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24 Maggio 2025 - 15:11
San Benigno Canavese vede finalmente un primo spiraglio concreto dopo oltre trent’anni di attese, incontri, promesse e disagi quotidiani. La Regione Piemonte ha infatti deciso di finanziare lo studio di fattibilità tecnico-economica per la tanto invocata circonvallazione del paese, un’opera infrastrutturale considerata ormai non più rinviabile da cittadini, amministratori e realtà territoriali.
Il progetto, che punta a collegare la Strada Provinciale 40 con la SP87, bypassando il centro abitato, rappresenta una possibile via d’uscita dal soffocamento viario che da decenni condiziona la vita a San Benigno. E non si tratta solo di una sensazione soggettiva: i dati parlano chiaro. Soltanto il 22% del traffico ha origine locale. Il restante 78% è costituito da veicoli di passaggio, inclusi numerosi mezzi pesanti diretti verso Torino, la A4, la stazione ferroviaria e le zone industriali di Bosconero, Lombardore e San Benigno stesso.
Una congestione che si somma ai limiti strutturali del centro abitato: strade strette, in alcuni punti larghe meno di sei metri, marciapiedi assenti o pericolosamente inadeguati, incroci critici e – come se non bastasse – un passaggio a livello ferroviario che durante le ore di punta si chiude fino a sei volte all’ora, creando lunghe code e caos viario.
Lo scorso 17 febbraio si era tenuto un incontro strategico fra i rappresentanti di San Benigno e dei comuni limitrofi – Chivasso, Montanaro, Foglizzo, San Giorgio, Volpiano, Brandizzo – insieme al presidente dell’Unione dei Comuni Net Claudio Gambino e ai tecnici della Città Metropolitana, per individuare una soluzione concreta e condivisa.
Oggi, a distanza di qualche mese, è arrivata la prima risposta istituzionale importante. Il sindaco Alberto Graffino e il vicesindaco Michele Cavapozzi, affiancati da una delegazione locale, hanno incontrato l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e il consigliere regionale Emanuele De Zuanne per ribadire la priorità del progetto e presentare lo stato dell’arte.
La Regione ha accolto la richiesta, sbloccando un finanziamento specifico per lo studio preliminare, che servirà a definire costi, tracciati alternativi, impatti ambientali e cronoprogrammi. «Non siamo ancora arrivati all’obiettivo finale – ha dichiarato il sindaco Graffino – ma poter annunciare questo finanziamento è un motivo di grande soddisfazione. Grazie al sostegno regionale potremo finalmente capire l’entità e la natura dell’opera».
Una soddisfazione condivisa anche dal territorio: l’intervento è infatti sostenuto non solo dall’amministrazione comunale, ma anche dall’Unione dei Comuni Nord Est Torino e dalle realtà confinanti, per un bacino potenziale di quasi 150.000 abitanti.
Il progetto prevede la realizzazione della circonvallazione in due lotti, a nord e a sud del torrente Malone. Anche solo la realizzazione del primo tratto consentirebbe, secondo i tecnici, un notevole miglioramento della sicurezza stradale e della fluidità del traffico. Un’opera che si integra con i Piani Regolatori di San Benigno e Volpiano e con il Piano Territoriale Generale Metropolitano, già orientati a favorire questa nuova direttrice viaria.
Il vicesindaco metropolitano Suppo ha ricordato come sia fondamentale avvalersi della Direzione Azioni integrate con gli Enti Locali della Città Metropolitana, per analizzare le alternative progettuali e supportare la stesura del documento di fattibilità.
Rimane però un’incognita fondamentale: i finanziamenti futuri per l’effettiva realizzazione dell’infrastruttura. L’impegno della Regione è un primo tassello, ma serviranno risorse statali e, con ogni probabilità, anche fondi europei.
Nel frattempo, San Benigno resta ostaggio del traffico. E se lo studio di fattibilità è un primo, atteso passo, sarà cruciale che non si tratti dell’ennesimo cassetto in cui far dormire il progetto per altri trent’anni. Ora che la palla è passata alle istituzioni, tocca a loro trasformare questa promessa in realtà.
San Benigno Canavese è da tempo ostaggio del traffico. Ogni giorno migliaia di veicoli attraversano il centro abitato, congestionando le vie principali e mettendo a rischio la sicurezza di pedoni e ciclisti. Le due principali arterie viarie, la Strada Provinciale 40 e la Strada Provinciale 87, tagliano il paese rispettivamente da sud-ovest a nord-est e da sud-est a nord-ovest, intersecandosi proprio nel cuore del centro urbano, in parte anche nel centro storico. Ne derivano intasamenti quotidiani, livelli crescenti di inquinamento e una qualità della vita sempre più compromessa. E i numeri parlano chiaro: solo il 22% del traffico che interessa San Benigno ha un’origine locale, mentre il 78% dei veicoli è semplicemente di passaggio.
