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12 Maggio 2025 - 23:24
Andrea Grigolon al centro
La pioggia di venerdì mattina non ha spento la voglia di partecipazione. Dalle 9 alle 11, in appena due ore, ben 1.400 chilogrammi di rifiuti elettronici sono stati conferiti dai cittadini al punto raccolta straordinario allestito al mercato cittadino. Un risultato sorprendente per quella che, nelle intenzioni della Società Canavesana Servizi, era poco più di una sperimentazione. E invece, nonostante il maltempo, la risposta è arrivata forte e chiara da decine di persone provenienti da diversi Comuni del territorio.
Nel contenitore speciale allestito da SCS in collaborazione con il Comune di Ivrea, hanno trovato posto 920 kg di piccoli elettrodomestici – dagli asciugacapelli ai frullatori, dai pc alle stampanti – 400 kg di televisioni e monitor, e 70 kg di lampadine, led e neon. Un bottino che testimonia non solo la quantità, ma anche la varietà dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che spesso giacciono inutilizzati in casa, oppure finiscono erroneamente nel sacco dell’indifferenziata.
“Non immaginavamo un’adesione simile, viste le condizioni meteo”, ha ammesso il direttore generale di SCS, Andrea Grigolon, parlando di “una proposta sperimentale” che ha riscosso attenzione anche grazie a una campagna informativa articolata: affissioni, social network, newsletter comunali, siti istituzionali. Strumenti diversi, per raggiungere pubblici diversi.
Tra chi ha portato vecchi dispositivi elettronici e chi si è fermato per chiedere informazioni, al gazebo di SCS si è parlato anche di privacy e sicurezza. “C’è ancora chi teme che buttare uno smartphone o un pc significhi esporsi al furto dei dati personali”, ha spiegato Grigolon. “In realtà ogni dispositivo viene disassemblato e trattato in sicurezza, con l’obiettivo prioritario del recupero delle materie prime”.
E in effetti, il valore di quei rifiuti è tutt’altro che trascurabile. Uno smartphone, da solo, può contenere fino a 50 metalli diversi, tra cui oro, argento, rame, ferro, alluminio, vetro. Una tonnellata di telefoni cellulari può contenere fino a 100 volte più oro di una tonnellata di minerale aurifero. Ma i RAEE sono anche tra le principali minacce ambientali, se smaltiti in modo improprio: piombo, mercurio, cadmio, arsenico sono solo alcune delle sostanze tossiche che possono inquinare terreni e falde acquifere.
A Ivrea, però, i dati non sono incoraggianti. La raccolta media pro capite è di soli 4,8 kg per abitante, contro i 6,07 kg della media nazionale. Da qui l’idea, spiegata dal presidente di SCS Calogero Terranova, di “portare l’informazione verso i cittadini e non aspettare che siano loro a cercarla”. Ecco quindi gazebo, presenze sul territorio, incontri nelle scuole, contenitori diffusi anche per le piccole utenze, oltre alla già attiva raccolta domiciliare.
“La raccolta di venerdì ha rappresentato un piccolo grande segnale”, ha concluso Terranova. “Ogni rifiuto elettronico conferito è un passo avanti verso un sistema di raccolta più efficiente e consapevole. Possiamo crescere ancora molto, ma serve un cambiamento culturale che porti a vedere il rifiuto non come scarto, ma come risorsa”.
Una sfida aperta, quindi, che riguarda tutti. Anche perché – ricordano da SCS – 18 dei 49 elementi chimici presenti nei RAEE sono stati dichiarati materie prime critiche dall’Unione Europea: risorse rare, difficili da reperire, fondamentali per tecnologie green come pannelli solari, auto elettriche e turbine eoliche. E che, paradossalmente, continuiamo a gettare via.
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