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Distretto del Cibo: il Canavese fa squadra per qualità e innovazione. Il dibattito in consiglio comunale

Da Rivarolo a Ciriè, 98 comuni uniti per valorizzare le eccellenze agricole e rilanciare l'economia locale, tra sfide e opportunità.

Distretto del Cibo: il Canavese fa squadra per qualità e innovazione. Il dibattito in consiglio comunale

Il piano del Distretto si articola su tre assi principali di azione, il primo dedicato alla promozione delle produzioni di qualità, il secondo all’innovazione tecnologica e agricola con particolare riguardo al risparmio idrico, e il terzo alla formazione e allo scambio di informazioni per costruire il distretto

Così Sonia Cambursano, consigliera di Città Metropolitana delegata allo sviluppo economico, aveva commentato il progetto di costituire un Distretto del Cibo nel territorio del Canavese, durante il convegno “Agricoltura e produzioni di qualità” tenutosi lo scorso luglio a Rivarolo Canavese. Dopo solo tre mesi, il 14 ottobre 2024 il progetto è stato implementato e il Distretto del cibo della Pianura Canavesana e della Collina Torinese ha preso piede coinvolgendo, ad oggi, 98 comuni.

Tra questi figura Ciriè, che ha da poco aderito al progetto diventandone uno dei comuni capofila. Durante il consiglio comunale di lunedì 26 maggio, l’assemblea ha presentato il Distretto e ha discusso delle possibilità economiche e culturali che esso potrà generare sul territorio del ciriacese. 

I Distretti del Cibo “costituiscono un modello di sviluppo territoriale, di coesione sociale e hanno come obiettivo la sostenibilità ambientale” ha commentato il vicesindaco Aldo Buratto, che ha introdotto il tema. Per la Regione Piemonte, che ad oggi riconosce dieci distretti, l’obiettivo è di “favorire la valorizzazione delle produzioni agricole ed agroalimentari ed allo stesso tempo il paesaggio rurale piemontese. In questo modo verrebbero favoriti più soggetti di un determinato territorio: dalla filiera produttiva all’offerta turistica e culturale locale”.

A questo proposito, secondo il consigliere Davide D’Agostino è necessario “fare fronte comune” per agevolare una collaborazione tra più enti, per “avere delle conseguenze positive sul territorio”. Convinto delle potenzialità del progetto, il consigliere si è mostrato anche perplesso rispetto ai prodotti locali che dovrebbero essere valorizzati.

“Al momento stiamo creando il contenitore, ma qual è il contenuto? Ciriè non si è mai caratterizzata trovando un prodotto specifico” ha commentato, proponendo poi il Salame di Turgia come “uno dei prodotti che potrebbero essere potenziati”. Il consigliere ha inoltre fatto l’esempio del fritto misto di Baldissero, che ha avuto una eco importante sul territorio. “I ristoratori locali hanno creato un vero e proprio marchio per il fritto misto, costruendo la prima sagra del fritto misto. Credo sia un modello interessante, perché gli attori economici si mettono in sinergia insieme alle amministrazioni e trovano un brand con cui aprirsi al mercato. Al momento abbiamo la necessità di trovare dei prodotti, ma proporrei di valorizzare i prodotti già esistenti sul territorio ciriacese” ha concluso.

Il punto toccato da D’Agostino è fondamentale per comprendere come i distretti si fondino sulla cooperazione tra diverse realtà. A questo proposito, in Piemonte è nato il progetto IDEA, a cui partecipa anche l’Università di Torino. L’obiettivo di questo progetto è “mettere in rete aziende, istituzioni e territori: animare e avviare percorsi di ricerca e innovazione che favoriscano le connessioni e le relazioni tra i territori, ampliando le possibilità di sviluppo dei tre Distretti del Cibo coinvolti nel progetto (Chierese e Carmagnolese, Pinerolese, Pianura Canavesana e Collina torinese)”.

Su questo punto, la sindaca Loredana Devietti ha quindi ricordato con orgoglio il Distretto del Commercio, un distretto diffuso che si basa sulla collaborazione tra enti. La sindaca ha esposto la possibilità di avviare una collaborazione tra i distretti del commercio e del cibo, “per promuovere anche la valorizzazione dei prodotti tipici”. 

La consigliera Valeria Astegiano ha infine commentato che “il distretto è un’ottima occasione per valorizzare i nostri prodotti. L’importante è trovare degli spazi dove, nelle fiere, nei mercati, ci sia l’opportunità di presentare tutti i prodotti regionali e del nostro territorio”. La consigliera ha portato l’esempio di un caseificio locale che produce formaggio di capra. “All’interno, oltre ai loro prodotti, i proprietari ospitano una serie di prodotti artigianali di altre aziende agricole della zona. Si tratta di studiare il modo migliore per portare avanti queste idee” ha concluso Astegiano.

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