Per affrontare in modo strutturale questo problema annoso, lunedì 17 febbraio si era svolto un incontro significativo nell’ambito dell’iniziativa “Comuni in linea”, tra il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, i tecnici e il dirigente del Dipartimento Viabilità e Trasporti della Città Metropolitana e gli amministratori dei Comuni coinvolti: San Benigno con il sindaco Alberto Graffino e il vicesindaco Michele Cavapozzi, Chivasso con l’assessore Fabrizio Debernardi, Montanaro con l’assessora Romina Merlo, Foglizzo con il vicesindaco Enrico Scienza, San Giorgio Canavese con il sindaco Marco Baudino, Volpiano con l’assessore Marco Sciretti e Brandizzo con l’assessore Enrico Barbera. Presenti anche il presidente dell’Unione dei Comuni Nord Est Torino, Claudio Gambino, e alcuni tecnici incaricati. L’oggetto del confronto è stato l’ipotesi di realizzare una circonvallazione che alleggerisca il centro abitato di San Benigno, deviando il traffico fuori dal paese.
La proposta era stata formalizzata in un documento consegnato dagli amministratori locali a Jacopo Suppo, in cui si espone un progetto coerente con i Piani Regolatori di San Benigno e Volpiano e perfettamente integrato nel Piano Territoriale Generale Metropolitano. L’idea è di collegare le strade provinciali 40 e 87 al di fuori del tessuto urbano, attraverso una nuova viabilità articolata in due lotti distinti: uno a nord e l’altro a sud del torrente Malone. Già con la realizzazione del primo tratto si otterrebbero benefici importanti in termini di sicurezza stradale e miglioramento della viabilità interna. Suppo ha suggerito agli amministratori di avvalersi del supporto della Direzione Azioni integrate con gli Enti Locali della Città Metropolitana per elaborare uno studio sulle alternative progettuali. Per le fasi successive, in particolare la progettazione definitiva e la realizzazione dell’opera, sarà fondamentale attivare un confronto con la Regione Piemonte, alla quale la Città Metropolitana si è impegnata a rappresentare le istanze e le necessità del territorio.
Durante l’incontro, gli amministratori avevano illustrato la complessità della rete di traffico che oggi converge su San Benigno: vi sono mezzi privati provenienti da Bosconero, San Giusto e Foglizzo diretti verso Torino, Volpiano e Leinì; pendolari che ogni giorno si recano alla stazione ferroviaria di San Benigno, dotata di oltre 170 posti auto per l’interscambio modale, arrivando da Lombardore, San Giusto e Foglizzo; veicoli in transito lungo la direttrice della Vauda – da comuni come Rocca Canavese, Barbania, Vauda Canavese, San Carlo, Front, Rivarossa, Lombardore, Bosconero – diretti verso l’autostrada Torino-Milano; flussi scolastici composti da studenti e insegnanti diretti alle Scuole Salesiane, alla scuola media e agli istituti professionali del paese, che accolgono ogni giorno oltre mille persone; infine, un numero elevatissimo di mezzi pesanti che collegano le aree industriali di San Benigno, Lombardore e Bosconero con le autostrade Torino-Milano e Torino-Aosta.
La situazione è ulteriormente aggravata dalla configurazione viaria urbana: molte tratte di scorrimento interno presentano una carreggiata inferiore ai sei metri di larghezza e, in alcuni casi, mancano completamente gli spazi necessari per la realizzazione di marciapiedi sicuri. I pedoni, quindi, sono costretti a muoversi a ridosso delle carreggiate, spesso senza alcuna protezione. Un recente rilievo condotto dal Comune di San Benigno tra le 7:30 e le 8:30 di un giorno feriale ha rilevato il passaggio di oltre 1.440 veicoli nel solo arco di un’ora. A questo si aggiunge la presenza di un passaggio a livello ferroviario in prossimità del ponte sul torrente Malone: durante le ore di punta, vi transitano fino a sei treni all’ora, che bloccano il traffico per diversi minuti, paralizzando ulteriormente la circolazione.
L’idea della circonvallazione, a questo punto, appare non solo sensata, ma indispensabile. Non si tratta di un semplice miglioramento infrastrutturale, ma di un intervento strategico per restituire al paese una vivibilità degna e per prevenire incidenti, ridurre lo smog, rendere più fluida la mobilità e valorizzare un centro abitato oggi schiacciato da un flusso viario sproporzionato. Ora resta da vedere se, dopo le parole e i buoni propositi, arriveranno anche le risorse e le decisioni concrete. Perché San Benigno non può più aspettare.
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