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Chiara Pinna alla gara nazionale dell’assistenza sociale: l’orgoglio dell’Istituto D’Oria

L’alunna della 4°B SS rappresenta Ciriè e il Piemonte alla competizione riservata ai migliori studenti d’Italia. Grazie al lavoro della prof.ssa Valentina Botto, l’istruzione professionale si conferma un ponte concreto tra scuola e mondo del lavoro

Chiara Pinna alla gara nazionale dell’assistenza sociale: l’orgoglio dell’Istituto D’Oria

Chiara Pinna

Studiare, certo. Ma anche ascoltare, osservare, agire. E soprattutto, mettersi alla prova con consapevolezza. Non per emergere, ma per capire meglio chi si è e che ruolo si vuole avere nel mondo. È questo che ha fatto Chiara Pinna, studentessa della 4°B SS dell’Istituto Professionale “Tommaso D’Oria” di Ciriè, selezionata per rappresentare il suo istituto – e di riflesso il Piemonte – alla prestigiosa gara nazionale per l’indirizzo “Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale”, svoltasi l’8 e 9 maggio a Prato.

Un appuntamento che non è solo una competizione tra scuole, ma una vera e propria esperienza formativa ad alta intensità. Lì, all’Istituto Dagomari, si sono ritrovati i migliori studenti italiani dell’indirizzo socio-sanitario, provenienti da tutte le regioni. Una platea di ragazze e ragazzi accomunati da un obiettivo: misurarsi con le proprie competenze, sfidare i propri limiti, rappresentare la propria scuola con responsabilità.

A prato

attestato

Chiara ha partecipato con determinazione, serietà e lucidità, affrontando due prove costruite per mettere alla prova il livello di preparazione degli studenti sia sul piano teorico che su quello operativo. La prima le ha richiesto l’elaborazione di un intervento educativo e assistenziale strutturato, mentre la seconda l’ha immersa in una simulazione pratica di relazione d’aiuto, in cui empatia, capacità di lettura delle dinamiche umane e gestione della complessità erano requisiti fondamentali.

Ma ciò che più colpisce di questa esperienza è tutto quello che è avvenuto intorno e dentro le prove. In quei due giorni, Chiara si è confrontata con coetanei di tutta Italia, ha ascoltato punti di vista diversi, ha appreso nuovi metodi di lavoro, ha condiviso valori. Ha imparato, anche, che lavorare nel sociale significa prima di tutto guardare all’altro con rispetto, comprendere i contesti, offrire soluzioni senza perdere mai il contatto con la persona. E lo ha fatto mantenendo alta l’attenzione, la concentrazione, la capacità di adattamento: qualità che, nella pratica quotidiana dei servizi alla persona, fanno davvero la differenza.

Quella di Prato non è stata una parentesi, ma un tassello importante nella formazione di una futura professionista del sociale. Una palestra di vita, dove Chiara ha messo in gioco sé stessa e ne è uscita più forte, più consapevole, più ricca. Ha consolidato le cosiddette soft skills – comunicazione efficace, gestione del tempo, autonomia decisionale – ma soprattutto ha sperimentato in prima persona quanto il suo percorso scolastico la stia preparando a un lavoro tanto delicato quanto necessario.

A rendere possibile questa partecipazione, come ogni anno, è stato l’impegno della referente dell’indirizzo, la professoressa Valentina Botto, figura di riferimento per le classi del settore socio-sanitario dell’Istituto D’Oria. È lei, con costanza e convinzione, a credere nella validità della formazione esperienziale, promuovendo la partecipazione dei suoi studenti alla gara nazionale e accompagnandoli in un percorso di crescita che va ben oltre le aule. Grazie al suo lavoro, intere generazioni di studenti imparano che l’istruzione professionale non è una seconda scelta, ma una strada concreta e dignitosa per entrare nel mondo con competenze vere, e con un’identità professionale già in formazione.

La partecipazione di Chiara alla gara nazionale è quindi il frutto di un lavoro di squadra: il talento individuale che incontra la guida educativa, l’impegno quotidiano che si confronta con il mondo reale. È una storia che dimostra come l’istruzione professionale, quando è fatta con cura, può essere un autentico ponte tra scuola e società, tra formazione e lavoro, tra sogni e realtà.

Per Chiara è stato un traguardo, ma anche un nuovo inizio. Per l’Istituto D’Oria, una conferma. Per tutti, un esempio da raccontare.

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