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Il Giro d’Italia torna a colorare il Canavese e le Valli di Lanzo

Tra colline, salite storiche e passione popolare, due giorni da brivido in rosa

Giro d'Italia

Giro d'Italia (dalla pagina FB)

È un conto alla rovescia che batte al ritmo delle salite più dure, dei sogni che rincorrono la gloria e delle strade di provincia che per un giorno diventano palcoscenico internazionale. Il Giro d’Italia si prepara a travolgere il Piemonte con una doppia scossa rosa, che da venerdì 30 maggio a sabato 31 riporterà il cuore della corsa ciclistica più amata tra le pieghe del Canavese, le rughe aspre delle Valli di Lanzo e la storia incisa sull’asfalto delle salite alpine. Si parte venerdì con un rapido transito nella tappa Biella-Champoluc: mezz’ora appena tra Croce Serra e il confine valdostano, attraversando Andrate, Nomaglio, Borgofranco, Settimo Vittone. Ma sarà sabato che la febbre rosa esploderà davvero.

La ventesima tappa, 205 chilometri tra Verrès e Sestrière, è l’ultima occasione per capovolgere la classifica. Sarà un concentrato di emozioni, fatica e storia: a partire dalla partenza nella piccola Verrès, tornata città di tappa dopo 28 anni. Qui, tra Notte Rosa, scuole chiuse e ordinanze che rivoluzionano la viabilità, la comunità si è trasformata in un gigantesco abbraccio. Il cuore valdostano del Giro ha fatto battere le sue campane con largo anticipo: tutto è pronto per l’addio alla Valle e l’ingresso trionfale in Piemonte.

Alle 11,12 i corridori rientreranno in Canavese: Settimo Vittone, Borgofranco (che festeggia il suo 40° passaggio del Giro), Ivrea, Banchette, Salassa, Busano. E poi, lungo la Sp2, sarà una cavalcata tra le radici profonde del ciclismo: Rivara, Rocca, Corio, Nole, Grosso, Mathi, Balangero, Lanzo, Germagnano, Viù. Dove la strada comincia ad alzarsi, dove la leggenda prende quota.

Il Col del Lys, con i suoi 1.311 metri, sarà solo un assaggio: la vera resa dei conti arriverà sul Colle delle Finestre, Cima Coppi di questa edizione, 2178 metri di ghiaia, 45 tornanti e un’anima brutale, con pendenze oltre il 14%. Là dove il Giro si decide. Là dove anche il più piccolo errore pesa come una crisi. E là dove i tifosi, migliaia già annunciati, sono pronti a spingere i propri eroi col cuore in gola.

Intanto il territorio si veste a festa. A Rocca un cagnone rosa gigante e un Hulk di tre metri dominano la piazza. A Lanzo la carovana si ferma per lanciare gadget e sorrisi. A Viù l’intera comunità si apposta sulle curve più aspre. Il folklore incontra l’epica, in un sabato che promette fuochi d’artificio anche nella classifica degli scalatori: Isaac Del Toro, in maglia rosa, è il favorito, ma i distacchi restano sottili. Chi vorrà attaccare, dovrà farlo presto, magari sul Lys, sfruttando un fondovalle dove spesso il vento gioca sporco.

Dietro le quinte, una macchina organizzativa che sfiora la perfezione: ordinanze meticolose, volontari, scuole chiuse, parcheggi alternativi, strade blindate ore prima. Tutto per offrire uno spettacolo indimenticabile, un concentrato di orgoglio locale e slancio internazionale. Perché quando il Giro passa, non lascia solo segni sull’asfalto: lascia memoria viva nelle comunità.

E mentre l’ultima tappa – la passerella romana – incombe all’orizzonte, il verdetto vero si scriverà qui, tra Ivrea e il Sestrière, in quel tratto di Piemonte che da sempre si fa cerniera tra la pianura e l’epopea. Sabato 31 maggio, sulla strada del Giro, non si corre soltanto: si sogna.

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