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Multe record a San Mauro Torinese: cosa c'è dietro l’impennata del 2024

Soldi delle multe: ecco dove finiscono davvero i proventi

Multe record a San Mauro Torinese: cosa c'è dietro l’impennata del 2024

Multe record a San Mauro Torinese: cosa c'è dietro l’impennata del 2024

Crescono le multe, crescono gli incassi. Cresce anche il malcontento. A San Mauro Torinese, la sicurezza stradale si misura in euro: oltre un milione e seicentomila nel solo 2024. Una cifra da capogiro, che segna un nuovo record per il Comune e che porta con sé, inevitabilmente, una domanda: le sanzioni servono davvero a farci guidare meglio? O servono solo a far quadrare i conti del bilancio comunale?

I numeri, come sempre, raccontano più delle dichiarazioni ufficiali. Dal 2021 al 2024, i proventi derivanti dalle violazioni al Codice della Strada a San Mauro sono saliti da 1.201.677,38 euro a 1.622.905,86 euro, con una crescita secca del 35% in tre anni. Non male per una città dove – ironia della sorte – non viene incassato nemmeno un euro da eccessi di velocità. Sì, avete letto bene: da quattro anni consecutivi, a San Mauro zero proventi dalla voce più temuta dagli automobilisti, quella degli autovelox. Qui non si corre, o quantomeno non si viene beccati a farlo.

Eppure le casse si riempiono lo stesso. Grazie ai T-red, certo. Ma anche grazie alle multe per divieti di sosta, ZTL, semafori passati con troppa fretta, inversioni non permesse, sorpassi azzardati. Un mare di sanzioni, con flussi che fanno gola. Nel 2022 il Comune ha incassato 1.436.428 euro, nel 2023 leggero calo (-0,2%), ma poi nel 2024 l’impennata: +13,2%. Altro che inflazione.

«Le multe sono necessarie per educare, non per fare cassa», ribadiscono sempre i Comuni. Ma se fosse davvero così, il dato più coerente sarebbe quello del 2023. Una flessione, cioè, che testimonia una maggiore disciplina alla guida. Invece no: nel 2024 gli incassi volano. Merito (o colpa?) di nuovi strumenti? No. Nulla di nuovo sotto il sole: stessi dispositivi, stessi incroci controllati, stessi vigili. A cambiare, forse, è la frequenza dei controlli. O la precisione. O, magari, solo le necessità del bilancio.

E a proposito di incroci controllati, il nuovo capitolo riguarda proprio il "T-red" di Sambuy. Spostato da via Casale / via Costituzione a un altro incrocio: via Casale, via Rivodora e via Mezzaluna. Motivo ufficiale? «Le violazioni si sono drasticamente ridotte nell’ultima postazione». Tradotto: lì non si facevano più abbastanza multe. E allora via, si cambia. Si ricomincia da capo. Un altro incrocio, un altro potenziale flusso di verbali.

«Si vuole fare cassa», protestano alcuni cittadini. Il Comune non replica, ma il silenzio – a volte – vale più di mille note stampa. La polemica monta, e intanto c’è chi teme il “giallo assassino”, quello da tre secondi, come a Settimo Torinese, dove il T-red di corso Agnelli / via San Mauro ha già fatto strage di punti patente. A San Mauro, per ora, si va più “morbidi”: durata del giallo più generosa, almeno stando ai precedenti. Ma sarà sempre così?

Nel dubbio, meglio alzare il piede.

Intanto i dati ci raccontano come vengono spesi questi soldi. Nel 2021, la parte più corposa degli incassi andava alla manutenzione delle strade e alla sicurezza stradale (45%). Una quota importante, certo, ma nel 2024 siamo saliti ancora: ben il 58,6% del totale viene impiegato per cantieri, asfaltature, marciapiedi e segnaletica. Un segnale positivo? Forse sì, almeno per chi ogni giorno percorre strade piene di buche, attraversamenti scoloriti e cartelli mezzi divelti.

Ma attenzione: non si vive solo di asfalto. Circa 175 mila euro l’anno vengono destinati alla segnaletica stradale verticale e orizzontale, una voce costante nel tempo. Un altro blocco, simile per dimensioni, riguarda il potenziamento dei controlli e i mezzi della Polizia Locale: anche qui siamo intorno ai 170 mila euro annui. Stabili, senza impennate.

La vera impennata è invece quella delle spese in manutenzione, che nel 2024 sfondano quota 492 mila euro, a fronte dei 368 mila del 2023. E non si tratta solo di buche: dentro ci sono anche lo sgombero neve, la posa della nuova segnaletica, gli interventi sulla rete viaria minore, le spese per il PGTU (Piano Generale del Traffico Urbano) e per il miglioramento della viabilità nei pressi delle scuole. Tutto vero, tutto legittimo. Ma la sensazione è che si possa sempre fare meglio.

Nel 2024, ad esempio, 117.600 euro sono stati spesi per videosorveglianza e mezzi di servizio. Un investimento non da poco. Nel 2023 era stato ancora più alto: 187.400 euro. Ma il punto è che queste spese non sembrano incidere sul calo delle sanzioni. Anzi, gli incassi aumentano. Allora qualcosa non torna.

A tornare, invece, è il dibattito politico. Perché a San Mauro la questione multe non è solo amministrativa, ma anche sociale. C’è chi le vede come uno strumento educativo, e chi come una tassa occulta, regressiva e spesso punitiva. Una tassa che colpisce sempre i soliti, quelli che ogni giorno entrano e escono dalla città, quelli che parcheggiano in fretta per accompagnare i figli a scuola, quelli che attraversano un incrocio appena dopo il giallo.

Ecco perché la vicenda del nuovo T-red è il paradigma perfetto. Un dispositivo che non viene installato in base alla pericolosità reale, ma in base alla “redditività”. Perché così appare lo spostamento del semaforo intelligente. Perché così lo leggono i cittadini. E se bastasse questo a far perdere fiducia nelle istituzioni?

San Mauro, in fondo, non è sola. Torino, Settimo, Chieri, Pino Torinese: ovunque il dibattito è lo stesso. Il tema è sentito, scotta. Il tempo del giallo, ad esempio, è ormai uno dei principali motivi di ricorso. Tre secondi sono pochi, pochissimi. Chi guida lo sa. Chi amministra, dovrebbe saperlo. A Chieri hanno installato timer a conti alla rovescia. Una bella idea, se solo funzionassero. Alcuni, come in corso Torino, sono spenti da mesi. Perché? Nessuno risponde.

A San Mauro, per ora, l’amministrazione tiene la linea: niente timer, ma nemmeno riduzione del giallo sotto i limiti minimi. È già qualcosa. Ma basterà a calmare gli animi? Il rischio è che – a forza di multe – la distanza tra cittadini e Comune cresca. Che il rispetto per la legge si trasformi in fastidio, in rassegnazione. E che la sicurezza diventi una parola vuota, buona solo per i comunicati stampa.

Nel frattempo, i numeri continueranno a crescere. Le multe non diminuiranno. I verbali arriveranno come sempre, puntuali. E i cittadini? Loro continueranno a domandarsi se quella luce gialla era davvero così veloce. O se, forse, anche stavolta era solo un modo per fare cassa.

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Commenti all'articolo

  • adriespo

    09 Giugno 2025 - 19:44

    Dove ci sono i sistemi automatici di sorveglianza stradale, gli italioti al volante diventano improvvisamente svizzeri, quindi, sì, servono eccome, le telecamere.

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