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14 Maggio 2025 - 18:57
Alla scuola Nicoli, il metodo DADA resta al palo: studenti "schiacciati" dal peso delle promesse non mantenute
Alla scuola media Guerino Nicoli, l’anno scolastico era cominciato con i migliori auspici. Tra entusiasmo e aspettative, l’adozione del metodo DADA – Didattica per Ambienti di Apprendimento – era stata presentata come una rivoluzione culturale, educativa e strutturale. Un passo verso il futuro della scuola italiana, capace di trasformare la rigida lezione frontale in un percorso dinamico e responsabilizzante per gli alunni.
Peccato che, a distanza di mesi, quella stessa rivoluzione sembri essersi inceppata su un dettaglio tutt’altro che secondario: gli armadietti promessi – fondamentali per il funzionamento del sistema – non sono mai arrivati. E con loro, è svanita anche gran parte dell’entusiasmo iniziale.
Il principio del metodo DADA è semplice e affascinante: non sono più gli insegnanti a spostarsi da una classe all’altra, ma gli studenti. Ogni materia ha il proprio ambiente dedicato, pensato per stimolare autonomia, responsabilità e partecipazione attiva. Ma se mancano gli armadietti dove custodire i materiali didattici, gli alunni si trasformano in pendolari del sapere con lo zaino sempre in spalla. Da un’aula all’altra, carichi come muli, costretti a trascinarsi tutto il giorno tra libri, quaderni, astucci e materiali vari. L’innovazione, insomma, pesa. E non in senso metaforico.
La delusione tra le famiglie è ormai palpabile. A pochi mesi dalla fine dell’anno scolastico, cresce l’insoddisfazione e con essa la sensazione di essere stati – se non traditi – quantomeno mal informati. «Abbiamo scelto questa scuola proprio per il metodo DADA, ci era stato presentato come un progetto innovativo, una svolta», racconta una madre di un’alunna di prima media. «E invece ci ritroviamo con bambini stanchi, affaticati, demoralizzati. Doveva essere un plus, è diventato un malus».
In molti lamentano una comunicazione scolastica approssimativa, poco trasparente, priva di aggiornamenti puntuali e rassicurazioni concrete. Nessuno, dicono, aveva chiarito che la didattica per ambienti sarebbe partita senza la componente logistica essenziale per renderla praticabile. Eppure era proprio nei dettagli – nella concretezza – che si sarebbe giocata la riuscita del progetto.
Nel frattempo, alcuni genitori si sono mobilitati concretamente, avviando una raccolta firme per chiedere interventi urgenti. L’obiettivo è semplice e legittimo: dotare ogni studente di un armadietto personale, come promesso all’inizio dell’anno scolastico. Il documento è stato indirizzato sia alla dirigenza scolastica sia al Comune, nella speranza che almeno uno dei due livelli istituzionali si assuma la responsabilità di una risposta chiara.
Ma la risposta, per ora, non arriva. Dalla scuola nessuna comunicazione ufficiale, se non qualche voce ufficiosa che attribuisce il ritardo a problemi burocratici e intoppi logistici. C’è chi parla di gare d’appalto in stallo, chi di fondi ancora da sbloccare. Quel che è certo è che, a ogni aggiornamento, la risposta è sempre la stessa: bisogna attendere.
E mentre si attendono armadietti che non arrivano, gli unici a portare il peso – letteralmente – di questa situazione sono gli studenti. Una generazione a cui si chiedono curiosità, intraprendenza e spirito critico, ma a cui non si garantiscono nemmeno le condizioni minime per esercitarli. L’ambiente scolastico, che doveva essere dinamico e stimolante, si è trasformato in un percorso a ostacoli quotidiano, fatto di spostamenti frenetici e zaini carichi come valigie.
Il metodo DADA continua a essere raccontato come il futuro della scuola. Ma senza strutture adeguate, senza spazi e strumenti, il futuro rischia di diventare una promessa infranta. E la scuola, invece che un luogo dove crescere, rischia di diventare – ancora una volta – un’esperienza frustrante.
Insomma, se l’innovazione resta sulla carta e la logistica non segue, l’unico vero cambiamento percepito da famiglie e studenti è il mal di schiena. E non bastano le buone intenzioni per alleggerire il carico.
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