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Ivrea allo sbando. Ladri sugli autobus e lavoratori terrorizzati. Dov'è l'Amministrazione comunale?

De Stefano: “Hanno raccolto duemila firme, ma dal Comune solo silenzio. Basta con la propaganda: la sicurezza non è un optional”

In foto Massimiliano De Stefano e Matteo Chiantore

In foto Massimiliano De Stefano e Matteo Chiantore

«L'Amministrazione comunale continua a raccontarci una città sicura, ordinata, accogliente. Peccato che a Ivrea ormai si rubi alla fermata dell’autobus in pieno giorno e si viva nella paura anche mentre si lavora in un supermercato. Questa non è più percezione: è realtà quotidiana. E una Giunta seria dovrebbe prenderne atto».

A parlare è il consigliere comunale di opposizione Massimiliano De Stefano. Nelle scorse settimane ha difeso con le unghie e con i denti la petizione del comitato dei commercianti (oltre 2.000 firme) per chiedere maggiore videosorveglianza, più pattugliamenti della polizia municipale e l’istituzione di un presidio fisso al Movicentro, oggi simbolo del degrado urbano eporediese.

Un appello forte  che è rimasto lettera morta: «Dal Comune nessuna risposta. Nessun piano. Nessuna volontà politica. Solo silenzio. Il solito silenzio che nasconde l'incapacità di affrontare i problemi».

Le ultime notizie confermano quello che, secondo De Stefano, è ormai sotto gli occhi di tutti. Da un lato, il caso del furto del monopattino a una ragazza alla fermata dell’autobus in corso Vercelli, con i ladri che fuggono sul bus e la vittima costretta a inseguirli in auto grazie all’aiuto di una cittadina. Dall’altro, la denuncia del sindacato UilTuCS, che da mesi lancia l’allarme sul clima di insicurezza all’interno del supermercato Lidl di via Sant’Ulderico, dove lavoratrici e lavoratori devono fronteggiare minacce, furti e aggressioni.

"E tutto questo – sottolinea De Stefano – succede in una città formalmente inserita in “zona rossa” dal Prefetto di Torino, con controlli straordinari in aree come corso Nigra, via Jervis, il Movicentro e piazza Lamarmora...".

Ma di fatto, nulla è cambiato: «Siamo in zona rossa ma a quanto pare non è sufficiente. Ma la zona grigia è quella dell’abbandono, dell’inerzia politica, della paura quotidiana. Non basta un’ordinanza del Prefetto se il Comune non fa la sua parte. E qui il Comune è completamente sparito».

Per De Stefano, il problema è la totale mancanza di volontà politica "di una maggioranza troppo agganciata alla sinistra".

«Quando sono i sindacati a chiedere ronde armate e a parlare apertamente di personale terrorizzato, forse si dovrebbe accendere un campanello d’allarme. Ma a palazzo ci si limita a post istituzionali e buone intenzioni. Intanto la città scivola ogni giorno di più verso un clima di insicurezza diffusa».

E ancora: «Il fatto che i cittadini debbano organizzarsi da soli, rincorrere ladri in auto, firmare petizioni per chiedere presidi delle forze dell’ordine, è il segno più chiaro del fallimento amministrativo. Dove sono i vigili urbani? Dove sono le telecamere promesse? Dove sono i risultati dei progetti sulla sicurezza urbana tanto sbandierati in campagna elettorale?».

De Stefano appoggia con forza l’iniziativa della petizione, ma lancia anche un monito: «Duemila cittadini ci hanno messo la faccia. Ora ci vogliono risposte. Non promesse generiche, ma atti concreti: pattugliamenti giornalieri, videosorveglianza in tempo reale, un presidio permanente delle forze dell’ordine al Movicentro, e una cabina di regia tra Comune, Prefettura, sindacati e associazioni».

«Non basta la propaganda – conclude – non servono altri comunicati stampa trionfali. Serve il coraggio di ammettere che la situazione è sfuggita di mano. E soprattutto serve una visione. Se la sicurezza non è una priorità per questa amministrazione, lo dicano. Noi continueremo a dare voce a chi ogni giorno vive nella paura, a chi lavora con l’ansia, a chi manda i figli a scuola e si chiede se torneranno a casa sereni. Perché Ivrea non merita l’abbandono e il silenzio. Merita rispetto».

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