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04 Giugno 2025 - 14:53
“Sfruttati e abbandonati”: esplode la rabbia dei lavoratori IBLU
Si sono dati appuntamento ieri mattina, martedì 3 giugno, davanti ai cancelli della IBLU, azienda del gruppo IREN, per dire basta a condizioni di lavoro definite “intollerabili”. Braccia incrociate, striscioni rossi e volti segnati da turni massacranti.
È iniziata così la giornata di sciopero dei lavoratori in somministrazione impiegati nel CFP (Centro di Flessibilità Produttiva), che hanno aderito in massa alla mobilitazione proclamata da NIdiL CGIL Torino. Più dell’80% ha fermato le linee, paralizzando la produzione per due turni consecutivi.
Nel piazzale, il malcontento è diventato voce collettiva. Le accuse mosse dai lavoratori alla cooperativa che ha ottenuto l’appalto sono pesanti: vessazioni sistematiche, straordinari non pagati, turni stravolti all’ultimo momento, assenza di pause adeguate, fino alle gravi mancanze in tema di sicurezza e tutela della salute. Un’escalation che ha portato a un punto di rottura. La goccia che ha fatto traboccare il vaso.
A denunciare per primo, mesi fa, era stato proprio il sindacato, ma – come ricordato ieri dai rappresentanti della CGIL– ogni segnalazione è rimasta lettera morta. Nessuna risposta né da parte dell’azienda appaltatrice né dal committente IBLU. E soprattutto, nessuna presa di posizione da parte del Comune di Torino, che pure aveva sottoscritto a maggio un protocollo d’intesa per garantire diritti e tutele nei contratti di appalto.
“La totale assenza di risposte da parte dell’utilizzatore alle continue denunce di NIdiL in questi mesi ha avuto da parte dei lavoratori la giusta risposta” – ha tuonato davanti alla folla il segretario generale di NIdiL CGIL Torino, Danilo Bonucci – “Ora la cooperativa deve prendere atto della situazione e aprire finalmente un confronto serio. Non si può più far finta di nulla”.
Un presidio compatto, deciso, composto soprattutto da volti giovani e stranieri. Molti hanno parlato con toni duri ma pacati, chiedendo solo il rispetto dei loro diritti fondamentali. “Non chiediamo privilegi, chiediamo di lavorare con dignità” è stato il messaggio più ricorrente.
Presente anche Elena Palumbo, segretaria della CGIL di Torino, che ha puntato il dito contro il silenzio delle istituzioni: “Il protocollo firmato con il Comune è lo strumento con cui si garantiscono salario e sicurezza. Ma deve valere per tutte le partecipate. È il Comune stesso a dover sollecitare le sue controllate, a partire da IREN, affinché lo applichino”.
La protesta di ieri, dunque, non è solo uno sciopero, ma l’espressione di un disagio più profondo: quello di un’intera categoria di lavoratori “invisibili”, spinti ai margini da meccanismi di esternalizzazione che moltiplicano i profitti scaricando sui più deboli il peso delle inefficienze, delle urgenze produttive, della flessibilità a tutti i costi.
La mattinata si è conclusa con la promessa, da parte del sindacato, di mantenere alta la pressione. Il messaggio è chiaro: senza risposte concrete, la mobilitazione continuerà. Perché chi lavora – dicono – merita ascolto, rispetto e giustizia.
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