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12 Maggio 2025 - 15:33
L'assessora Chiara Gaiola, all'istruzione
È il 12 maggio e le famiglie non sanno nulla: né quando apriranno le iscrizioni, né dove si terranno i centri estivi, né quanti posti ci saranno. L’unica certezza? Le chiacchiere. Tante. Troppe.
A Settimo Torinese, nella città guidata dall’infallibile Elena Piastra e da "Miss preferenze" Chiara Gaiola (assessora all'istruzione) dove tutto è strategia, governance, open data e “visione”, capita che il 12 maggio i genitori non abbiano ancora la minima idea di come organizzarsi per l’estate dei propri figli. I centri estivi? Ancora un miraggio. Anzi no, una chimera nascosta dietro l’ennesima “gara d’appalto”.
Eh già, perché pare – udite udite – che la cooperativa dell’anno scorso abbia terminato il mandato.
E quindi? E quindi si aspetta. Si aspetta il nome del nuovo gestore. Si aspetta la comunicazione ufficiale. Si aspetta che arrivi il 22 maggio. Poi, se tutto va bene, si aspetta l’apertura delle iscrizioni. E infine, si spera. Sì, si spera che ci sia ancora posto.
Nel frattempo, i genitori che lavorano, quelli che non hanno nonne e nonni sempre disponibili, quelli che non hanno i soldi per i centri privati (che invece le iscrizioni le hanno già aperte da settimane, ma guarda un po’), possono tranquillamente farsi una bella camomilla. Oppure mandare un piccione viaggiatore a Palazzo Comunale per chiedere udienza.
Perché qui il problema non è solo la burocrazia. È l’assurdità del sistema. Ogni anno la stessa storia, ogni anno lo stesso balletto: si arriva a fine maggio per aprire le iscrizioni, con la consueta scarsità di posti, con comunicazioni che più vaghe non si può, con il solito “vedremo”, “faremo sapere”, “state tranquilli”.
Ma tranquilli di cosa, esattamente?
Di sapere solo a giugno se i nostri figli avranno un posto in cui passare le giornate? Di scoprire all’ultimo momento se il servizio coprirà due settimane o tutto luglio? Di trovarsi davanti a una pagina web con scritto “posti esauriti” due ore dopo l’apertura delle iscrizioni?
E intanto, l’Amministrazione sforna comunicati, progetti, slogan, aperture di mostre, eco-manifestazioni, piste ciclabili pitturate con l’evidenziatore. Tutto molto bello, per carità. Ma le cose normali, le cose concrete, quelle che servono davvero alle persone, spariscono.
Però dai, almeno ci sono gli insetti impollinatori.
Perché è questo che Settimo è diventata: una città dove le priorità si sono ribaltate, dove la narrazione conta più dell’organizzazione, dove si gestisce tutto con lo stesso algoritmo dell’ufficio stampa. Dove ci si dimentica che l’estate scolastica non è una novità imprevista, ma un appuntamento annuale da pianificare. Da mesi, non da giorni.
E così, mentre i cittadini si scambiano informazioni alla cieca su Facebook, cercando di ricostruire la verità tra una riga e l’altra, l’Amministrazione tace.
Oppure balbetta: “Stiamo aspettando la fine della gara”.
Ma la domanda è una: in una città che vanta d'essersi aggiudicata il titolo di "città dell'inclusione", dove tutto è un "festival dell'innovazione", dove si progettano quartieri a energia positiva e musei internazionali della chimica che tutto il mondo ci invidierà, è mai possibile che un centro estivo non riesca a essere attivato per tempo?
Oppure è proprio questo il problema: che a Settimo Torinese, città del futuro, la realtà è diventata l’unico ostacolo al progresso.
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