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“I pipistrelli disturbano il rock”: stop al Sonic Park. Ma la natura chiede rispetto

LIPU, Pro Natura e Stazione Teriologica attaccano il sindaco di Nichelino e gli organizzatori: “Non è solo questione di pipistrelli, ma di un ecosistema fragile. La musica? Si faccia altrove”

“I pipistrelli disturbano il rock”: stop al Sonic Park. Ma la natura chiede rispetto

“I pipistrelli disturbano il rock”: stop al Sonic Park. Ma la natura chiede rispetto

È scontro aperto tra ambientalisti e istituzioni sul destino dello Stupinigi Sonic Park, il festival musicale che da anni anima le estati nella zona del Castello di Stupinigi. A far discutere, stavolta, è la decisione di non autorizzare l’edizione 2025 dell’evento. Decisione che, secondo il sindaco di Nichelino, Giampietro Tolardo, sarebbe riconducibile a ragioni legate alla tutela dei pipistrelli presenti nell’edificio storico di Castelvecchio.

Ma le associazioni ambientaliste rispondono punto per punto, con un comunicato congiunto firmato da LIPU, Pro Natura e Stazione Teriologica Piemontese, smontando le dichiarazioni istituzionali e rilanciando il tema della salvaguardia ambientale a tutto tondo. Secondo i firmatari, infatti, non è solo una questione di pipistrelli, ma di un ecosistema delicato, in uno degli ultimi angoli di pianura piemontese ad alto valore conservazionistico. Non si tratta dunque – dicono – di proteggere una colonia “sentimentale” di chirotteri, che peraltro potrebbe aver già abbandonato il sito in passato, ma di preservare condizioni vitali per numerose specie che richiedono tranquillità, oscurità notturna, alberi vetusti con cavità-rifugio.

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La critica si allarga poi agli stessi organizzatori del festival. Altro che sostenibilità, accusano gli ambientalisti: Stupinigi Sonic Park ha ricevuto sanzioni ufficiali per violazione delle prescrizioni ambientali e non può essere preso a modello di evento “green”. Il riferimento è a una determinazione dirigenziale della Regione Piemonte (D.D. 613/A1103A/2023) che smentirebbe le dichiarazioni rassicuranti di Tolardo.

Colpito anche l’apparato mediatico che accompagna questi eventi: da anni, spiegano gli ambientalisti, si tenta di raccontare una narrazione edulcorata della convivenza tra fauna e decibel, tra alberi e light show. Ma la realtà, secondo loro, è che si sta legittimando una forma di intrattenimento predatorio, che si traveste da “riconnessione con la natura” per vendere biglietti e alcolici nei boschi, spesso nei periodi più delicati dal punto di vista biologico.

Emblematica, in questo senso, è anche la situazione della cosiddetta area naturalistica Pianezze, nel Comune di Vialfrè, nel cuore della Zona Speciale di Conservazione Scarmagno – Torre Canavese. Qui, alberi di alto valore ecologico – con cavità che ospitano uccelli, pipistrelli e coleotteri protetti – rischiano di essere abbattuti o trasformati in “totem” decorativi, per fare spazio a concerti, raduni di balli popolari e altri eventi di massa. Eppure, ricordano le associazioni, il Piano di Gestione approvato dalla Regione Piemonte prevede per quest’area una fruizione compatibile con obiettivi di educazione ecologica, non certo manifestazioni che attirano migliaia di persone.

Per questo, gli ambientalisti lanciano un appello diretto alla Città Metropolitana di Torino, ente gestore del sito, affinché ritiri l’autorizzazione all’intervento previsto a Pianezze e riaffermi una linea di gestione coerente con le finalità di conservazione.

“Apprezziamo la musica e la danza, ma nelle sedi adatte”, è la chiosa secca del comunicato. Tradotto: no a rave e festival nei boschi. L’intrattenimento culturale deve trovare spazi compatibili con la tutela della biodiversità, e non aggredire le poche aree residue dove ancora la natura riesce a sopravvivere.

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