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A Cuorgnè l’iniziativa sui beni confiscati alla mafia con i giovani di E!state Liberi!

Piemonte in piazza: flashmob, diritti e beni confiscati dal 14 al 17 giugno

A Cuorgnè l’iniziativa sui beni confiscati alla mafia con i giovani di E!state Liberi!

A Cuorgnè l’iniziativa sui beni confiscati alla mafia con i giovani di E!state Liberi!

Comincia a Torino, ma il cuore batte anche a Cuorgnè, la tappa piemontese della campagna “Fame di verità e giustizia”, che dal 14 al 17 giugno porterà in strada, nei cortili, nei giardini, nei paesi e nelle città un grido corale: abbiamo fame. Fame di risposte, di politica che non arretra, di giustizia che non tentenna, di diritti che non siano svenduti alla logica del profitto o dell’indifferenza.

A Cuorgnè, il 16 giugno, i riflettori si accendono su due beni confiscati alla criminalità organizzata. Qui, durante il campo estivo di E!state Liberi!, i giovani volontari e le realtà locali – in testa il presidio e l’associazione Mastropietro – daranno vita a un’azione simbolica che è anche molto concreta. Perché non basta sottrarre, bisogna restituire. E i beni confiscati devono tornare a essere patrimonio di tutti, non cattedrali nel deserto. Cuorgnè lo sa, e lo dimostra. Con i fatti.

Ma il Canavese non è un’eccezione.

A Torino, la mobilitazione parte il 14 giugno alle 13 dai Giardini Saragat in via Leoncavallo: un flashmob dal titolo eloquente – Un menù con portate difficili da digerire – che darà il via alle iniziative regionali. Ultimo appuntamento il 17 giugno alle ore 11 davanti a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, dove 40 associazioni torneranno a farsi sentire contro l’aumento del gioco d’azzardo e per riproporre la legge di iniziativa popolare abrogata nel 2021. Il banco vince sempre, sì. Ma non dovrebbe. Non in una Regione che difende la salute pubblica.

Fuori Torino, il Piemonte non resta a guardare. Il 15 giugno a Omegna (VCO) va in scena La grande svendita dei diritti, con banchetti simbolici e racconti di disobbedienza civile. Sempre il 15, ad Alessandria, il flashmob della campagna entra nel festival “In-chiostro” in piazza Santa Maria di Castello. Stesso giorno, altro luogo: a Miasino, nel novarese, si terrà la “finta inaugurazione” del Castello, bene confiscato di cui si attendono da mesi i lavori di ristrutturazione. Sarà festa sì, ma amara. Come solo le promesse mancate sanno essere.

Il giorno dopo, il 16 giugno, toccherà anche all’astigiano. A Moncalvo e Dusino San Michele, due flashmob davanti ad altrettanti beni confiscati chiederanno a gran voce più collaborazione tra Comuni e associazioni. Perché non può esserci riutilizzo senza sinergia, e non può esserci giustizia senza memoria attiva.

La campagna si chiama “Fame di verità e giustizia”. E la fame, si sa, non si placa con le parole. Ma con le azioni. Il Piemonte – e Cuorgnè in primis – è pronto a dimostrarlo.

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