolla.

 

Altro che viabilità,  sicurezza urbana, decoro ...: il vero banco di prova della tenuta amministrativa settimese è la scacchiera del parco Pertini.

Una narrazione epica, degna di Omero. Solo che, invece dell’assedio di Troia, qui c’è la cronaca del collaudo del giardino di via Montesilvano.

“Completamente rinnovato e collaudato dai piccoli presenti”, scrive trionfante Piastra. Immaginiamo bambini in giacca e cravatta, con badge al collo, intenti a firmare verbali tecnici e schede di conformità. Mini-commissari col sorriso, pronti a verificare l’angolo di inclinazione dello scivolo e la risposta elastica del dondolo inclusivo.

Ma questa, attenzione, è solo l’ultima puntata del grande racconto seriale. Perché la stagione è lunga e le location sono tante: via Gioberti, nuovo scivolo; parco Pertini, scacchiera per nonni; Villaggio Olimpia, altalene nuove fiammanti; via Colle dell’Assietta, altra altalena (per non fare torto a nessuno).

E ancora: canestro ai Mezzi Po, porte ridotte al parco Berlinguer – le stavamo aspettando da mesi, con la stessa trepidazione con cui si attende una TAC urgente in una qualunque ASL piemontese.

E poi ci sono i tappetini antitrauma, le pavimentazioni colorate, le panchine verniciate in tonalità ispirate al Pantone dell’anno. Tutto documentato con toni solenni, da diretta Rai per la Festa della Repubblica. Manca solo il picchetto d’onore al taglio del nastro dell’altalena.

A Settimo Torinese non ci sono zone franche: ogni zolla d’erba rasata diventa una conquista civile. Ogni bullone serrato, una manovra strategica. Ogni altalena, una dichiarazione di intenti. E la narrazione si fa perfino profetica: “Nei prossimi anni sono pianificati alcuni parchi gioco e giardini nei quali non siamo ancora arrivati”. Un vero Piano Marshall della micro-manutenzione, altro che Next Generation EU.

E la domanda – sia chiaro – non è retorica: è normale che una sindaca di una città di 45 mila abitanti trasformi ogni piccolo intervento in una breaking news da Skynews24?

Quanti altri sindaci di città più popolose, più curate, più dotate, si sentono in dovere di fare il live blogging della sostituzione delle reti delle porte da calcio?

Davvero si ritiene che il governo del territorio consista nel documentare, con entusiasmo adolescenziale, il posizionamento della nuova scacchiera davanti al laghetto? Qual è il senso di questa sitcom municipale, dove ogni episodio prevede una nuova altalena, un selfie, un ringraziamento all’assessore Raso, e un cenno all’insostituibile società Patrimonio?

Lo stile “televisivo” ha invaso anche i cantieri. Ed ecco, sempre sul profilo della sindaca, le immagini della scuola nuova di via Fantina, in modalità Grande Fratello Educativo. Due gite già effettuate con bambini-visitatore, altre in programma.

“Controlli di qualità fondamentali da parte di chi crescerà in questi spazi”, scrive Piastra. A breve li vedremo con tablet e cappellino, a ispezionare i lavabi dei bagni.

In totale già una decina di sopralluoghi documentati: dalla colata del calcestruzzo, all'arrivo delle tegole del tetto. Scommettiamo che a breve ci sarà un post anche per l’arrivo degli armadietti, con plauso alle cerniere scelte e un video emozionale sullo svitamento simbolico della prima vite?

Benvenuti a Settimo Torinese. Altrove, una simile ossessione di un sindaco per l’ordinario scatenerebbe ironia, se non indignazione. Qui no. Qui, si alza il sopracciglio, si sospira. E si mette un like, magari. Perché – lo sappiamo – il vero problema è un altro: una forma avanzata di rimbambimento collettivo. Una resa alla logica della comunicazione anestetizzante. Un’amministrazione che ha scoperto che per evitare le domande scomode basta pubblicare una foto di un’altalena nuova e scrivere: “Insieme, costruiamo il futuro”.

E così, mentre la città arranca su temi veri, mentre si attende un dibattito sui tubi e sull'illuminazione, sul centro storico con le saracinesche abbassate, sull’ambiente, sull’economia locale, il cittadino che si azzarda a chiedere perché l'Imu è aumentata si becca una foto di una panchina rifatta o di un nonno e un nipotino che giocano a dama.

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Un post al giorno. Un like per coprire un disservizio. Un cuoricino per chiudere la bocca ai critici. È il vero storytelling del potere. E qui, a Settimo, ne abbiamo una regista instancabile.

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