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Quincinetto, la frana infinita. Viabilità in bilico, vallo pronto a ottobre ma il rischio resta

Ennesima riunione, ennesimo tavolo tecnico, ennesima promessa: la frana dei Chiappetti continua a minacciare l’autostrada A5 e l’intero collegamento tra Piemonte e Valle d’Aosta. Intanto il traffico resta appeso a un filo di roccia instabile

Quincinetto, la frana infinita. Viabilità in bilico, vallo pronto a ottobre ma il rischio resta

Quincinetto, la frana infinita. Viabilità in bilico, vallo pronto a ottobre ma il rischio resta

La montagna osserva, immobile e minacciosa. E sotto, nel solito girotondo istituzionale, si fanno riunioni, si scrivono verbali, si promettono soluzioni. Martedì 13 maggio, nel municipio di Pont-Saint-Martin, si è tenuto l’ultimo capitolo della lunga saga della frana di Quincinetto. L’ennesimo vertice convocato per dire, in buona sostanza, che no, il pericolo non è affatto passato.

La frana dei Chiappetti – una cicatrice geologica che incombe sull'autostrada A5 – si è risvegliata durante le piogge di metà aprile, costringendo a chiusure temporanee e mandando in tilt la viabilità tra Valle d’Aosta e Piemonte. Il ponte pasquale è stato un incubo: auto in coda per ore, mezzi pesanti deviati su strade inadatte, sindaci furiosi e cittadini esasperati.

E così, a tre settimane di distanza, tutti attorno a un tavolo per “fare il punto”. Presenti i vertici delle due Regioni – Renzo Testolin e Marco Gabusi, Luigi Bertschy e Francescantonio De Giglio – insieme a tecnici, funzionari, Protezione civile, forze dell’ordine e i sindaci di Pont-Saint-Martin e Quincinetto, Marco Sucquet e Angelo Canale Clapetto.

frana

Il dato operativo, l’unico concreto, è che i lavori per la realizzazione del nuovo vallo di protezione saranno ultimati entro metà ottobre. Una barriera che dovrebbe “contenere” eventuali distacchi. Una soluzione temporanea, come tutte quelle adottate finora.

Ma la vera notizia è la riapertura del tavolo tecnico interregionale, chiamato a ragionare su un intervento di secondo livello: qualcosa di più strutturale, più definitivo. In altre parole: un piano che non si limiti a rincorrere l’emergenza, ma che provi a prevenirla davvero.

«La riattivazione del tavolo è un fatto positivo», commentano Testolin e Bertschy, che però ammettono quanto sia stato complicato, nel periodo pasquale, gestire la chiusura improvvisa dell’autostrada dovuta all’attivazione della fase 3 del protocollo di monitoraggio. Un blocco che ha rivelato tutta l’inadeguatezza dei piani di viabilità alternativi, tanto sulla carta quanto nella pratica.

E a salvare la situazione, almeno in parte, è stata un’infrastruttura di cui pochi parlano: il viadotto di Quincinetto che collega il paese alla Statale 26. Un’opera riqualificata da poco che ha consentito il transito anche ai mezzi pesanti, fino a 44 tonnellate.

Canale Clapetto, sindaco di Quincinetto, ha le idee chiare: «Quando c’è di mezzo il rischio idrogeologico, i confini regionali non esistono. Dobbiamo tornare al piano regolatore della Valle d’Aosta pensato da Camillo Olivetti». Poi lancia una proposta concreta: una bretella alternativa, parallela all’autostrada e spostata verso la ferrovia, da attivare in caso di chiusura forzata. Una via di fuga, in pratica, per evitare che ogni pioggia si trasformi in un isolamento.

Infine, un passaggio sui rapporti con la nuova concessionaria autostradale: «Con Itp il dialogo è sereno, costruttivo. Decisamente meglio rispetto ai tempi bui con Ativa», sottolinea Canale. E qui si apre un altro capitolo: quello delle responsabilità pregresse e delle occasioni perse, in anni di promesse non mantenute.

Resta, su tutto, l’immagine di un’Italia che davanti a una frana è ancora incapace di dire: “questo non succederà più”.

E allora si aspetta ottobre. Si spera che non piova troppo. Si guarda alla montagna, come se fosse un oracolo. E si continua a chiedersi: fino a quando?

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