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19 Maggio 2025 - 22:33
La firma del protocollo
Nel pomeriggio di lunedì 19 maggio, a Venezia, nell’ambito della quarta edizione del Festival “L’Italia delle Regioni”, è stato firmato un protocollo d’intesa per sostenere la candidatura della Via Francigena nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. L’accordo, sottoscritto da sette Regioni italiane, mira a valorizzare uno dei cammini più antichi e suggestivi d’Europa, che attraversa l’Italia da nord a sud intrecciando spiritualità, storia e paesaggio.
La cerimonia si è svolta nell’area conferenze del Villaggio delle Regioni in Campo San Polo, alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali. Hanno partecipato: Marina Chiarelli, Assessore al Turismo e alla Cultura della Regione Piemonte; Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana e capofila del progetto; Giancarlo Righini, Assessore della Regione Lazio; Roberta Frisoni, Assessore dell’Emilia-Romagna; Francesca Caruso, Assessore della Regione Lombardia; Marco Bucci, Presidente della Regione Liguria con l’assessore Simona Ferro; e Renzo Testolin, Presidente della Regione Valle d’Aosta. A concludere l’incontro è stato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha sottolineato l’importanza del progetto in una prospettiva europea e culturale.
Il protocollo rappresenta un’alleanza concreta tra territori e istituzioni, uniti nella volontà di far riconoscere la Via Francigena come patrimonio dell’umanità. Un itinerario che ha attraversato i secoli e le epoche, che ha accolto viandanti, pellegrini, soldati, mercanti, raccontando ogni volta un pezzo diverso d’Europa. Oggi quel cammino continua a vivere, ma con una nuova consapevolezza: essere volano di sviluppo sostenibile, motore di turismo lento e rispettoso, occasione di riscoperta dei luoghi e delle persone.
Il Piemonte, che da anni investe nella promozione dei cammini storici e nella valorizzazione dei percorsi devozionali, ha confermato il proprio sostegno convinto al progetto. «Firmare questo protocollo oggi, in un contesto come il Festival delle Regioni, ha un significato profondo» – ha dichiarato Marina Chiarelli – «Significa credere nella forza della cooperazione tra territori. Significa promuovere percorsi che raccontano le nostre radici e invitano a camminare nel rispetto del paesaggio e della memoria. Il Piemonte ha fatto della Via Francigena un elemento centrale nella sua strategia turistica e culturale. Il riconoscimento UNESCO sarebbe il coronamento di un lungo lavoro, ma soprattutto uno stimolo per guardare avanti».
Il percorso piemontese della Via Francigena è uno dei più affascinanti dell’intero itinerario. Corre lungo un tracciato di circa 200 chilometri, toccando 15 tappe principali, da Passo del Gran San Bernardo al confine con la Valle d’Aosta, fino a Vercelli, dove si entra in Lombardia. È una linea continua di emozioni che attraversa paesaggi alpini, colline, pianure e corsi d’acqua, con il ritmo lento di chi cammina per ascoltare, non solo per arrivare.
La Francigena entra in Piemonte a Palè di San Giuliano, nel Comune di Borgofranco d’Ivrea, e attraversa alcuni dei luoghi più carichi di storia e bellezza del territorio: Ivrea, città UNESCO per le architetture olivettiane e cerniera ideale tra montagna e pianura; Viverone, con il suo lago prealpino e i resti palafitticoli anch’essi riconosciuti dall’UNESCO; Cavaglià, con i menhir del santuario preistorico; Santhià, punto nevralgico per i cammini e snodo ferroviario; fino a Vercelli, capoluogo della risaia e città romanica, dove la basilica di Sant’Andrea saluta i viandanti con le sue torri merlate.
Il percorso si snoda lungo sentieri, strade sterrate, vie comunali e argini, toccando anche piccoli borghi rurali, chiesette campestri, abbazie millenarie, come quella di Vezzolano nel Monferrato o quella di Lucedio nel vercellese, immersa tra le risaie. Ad accompagnare il passo del pellegrino: il suono dei campanili, il volo delle aironi, i profumi della terra e della tavola.
È un cammino che parla tutte le lingue: quella della fede, della natura, della storia, dell’incontro. Un’opportunità per le comunità locali di aprirsi all’accoglienza, di promuovere produzioni tipiche, artigianato e ospitalità diffusa.
La candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO rafforza la dimensione internazionale e condivisadella Via Francigena. Non si tratta solo di ottenere un bollino prestigioso, ma di dare continuità e visibilità a progetti di tutela, fruizione e promozione del tracciato, migliorandone l’accessibilità, l’infrastrutturazione leggera, la segnaletica, i servizi per i camminatori.
Un riconoscimento che consentirebbe di consolidare la rete dei cammini regionali, rafforzando l’interscambio tra le Regioni firmatarie del protocollo, e contribuendo a generare valore economico, sociale e culturale. Non solo turismo, ma cura del territorio, formazione civica, educazione al patrimonio, rigenerazione delle aree interne.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio orizzonte del Festival delle Regioni, che pone al centro il dialogo tra istituzioni e territori, la valorizzazione delle eccellenze locali e la costruzione di una visione di Paese fondata sulla cooperazione e sulla sostenibilità.
Il Piemonte, con la firma di questo protocollo, rinnova la propria vocazione a essere terra di passaggi, di incontri e di cammini. Una terra che non teme la lentezza, perché conosce il valore delle radici. E la Via Francigena, da secoli, è una radice che cammina.
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