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Bruscia ad Fer: dalla carne alla brace alla Serie A. Sempre loro, sempre insieme

Una squadra nata per gioco, cresciuta tra vittorie, sconfitte e cene post-partita. Storia di un’amicizia vera, con le scarpe da calcetto e il cuore in mano

"Dalla grigliata alla Serie A: l'incredibile ascesa dei Bruscia ad Fer"

I Bruscia in trasferta!

IVREA. Difficile dire quando è iniziato tutto davvero. Ma chi c’era, se lo ricorda bene: era una delle solite grigliate tra amici storici, quelli che si conoscono da vent’anni, sempre gli stessi. Carne sulla brace, birre gelate, battute che volano e pance che ridono.

E poi, dal nulla, la frase che ha acceso tutto:"Oh, se fondiamo una squadra di calcetto… perché non la chiamiamo Bruscia ad Fer? Come la spazzola per pulire la griglia!"Pausa. Risate. Silenzio. E poi… era fatta.

Quel nome lì, nato per scherzo e in dialetto piemontese, è diventato il simbolo di un gruppo che ha messo radici profonde. Una squadra, sì, ma soprattutto un’amicizia fatta di cene, partite, vacanze e grigliate. Sempre insieme, sempre loro

Il simbolo dei Bruscia ad Fer

Dalla Serie D ai piani alti del Canavese

Nel 2017, i Bruscia decidono di provarci sul serio: si iscrivono al campionato ACA-ACSI, uno dei più sentiti nel panorama del calcio a 5 canavesano. Partono dalla Serie D, l’ultimo gradino, ma con la testa giusta e il cuore pieno.

Un anno dopo l’altro, tra vittorie sudate, sconfitte che insegnano e cene post-partita diventate leggenda, salgono di categoria. E da quattro stagioni ormai giocano in Serie A, dove non solo tengono botta, ma sono diventati una presenza fissa.

Poi ci sono i tornei estivi, e lì i Bruscia non mancano mai. Su tutti, il Torneo di Nando, dove partecipano da cinque anni di fila. Nel 2023, dopo anni di “quasi”, hanno finalmente toccato il traguardo delle semifinali. Un’emozione difficile da spiegare, ma che ha fatto capire a tutti che questo gruppo ha qualcosa di speciale.

I Bruscia con la loro iconica maglia nera

Oltre il campo: amici prima di tutto

I Bruscia non sono nati per vincere trofei (anche se se li meritano), ma per stare insieme. E questa cosa non l’hanno mai persa, nemmeno ora che le partite contano di più.

Il gruppo fondatore è formato da Sabolo FabioLo Conte StefanoNicolas Ugo, Matteo Busca, Alessandro Paonessa,  Alessandro Trotto Gatta e Domencio Balice ma intorno a loro si è creata una squadra allargata fatta di amici veri. Gente che c’è sempre, in campo e fuori.

Su Instagram raccontano tutto: dalle partite alle pizze post-sconfitta, dalle gite alle vacanze estive fatte tutti insieme. Il tono? Sempre goliardico, mai troppo serio. Proprio come loro.

E come ogni squadra che si rispetti, hanno anche una linea di abbigliamento tutta loro: felpe, magliette, divise. Con quel logo inconfondibile della spazzola da griglia. Un po’ per ridere, un po’ per sentirsi squadra anche nella vita di tutti i giorni.

I ragazzi dei Brusca con le coppe vinte nelle scorse edizioni

 I brusca con i premi ottenuti al torneo Nando 2024

Il terzo tempo? Sempre da Nando

Chi conosce i Bruscia sa dove trovarli dopo una partita, vinta o persa che sia: da Nando, il locale di Ivrea che è diventato una seconda casa. Lì si mangia, si beve, si scherza. Ma soprattutto si resta uniti. Ed è forse questa la vera forza di questa squadra.

Una squadra con un’anima (e una spazzola)

Bruscia ad Fer non è solo un nome strano. È un modo di essere. È appartenenza, è amicizia che dura, è calcio giocato con passione vera.

Non sono nati per diventare famosi, ma per fare qualcosa insieme. E oggi, quel “qualcosa”, ha preso una forma che nessuno immaginava all’inizio: una squadra vera, che corre, suda, ride e – ogni tanto – si prende pure qualche bella soddisfazione.

“Dalla griglia al campo, con la stessa fiamma. E gli stessi amici.”

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