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Elena Chiorino e il Gol degli altri: come intestarsi un programma M5S e prendersela col Reddito

L’assessora meloniana si vanta su Facebook dei risultati del Programma Gol. Peccato sia nato col Governo Conte. Intanto aumentano i fondi per lo staff comunicazione: altro che lavoro, qui si crea occupazione… per gli amici

Elena Chiorino e Alberto Cirio

Elena Chiorino

Elena Chiorino ha segnato un Gol. Ma non uno suo. Ha preso un programma pensato dal Governo Conte, lo ha impacchettato per bene, ci ha messo sopra un bel fiocchetto con logo Fratelli d’Italia e l’ha presentato come frutto del suo impegno per il lavoro. La chiamano comunicazione. Altri, più crudelmente, la chiamano appropriazione indebita di meriti politici.

Su Facebook, l’assessora regionale al Lavoro si è lasciata andare a un’esultanza da stadio: «Con il Programma Gol, 218.720 disoccupati hanno iniziato un percorso di reinserimento: 110.000 sono stati assunti!». E fin qui, bene. Ma poi arriva la scivolata sul manto erboso dell’ideologia: «Altro che Reddito di cittadinanza, quello sì era assistenzialismo fine a se stesso». Tradotto: tutto ciò che ha fatto il Movimento 5 Stelle è fuffa. Tranne, ovviamente, quello che funziona. Quello ce lo prendiamo noi.

Peccato che proprio quel Programma Gol – Garanzia Occupabilità Lavoratori – sia nato grazie a Nunzia Catalfo, ministra grillina del Lavoro nel Governo Conte, e sia stato inserito nel PNRR con la finalità di riformare le politiche attive. Ma questo Chiorino non lo dice. Non sta bene rovinare la narrazione perfetta: la destra che lavora, la sinistra che regala soldi. I buoni contro i fannulloni.

La replica non si è fatta attendere. I consiglieri regionali Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio del M5S hanno tirato giù la maschera: «La vicepresidente Chiorino si prende il merito di un programma che abbiamo scritto noi, mentre attacca proprio chi ha posto le basi per renderlo possibile». E rincarano: «La Regione doveva affiancare il Reddito di cittadinanza con percorsi formativi. Ma è rimasta immobile. E ora si vanta di un risultato che non le appartiene».

E mentre si predica il valore del lavoro e della dignità, ecco che arriva l’altra faccia della medaglia: 300mila euro in più allo staff comunicazione della Giunta Cirio. Perché sì, magari i disoccupati devono “guadagnarsi” il posto, ma i portavoce e i consulenti della Regione possono dormire sonni tranquilli: stipendio garantito, e pure aumentato. Non è forse anche questa una forma di reddito? Di cittadinanza… per pochi?

La stessa destra che oggi si riempie la bocca con parole come efficienza, merito e indipendenza, è quella che ha creato figure grottesche come i consiglieri supplenti e i sottosegretari regionali: cariche nuove di zecca, ben pagate e ovviamente utili come un ombrello in una sauna. Ma che importa? Finché si può comunicare il nulla con toni da trionfo epico, tutto fa brodo.

«Restituire dignità a tutti e non lasciare indietro nessuno», scrive Chiorino con slancio poetico. Ma forse la dignità andrebbe restituita anche alla verità. Perché vendere come proprio un provvedimento altrui, attaccando chi l’ha ideato, somiglia più a una manovra da politicante navigato che a una politica per il lavoro.

Un Gol, insomma, segnato a porta vuota. Ma con la maglia sbagliata. E col pubblico che inizia a capire che – sotto la retorica del merito – si nasconde l’ennesima partita truccata.

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