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Un Cavaliere per davvero: il dottor Di Gioia premiato per la sua umanità

Nel giorno della Festa della Repubblica, la provincia di Torino celebra 53 nuovi insigniti. Tra loro anche Salvatore Di Gioia, direttore sanitario dell’ospedale San Luigi di Orbassano, in prima linea durante la pandemia

A Torino la consegna delle onorificenze dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana"

A Torino la consegna delle onorificenze dell'Ordine "Al merito della Repubblica Italiana"

In un’Italia che troppo spesso dimentica chi lavora in silenzio, con passione e competenza, la Festa della Repubblica è anche l’occasione per dire grazie. Lo ha fatto la mattina di lunedì 2 giugno 2025, in una cerimonia sobria ma intensa, ospitata nell’Aula Magna della Scuola Ufficiali dell’Esercito di Torino, dove sono state consegnate 53 onorificenzedell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”, su decreto del Presidente Sergio Mattarella.

Un applauso dopo l’altro ha scandito i nomi di uomini e donne che hanno messo il proprio talento e la propria umanità al servizio del bene comune. In prima fila, accanto alle autorità militari e civili, il Prefetto di Torino Donato Cafagna, il sindaco Stefano Lo Russo, l’assessore regionale Andrea Tronzano, il deputato venariese Alessandro Benvenuto e decine di sindaci, orgogliosi dei propri concittadini chiamati a ricevere il massimo riconoscimento civile della Repubblica.

Tra loro, il dottor Salvatore Di Gioia, oggi Direttore Sanitario dell’Ospedale San Luigi di Orbassano e già Responsabile della Formazione dell’ASL TO4, ha ricevuto il titolo di Cavaliere della Repubblica. Un riconoscimento che arriva dopo anni di lavoro instancabile, di giornate passate tra reparti, riunioni, decisioni difficili, emergenze affrontate con lucidità e umanità.

Perché a volte il merito non sta solo nel ruolo ricoperto, ma nel modo in cui lo si incarna. E Di Gioia, in Piemonte, è stato – anche nei mesi più duri della pandemia – uno di quei medici capaci di farsi guida, punto di riferimento, presenza rassicurante. A testimoniarlo, anche il sindaco di Ceres, Davide Eboli, presente alla cerimonia, che ha voluto tributargli un ringraziamento commosso:

«Caro dottor Di Gioia, questo riconoscimento è un tributo alla Sua dedizione e alla Sua umanità. Grazie per il sostegno che ha offerto alla nostra comunità, per aver reso possibile l’apertura del centro vaccinale di Ceres, un gesto che ha significato molto in un momento buio. Il Suo impegno ci ha ricordato cosa vuol dire “servizio pubblico”: essere presenti, esserci per gli altri. Con stima e ammirazione».

Sono parole che vanno oltre la formalità istituzionale. Parole che raccontano una storia di cura, di presenza concreta, di scelte silenziose ma decisive. In fondo, è questo che celebrano le onorificenze della Repubblica: la forza delle persone normali che fanno cose straordinarie, ogni giorno, senza riflettori.

E quando un’intera comunità si stringe attorno a uno dei suoi per dirgli “grazie”, allora quella medaglia non è più solo una onorificenza. Diventa un simbolo. Un segno che il bene, anche se non fa rumore, lascia tracce profonde.

Davide Eboli (sindaco di Ceres), il dott. Di Gioia,  Andrea Tronzano (Assessore Regionale), il Deputato Alessandro Benvenuto

Clara Occhiena (Responsabile D.I.P.S.A. ASL TO4), il dott. Di Gioia, il dott.  Antonio Maria Alfano (Direttore Dipartimento Area Diagnostica ASL TO4)

Un momento della cerimonia presso l'Aula Magna della Scuola Ufficiali dell’Esercito di Torino

 

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