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“Ivreaè”? No, è Chiantorè. Il Sindaco diventa un logo, l’opposizione lo smonta pezzo per pezzo

Il Comune presenta il nuovo city branding, Cantoni lo ribalta: “Prima di ridisegnare la città, capiamo chi la governa. Altro che palette e puntini arancioni”

“Ivreaè”? No, è Chiantorè. Il Sindaco diventa un logo, l’opposizione lo smonta pezzo per pezzo

Andrea Cantoni

La città di Ivrea ha un nuovo logo. O, come preferisce dire l’Amministrazione, un nuovo city branding. Si chiama “Ivreaè”, con un punto arancione perfettamente allineato, e una “è” finale che dovrebbe racchiudere l’identità eporediese in un colpo d’occhio.

È stato presentato nei giorni scorsi dal sindaco Matteo Chiantore, accompagnato da parole chiave, slide, rendering e palette cromatiche. L’obiettivo è dichiarato: raccontare la città in modo più efficace, valorizzarne l’identità, attirare visitatori. Insomma, modernizzarla. Almeno nella grafica.

Ma se per il Comune Ivrea è, per l’opposizione Ivrea è anche altro.

il sindaco

A criticarne la sostanza è il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Andrea Cantoni, che replica con lo stesso linguaggio scelto dall’amministrazione: quello visivo. Sui social ha pubblicato una versione alternativa del logo, identica nello stile, ma con una sola variazione: la scritta. Non più “Ivreaè”, ma “Chiantorè”. Un’operazione grafica che non ha bisogno di spiegazioni.

“Non abbiamo ancora capito bene cosa sia Ivrea, ma forse dovremmo iniziare a capire chi è davvero il suo Sindaco”, scrive provocatoriamente Cantoni, che accompagna il post con un affondo caustico ma preciso. “Bellissimo il nuovo logo. Però, a mio parere, sarebbe meglio concentrarsi sui problemi che abbiamo, prima di pensare alla pubblicità”. E rilancia con un consiglio: “Miglioriamo anche il mayor branding”.

A sostegno della sua critica, Cantoni riporta una serie di dichiarazioni rilasciate dal sindaco negli ultimi mesi, in Consiglio comunale, nelle interviste o nei comunicati ufficiali. Le riprende, le affianca, le mette in fila. E lascia che parlino da sole.

Cita, ad esempio, le parole del sindaco sulla Polizia Locale, definita “ex bibliotecari o personale amministrativo disarmato e non addestrato per affrontare situazioni critiche”. Oppure le due affermazioni, a pochi giorni di distanza, sulla questione campo nomadi: “Non conosco queste persone”, e poi “Sono nato a Ivrea, conosco la situazione, ci stiamo lavorando da mesi”.

Ricorda anche la risposta del sindaco alle oltre duemila firme raccolte sulla sicurezza: “Non sono uno sceriffo”. E sottolinea l’insistenza con cui Chiantore ha minimizzato la criminalità parlando solo di “comportamenti di disagio sociale e aggressività”. Da qui, evidenzia Cantoni, la decisione di firmare un accordo con l’Associazione Nazionale Carabinieri: un accordo di cui, però, secondo il consigliere, non si è visto nulla.

C'è poi, nella ricostruzione di Cantoni, il commento su Apolide, il festival sostenuto con 40.000 euro di fondi pubblici: “una manifestazione stupenda che ha rilanciato l’immagine della città”, parole che il consigliere definisce smentite dai fatti, visto che l’edizione 2025 è stata già annullata.

Sempre secondo Cantoni, non può essere dimenticata la dichiarazione con cui Chiantore ha definito “non condivisibile”la mozione che proponeva di non utilizzare i fondi della Fondazione Guelpa per finanziare direttamente iniziative dell’Amministrazione, tra cui il bando culturale per le associazioni.

E non manca, nel lungo post dell’esponente di Fratelli d’Italia, il riferimento all’episodio in cui il sindaco, durante una seduta del Consiglio comunale, ha letto e commentato le note riservate della collega Elisabetta Piccoli, concludendo con la frase: “Non voglio pensare che ci si faccia scrivere le mozioni dai maestri di tennis”.

Cantoni ricorda anche la proposta – definita “sconcertante” – di contrastare la criminalità giovanile con “libri e chitarre”, presentata direttamente al Prefetto. E chiude citando una delle affermazioni che, a suo dire, più sintetizzano la filosofia dell’Amministrazione: “Il coltellino in tasca non è reato, ma crea insicurezza. Un ragazzino che lo estrae per un nonnulla non è un criminale, ma va seguito”.

Su tutto, conclude Cantoni, aleggia una parola: “percezione”. È così che, secondo lui, Chiantore liquida ogni forma di preoccupazione dei cittadini. Una percezione che – scrive – “sarebbe fomentata dai giornali e dai cattivissimi Consiglieri di opposizione”. E con sarcasmo, aggiunge: “Potremmo andare avanti per giorni, scrivendo un’enciclopedia intera e non un bignami, come mi ha accusato il Primo Cittadino di fare quando lo metto di fronte alle assurdità che dice…”.

E così, mentre il Comune presenta il suo marchio nuovo di zecca, con font elegante e accento sulla vocale finale, dall’opposizione arriva un altro tipo di racconto. Un contro-logo, fatto di parole già pronunciate. 

Alla fine, “Ivreaè” resta un logo. “Chiantorè”, invece, è un messaggio. Uno di quelli che – al contrario del city branding – non ha bisogno di essere spiegato.

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Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    02 Giugno 2025 - 08:34

    Ah ricordo al Cantoni che grazie a Della Pepa abbiamo ottenuto UNESCO, con i suoi invece Ivrea è diventato il casino attuale. Non è una novità che alla Destra facciano schifo le Associazioni e la Cultura, d'altronde se si fa un festino con Povia..

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  • Sovietico Eporediese

    02 Giugno 2025 - 08:27

    Forse il problema è che il Cantoni non conosce assolutamente Ivrea e continua a fare attacchi molto poco in linea con il tessuto sociale Eporediese di tutt'altra pasta rispetto a lui. Il Comune non è un Ring e un minimo di rispetto per il nostro Sindaco e la Sua Maggioranza che rispecchia la maggioranza degli Eporediesi da decenni e decenni.

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