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La Grande Invasione riempie Aosta, Ivrea e Chieri: in migliaia per la festa dei libri

Più di 150 incontri, ospiti internazionali e un pubblico entusiasta: il bilancio dell’edizione 2025 della kermesse letteraria che ha travolto tre città con la sua energia culturale

La Grande Invasione

La Grande Invasione riempie Aosta, Ivrea e Chieri: in migliaia per la festa dei libri

Un’invasione sì, ma di parole, storie, autori e pubblico appassionato. È quella che tra il 30 maggio e il 2 giugno ha animato Aosta, Ivrea e Chieri, tre città unite da un unico fil rouge: la passione per i libri. La Grande Invasione 2025, festival letterario nato dodici anni fa a Ivrea, ha allargato ancora una volta i suoi orizzonti, travolgendo le piazze, i cortili, le biblioteche e i teatri delle tre località con oltre 150 appuntamenti culturali e più di 150 ospiti, tra cui ben sette nomi di spicco della scena letteraria internazionale.

I numeri parlano chiaro: migliaia di persone hanno risposto all’appello, affollando ogni incontro e confermando la vitalità di una manifestazione che, anno dopo anno, riesce a reinventarsi pur mantenendo intatta la sua identità. "Nonostante le tante sovrapposizioni il pubblico eporediese, e non solo, ha risposto alla grande come sempre riempiendo tutte le numerose sedi del festival", hanno dichiarato con soddisfazione Marco Cassini e Gianmario Pilo, curatori della rassegna. Se Aosta, giunta alla seconda edizione, si è rivelata ormai un punto fermo nel panorama della Grande Invasione, Chieri, al suo debutto assoluto, ha stupito per la partecipazione calorosa e numerosa a ogni presentazione.

A Ivrea, cuore storico della kermesse, uno dei momenti più intensi è stato l’incontro "Simenon racconta Simenon", in cui John Simenon ha tracciato un ritratto personale e inedito del padre Georges, il celebre autore del commissario Maigret. Da brividi le letture, gli aneddoti, la profondità emotiva del racconto familiare intrecciato con la storia della letteratura del Novecento.

A portare la propria voce in tutte e tre le sedi è stata invece Jessica Anthony, scrittrice statunitense raffinata e potente, mentre altri ospiti internazionali – William Atkins (Gran Bretagna), María Ospina Pizano (Colombia), Kike Cherta (Spagna), Maria Karpińska (Polonia) e Pete Wu (Paesi Bassi) – hanno arricchito il programma con riflessioni contemporanee, contaminazioni linguistiche e racconti di identità in movimento. Un segnale forte: la letteratura non ha confini, ma vibra di suoni e significati diversi, capaci di trovare ascolto e accoglienza anche nelle piazze italiane.

Grande entusiasmo anche per La Piccola Invasione, il segmento del festival dedicato ai più giovani, che ha portato bambini e ragazzi di Aosta e Ivrea a incontrare autori, sfogliare storie, partecipare a laboratori, spettacoli e letture animate. Un investimento culturale che guarda al futuro, piantando i semi della curiosità e dell’immaginazione già tra i banchi di scuola e nei parchi.

La Grande Invasione non è solo una rassegna di incontri, ma un’esperienza collettiva, un’onda che travolge e riempie di senso i luoghi della quotidianità. E non è un caso che, tra i cortili di Aosta, i chiostri di Chieri e le sale di Ivrea, i libri abbiano saputo dialogare con le persone, creando ponti tra culture, generazioni e sensibilità diverse. La vera forza del festival sta qui: nella capacità di coniugare contenuti di alto profilo con una fruizione aperta, viva, partecipata.

Ora che i riflettori si sono spenti, rimangono i ricordi, le storie ascoltate, le pagine segnate. E la consapevolezza che la cultura, se vissuta così, può ancora essere un collante, una festa, un motore per pensare, per condividere, per cambiare.

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