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20 Maggio 2025 - 12:24
Il 17 maggio, in occasione della Giornata Internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia, il Teatro Pavarotti di Leini ha ospitato un evento che ha fatto riflettere, emozionare e scuotere il pubblico presente.
Un incontro con Vladimir Luxuria, una delle personalità più iconiche nella lotta per i diritti LGBTQ+ in Italia.
Luxuria ha portato sul palco la crudezza della discriminazione e la lotta quotidiana per il riconoscimento di una dignità umana.
Il titolo dell'evento, “Stasera ve le canto”, non è stato scelto a caso. Più che uno spettacolo di intrattenimento, è stato un racconto di grande potenza emotiva.
Luxuria ha preso il pubblico per mano e lo ha condotto nei meandri di una vita segnata da violenze, insulti, rifiuto sociale. Ma anche da una sorprendente forza di volontà e dalla capacità di reagire. La sua è una storia che non lascia indifferenti: quella di un giovane, Vladimiro Guadagno, che ha conosciuto l'umiliazione e il dolore fin da piccolo, e che, reagendo a un'aggressione fisica da parte di un bullo, è stato colpito da un pugno.
Luxuria parla con alle spalle la fotografia del giovane Vladimiro Guadagno, non ancora Vladimir Luxuria, colpito da un pugno per aver reagito ai soprusi di un bullo.
Quella foto, che lo ritraeva prima di diventare Vladimir Luxuria, ha fatto da sfondo a un racconto che ha toccato la sofferenza di chi è stato costretto a nascondersi, a soffrire in silenzio, pur di non essere escluso.
"Ripropongo questa mia foto da adolescente con i lividi delle botte che avevo preso solo a causa dei miei capelli lunghi e atteggiamenti effemminati, - dichiara Luxuria - lo faccio perché tutte le volte che vedo immagini di gay picchiati mi torna alla mente quell’episodio. Tante cose sono cambiate nella mia vita ma certe ferite, anche se per me sono le medaglie della mia sincerità, restano ferite. Sopravviveremo alle botte, agli insulti, ai sorrisi beffardi, a chi ci punta il dito contro, a chi ci considera non degni di avere gli stessi diritti di tutti gli altri".
Le parole di Luxuria non hanno dipinto una vita fatta solo di difficoltà. Hanno mostrato il peso del giudizio sociale e delle violenze quotidiane subite da chi non si conforma agli stereotipi. Ma, soprattutto, hanno messo in luce il percorso di chi ha avuto il coraggio di fare i conti con la propria identità, di restituire dignità a sé stesso e di abbattere le barriere della discriminazione.
Quello che più colpisce nel racconto di Luxuria è la sua capacità di trasformare il dolore in un messaggio di speranza. Nonostante le cicatrici invisibili, la sua forza non si è mai affievolita.
La lotta contro l'omofobia, la transfobia, le disuguaglianze sociali e culturali continua ogni giorno, ma Luxuria è riuscita a far emergere il potere liberatorio dell'autodeterminazione. Non ha parlato solo di sé, ma di tutte le persone che, come lei, hanno subito l'umiliazione di essere giudicate e rifiutate, ma che, grazie alla forza di non arrendersi, hanno trovato la propria voce.
I dati letti all'inizio dell'incontro dal sindaco Luca Torella e dall'assessore Andrea Gilestro sono stati un’amara conferma: le discriminazioni non sono un fenomeno passato, ma una realtà che continua a colpire duramente. Nonostante i progressi fatti, l'omofobia è ancora diffusa, e la lotta è lungi dall’essere vinta.
Luca Conforti, assessore alla Cultura, ha ribadito l'importanza di combattere le discriminazioni strutturali, che vanno ben oltre gli episodi di violenza esplicita e si manifestano in ogni angolo della società.
"Come ogni giorno, crediamo che sia fondamentale promuovere percorsi di educazione sessuale e affettiva - afferma Conforti - circuiti di prevenzione e spazi di ascolto, per osteggiare tutti quei meccanismi che alimentano discriminazioni e disuguaglianze. Crediamo che sia compito della politica e della comunità creare un tessuto sociale che orienti all’autodeterminazione e che contrasti la cultura dell’odio, dell’oppressione, della prestazione e dell’abilismo. A chi si ostina a etichettare, incasellare e categorizzare rispondiamo: famiglia è uno spazio fatto di amore, ascolto, cura e responsabilità reciproca".
Luxuria si racconta al pubblico del Pavarotti
Conforti ha poi ricordato che la lotta contro la discriminazione non può essere ridotta a un’idea di tolleranza: "Riteniamo inoltre doveroso sottolineare che è complice chi, pur dichiarandosi contrario alle discriminazioni, si rifugia nel linguaggio della “tolleranza” o nell’idea che queste battaglie non lo riguardino direttamente. Soprattutto chi gode di privilegi sociali, economici, culturali o istituzionali, ha una responsabilità maggiore: quella di non voltarsi dall’altra parte, ma di utilizzare la propria posizione per sostenere attivamente la lotta per i diritti e per l’uguaglianza".
Le parole della serata non sono state solo un grido di denuncia, ma anche un invito alla riflessione collettiva. La discriminazione, purtroppo, è una piaga che non si estingue facilmente. Ma attraverso un’educazione consapevole e un cambiamento culturale profondo, può essere ridotta, fino a scomparire.
La serata al Teatro Pavarotti di Leini ha dato un’occasione per tutti di confrontarsi con una realtà dolorosa ma necessaria, quella delle discriminazioni che non dovrebbero più trovare spazio in una società che si vuole definire giusta.
Vladimir Luxuria, con la sua presenza e le sue parole, ha ricordato che il coraggio di essere sé stessi è il primo passo per una società che sappia finalmente accogliere tutte le differenze, senza paura e senza pregiudizio.
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