AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
12 Giugno 2025 - 15:57
Sanità, l’appello di un 75enne: “Salvate l’Urologia dell’ospedale di Chivasso”
Una testimonianza personale. Uno spaccato doloroso ma reale. Una voce che rischia di perdersi nel silenzio assordante della burocrazia sanitaria.
Questa lettera – firmata – è un appello accorato per salvare il reparto di Urologia dell’ospedale di Chivasso, oggi ridotto ai minimi termini. E con esso, la dignità di chi ha bisogno di cure continue e non può permettersi di essere dimenticato.
Alla Direzione dell’ASL TO 4
Questo è un appello per salvare ciò che resta dell’Urologia di Chivasso. Un appello urgente: temo che non ci sia più molto tempo. L’ASLTO4 deve intervenire con decisione se intende scongiurare la scomparsa di Urologia a Chivasso, compresi i servizi ambulatoriali.
Al riguardo porto ad esempio la mia situazione personale, peraltro comune ad altri anziani che incontro nella sala d’aspetto dell’ambulatorio di Urologia.
Ho 75 anni, sono cateterizzato da oltre tre anni, con la previsione di rimanere tale a vita. Il catetere, ma più probabilmente le cattive condizioni generali del mio apparato, sofferente da molti anni, mi arrecano dolori all’addome spesso molto forti.
Per conseguenza, per me è fatica e dolore anche solo raggiungere dalla mia abitazione chivassese l’ospedale di Chivasso per la mensile sostituzione del catetere.
È appena il caso di dire che mi faccio trasportare da conoscenti, ma più spesso da un automezzo della Croce Rossa di Chivasso: un servizio che funziona perfettamente, e che è condotto da personale di grande gentilezza e comprensione.
Nel 2010 sono stato con successo trattato con radioterapia per un adenocarcinoma alla prostata. Ho subito altri interventi al medesimo organo. Come molti anziani, ho altre patologie. Per non dilungarmi, ne indico solo una: nel 2003 sono stato sottoposto ad un intervento di valvuloplastica per le cattive condizioni del cuore. L’intervento è stato eseguito con ottimi risultati, ma ora, a distanza di oltre venti anni, si stanno manifestando i sintomi di nuovi guai cardiocircolatori.
Ora, quando, in sala d’aspetto dell’ambulatorio di Urologia, attendo il mio turno per la sostituzione del catetere, ascolto la conversazione degli altri anziani: è comune la preoccupazione che prima o poi anche il servizio di sostituzione periodica del catetere venga trasferito altrove.
Presumibilmente a Ciriè: quell’ospedale sta gradualmente assorbendo l’Urologia di Chivasso, ormai ridotta – se interpreto bene i termini che compaiono nei referti – a Struttura semplice subordinata alla Struttura complessa che fa capo a Ciriè.
La Struttura semplice di Chivasso per ora sopravvive a fatica grazie all’abnegazione degli operatori: tutti, il responsabile della struttura, gli altri medici, e gli altri operatori. Ma fino a quando sopravvivrà?
Il prossimo pensionamento dell’attuale responsabile, non fa presagire nulla di buono.
Andare a Ciriè per una sostituzione di catetere può apparire una faccenda di poco conto: invece sarebbe una faccenda di gran conto per anziani cateterizzati e sofferenti di altre patologie, che si trovano nella mia condizione.
So bene che ci sono persone che tollerano bene il catetere e riescono a vivere in modo quasi normale. Altri no, e sfortunatamente appartengo alla seconda categoria.
Non ho dati certi, ma temo che altri reparti e ambulatori dell’ospedale stiano subendo lo stesso graduale depauperamento di Urologia.
Aggiungo il cattivo funzionamento della procedura per farsi fissare l’appuntamento successivo, al quale pare si stia finalmente ponendo rimedio.
Fino a qualche tempo fa, dopo avere sostituito il catetere al paziente, il medico urologo poteva rapidamente fissargli il prossimo appuntamento dal computer sulla scrivania. Da qualche tempo quella funzione del computer è scomparsa.
Per conseguenza, l’urologo compila un foglio che il paziente deve portare alla cosiddetta “segreteria” al piano di sotto per prenotare l’appuntamento successivo.
Anche solo fare la coda è faticoso per quanti sono nelle mie condizioni: perciò si cerca qualcuno che abbia tempo e voglia di accompagnarti e scendere in segreteria.
Ma a volte anche i computer della segreteria non funzionano. In tal caso il paziente viene invitato a telefonare il giorno seguente.
Purtroppo la segreteria ti concede solo un’ora e mezza al giorno per telefonare. Regolarmente il telefono risulta occupato e si deve riprovare il giorno dopo e quello dopo ancora.
Quando, una volta, pochi secondi prima della fine dell’orario, sono riuscito a farmi rispondere, mi è stato fatto osservare che gli operatori ormai stavano uscendo e che avrei dovuto richiamare il giorno dopo…
Alle mie proteste, mi sono sentito replicare: allora venga di persona…
Una situazione esasperante, alla quale il responsabile della struttura sta cercando di trovare un rimedio.
Infatti, qualche giorno dopo l’ultima sostituzione del catetere, ho ricevuto dall’ospedale una telefonata con la quale una gentilissima signora intendeva comunicarmi il prossimo appuntamento.
Confesso di avere sul momento pensato allo scherzo di un amico buontempone. Invece era proprio vero: ero così sorpreso, emozionato e confuso che non riuscivo nemmeno a tenere ferma la biro per appuntarmi data e ora.
Infine, segnalo quanto segue: quando di sabato e domenica un paziente urologico, o semplicemente cateterizzato, deve correre al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Chivasso, viene invitato a rivolgersi a Ciriè, perché sabato e domenica il Pronto Soccorso chivassese è privo di urologi.
Un giorno, notando che la sacca non riceveva liquido dal catetere, e che quindi la vescica non scaricava, o scaricava troppo poco, mi sono precipitato al Pronto Soccorso chivassese. Qui sono stato invitato a raggiungere Ciriè: ma non è facile affrontare anche solo il viaggio a Ciriè piegato in due dal dolore. Sempre che la Croce Rossa abbia un autista e una automobile per un trasporto non programmato.
Per mia fortuna, era presente in ospedale il responsabile della Struttura semplice di Chivasso: gli ho telefonato e ha autorizzato un’operatrice del Pronto Soccorso a sostituirmi il catetere. Una sostituzione effettuata con maestria e delicatezza, per le quali ringrazio l’operatrice l’operatrice.
So bene – come mi ha detto gentilmente un altro medico dell’ospedale – che non si possono fabbricare gli urologi né costringerli a venire a lavorare a Chivasso.
Ma in questa lettera mi sono soltanto proposto di segnalare alla Direzione dell’ASL un ulteriore indizio del graduale assorbimento della Urologia chivassese da parte di quella ciriacese o di altri presidi.
Nella speranza che la struttura di Urologia, semplice o complessa, non scompaia da Chivasso, porgo rispettosi saluti.
Lettera firmata
Commenti all'articolo
domenico.cena
13 Giugno 2025 - 15:24
Possibile che con la vasta utenza che ha Chivasso sul territorio trasferiscano tutto a Cirié? Hanno fatto l'ospedale nuovo per smobilitarlo? O vogliono costringere i pazienti a ricorrere alla sanità privata? O a rinunciare alle cure? L'amministrazione non fa niente? E i vari consiglieri? Bisognerebbe organizzare un flash mob o qualcosa di simile davanti all'ospedale. Qualcuno è disponibile?
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.