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Lettera ad Andrea Cantoni. Quando l’ignoranza grida “antisemitismo”. Gaza non è uno slogan

Una lettera aperta che smonta con rigore giuridico e memoria storica l’uso strumentale dell’accusa di antisemitismo. La Corte dell’Aja indaga Israele per genocidio.

Andrea Cantoni

Andrea Cantoni

Signor Andrea Cantoni,
le scrivo anche se servirà a poco che forse ha perso un’occasione ancora una volta per stare in silenzio di fronte alla strage di Gaza.
Capisco che lei voglia sottolineare il suo essere di “destra” e che come alcuni suoi colleghi a livello nazionale e locale appena sentite la parola “genocidio” vi agitiate tarantolati e dite sciocchezze sull’antisemitismo.
Lei se non sbaglio è pure laureato, bene mi lasci dire con il mio titolo di studio sicuramente inferiore al suo quanto la sua posizione sia non solo ideologica ma anche sbagliata.

Premesso che l’unicità della Shoah come acme del genocidio non è in discussione, le rammento che il termine genocidio come fattispecie di reato fu coniato da un avvocato ebreo polacco: Raphael Lemkin. Nel 1944.
E grazie a lui introdotta tanto nel processo di Norimberga, quanto nelle risoluzioni Onu n.96 del 1946 e n.260 del 1948.
Per questa via genocidio divenne reato del diritto universale e oggetto di giudizio in vari tribunali nazionali con relativi ordinamenti: Corti di giustizia dei singoli paesi, Onu, Aja, Tribunale penale, corti ad hoc.

Raphael Lemkin

Raphael Lemkin

E che cosa include quel reato? Ecco:
“Scelta intenzionale di distruggere in tutto o in parte un popolo o un gruppo etnico con atti specifici volti a rendere impossibili la sua vita, riproduzione, tramite uccisioni o trasferimenti altrove di fanciulli o membri del gruppo, affamamento e dispersione forzata etc”.

Bene, in virtù di questa norma sono state comminate sentenze nella ex Jugoslavia e in Ruanda.
E attualmente a l’Aja è aperta una istruttoria – promossa dal Sud Africa – che frattanto diffida Israele dal proseguire azioni come quelle attuali, che possono configurare il genocidio.

In pratica la Corte de l’Aja riconosce:
a) che l’accusa di genocidio va presa in considerazione.
b) Che Israele deve astenersi da atti che proseguiti portano al genocidio.

L’indagine continua. Ma l’ombra dell’accusa con diffida dal genocidio è lì: chiara e ferma. Anche se non confermata.
E a questa delibera con ordinanza ha collaborato Ehud Barak, ex premier israeliano, e braccio destro di Rabin.

Dunque, lasci stare al suo posto “la Stella di David” che oggi rischia di diventare un simbolo di Supremazia e Oppressione per le folli scelte del governo israeliano.

L’accusa di genocidio su Israele ai danni dei palestinesi!
E nero su bianco viene sancito a l’Aja che quel genocidio potrebbe consumarsi, e in realtà dal mio e non solo punto di vista si sta già consumando.

Domanda: inficia tutto questo l’unicità della Shoah?
No!
Per proporzioni, grado di intenzionalità, predeterminazione, sistematicità, crudeltà, spazio fisico del reato, e sua ubiquitarietà senza confini come nel caso nazista.

Dunque gli altri genocidi, che vi furono, non svalutano affatto la Shoah né equiparano i genocidi tra di loro.
D’altra parte una comparazione è necessaria per giungere all’unicità, e il criterio è appunto il crimine di genocidio come unità di misura proprio in virtù del quale si decide la diversità, la qualità, e alfine l’unicità del genocidio ebraico. Che resta un maximum e un unicum.

Quindi anche lei, la prego, rifletta sul monito dell’Aja!!
Che accadrebbe se la Corte dell’Aja condannasse per genocidio Israele che non deflette da certe condotte?
I giudici verrebbero accusati di antisemitismo, nazismo, integrismo islamico?
Già ci siamo o quasi. Benché la questione sia ancora controversa.

I legali israeliani hanno infatti controdedotto che genocida fu l’attacco di Hamas il 7 ottobre. Con relativa legittima difesa. E dunque la questione resta aperta.

Di fatto fin qui la Corte, a maggioranza di giudici indipendenti ma nominati da paesi quasi tutti filo Israele, ha concluso con un monito sul genocidio potenziale rivolto a Gerusalemme.
Un segnale giuridico e politico che va meditato e che deve far riflettere Israele. E anche i suoi irriflessivi difensori a tutti i costi.

Ma mi dica Signor Cantoni, chi è questo David, questa stella usata per quasi 80 anni per ravvivare lo stendardo blu e bianco macchiato di sangue che ha contaminato sventolando l’antica brezza sopra Jaffa, Haifa, Ashdod e dozzine di antiche città e villaggi palestinesi strappando un dolore insopportabile da così tanti, per troppo tempo?

Nel Libro di Samuele, la leggenda vuole che David sia un giovane pastore che si guadagna la fama uccidendo il gigante Golia, il titano dei Filistei che, come presagio di tempi lontani a venire, arrivò in Terra Santa dall’Europa nel 12° secolo prima di Cristo, come una sorta di precedente progetto coloniale, solo per scomparire dalla storia circa 600 anni dopo.
Oggi, David è quel gigante bestiale e livido e il pastore sono i palestinesi.

Rifletta Consigliere e la faccia finita con queste grida insensate di antisemitismo.
La sua è una forma di ottusità che non ragiona e non sente ragioni, e che con il suo atteggiamento l’antisemitismo rischia di farlo esplodere davvero e in modo compulsivo.

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Commenti all'articolo

  • Sovietico Eporediese

    16 Maggio 2025 - 13:46

    Cantoni ignora pure la definizione ufficiale di Semiti che include sia i popoli arabi che ebrei. Quindi diventa un discorso sbagliato proprio a partire dalle definizioni. Un infarinà ?

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