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Rifiuti, poltrone e amnesie: la poltrona incollata al sedere di Calogero

Rivoluzione nella gestione rifiuti del Canavese: tra nuovo cda e ambiziosi piani strategici, il ritorno di Calogero Terranova al centro delle dinamiche politiche

Rifiuti, poltrone e amnesie: la poltrona incollata al sedere di Calogero

Calogero Terranova

Scs: si cambia. Il consiglio di amministrazione della società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in 57 Comuni del Canavese è arrivato a fine corsa. L’attuale governance è in scadenza e, come da avviso pubblico, entro il 20 maggio sarà necessario rinnovare i tre componenti del cda, oltre a procedere con la nomina del collegio sindacale e del revisore legale. La partita è nelle mani dell’assemblea dei sindaci, chiamata a scegliere i nuovi vertici che guideranno la società nei prossimi anni, in un contesto in evoluzione che guarda a un futuro tutt’altro che banale.

Il compenso previsto per il presidente sarà di 19mila euro lordi all’anno, mentre i consiglieri percepiranno 8mila euro ciascuno. Lasciano l’incarico l’attuale presidente Calogero Terranova, la consigliera Barbara Guglielmino e il vicepresidente Stefano Tuberga. Si conclude il mandato anche per il collegio sindacale, composto da Annamaria Marinaci, Giovanni Alessandro e Paolo De Bernardi.

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Sul piano finanziario, Scs si presenta con una struttura solida: il patrimonio netto supera i 3,9 milioni di euro, mentre la disponibilità liquida è pari a 2,3 milioni. I dipendenti sono 130: un dirigente, 18 impiegati e 111 operai. Ogni anno la società gestisce oltre 50.000 tonnellate di rifiuti urbani, di cui 32.000 tramite la raccolta differenziata, servendo una popolazione di oltre 105.000 abitanti. La media di rifiuti prodotti per cittadino è pari a 508 chilogrammi all’anno.

Nel bilancio più recente, approvato all’unanimità dai sindaci, è stato inserito un aumento di 2 euro e 70 centesimi per abitante nel piano finanziario del 2025. Ma non si tratta di una crescita legata a costi operativi: il rincaro servirà ad accantonare risorse per realizzare un piano strategico ambizioso che prevede, entro il 2041, la completa trasformazione del sistema di raccolta. In prospettiva, plastica e metalli saranno gestiti tramite porta a porta con appositi sacchi, mentre l’indifferenziato sarà conferito in campane ad accesso controllato. Carta e organico continueranno ad essere raccolti a livello stradale e il vetro resterà invariato.

Il piano strategico entrerà nel vivo già a partire dal 2025 con l’avvio della fase di progettazione. Le successive tappe, previste nel 2026 e 2027, includeranno le gare per gli approvvigionamenti e l’inizio dell’attuazione concreta. Per il prossimo anno sono già previsti investimenti per 2,5 milioni di euro, di cui oltre 1,3 milioni destinati all’acquisto di nuovi automezzi. L’obiettivo dichiarato è generare un utile superiore a 450.000 euro, segnale di una gestione che mira a un equilibrio tra efficienza economica e modernizzazione dei servizi.

Scs, insomma, non si limita a cambiare amministratori. Sta per entrare in una nuova fase, più esigente, più complessa, talmente complessa che, pare, non riescano neanche a pensare di poter fare a meno di Calogero Terranova.

Il suo è, infatti, un dei nomi che vanno per la maggiore. Si è fatto per la verità anche quello di Maurizio Perinetti, l'ex capogruppo in consiglio comunale del Pd, ma essendo in pensione, in base alla Legge Madia, dovrebbe lavorare gratis per un anno e poi lasciare. Insomma non si può fare. Tant'è!

E chi è Calogero? Beh! Calogero è uno che piace al Pd praticamente da sempre, una sorta di "coito" mai interrotto.

Piace alla sinistra ma anche alla Lega, almeno stando all'ultima "vacanza romana" del gennaio scorso per partecipare al summit internazionale organizzato dal deputato Alessandro Giglio Vigna. Perchè "esporsi" così tanto? Pare lo abbia fatto non per "amicizia" ma per non perdere l'occasione di vedere da vicino il "Parlamento" e farsi fare una foto con lo sfondo. Quel che succede nella testa dei bambini quando pensano a Disneyland, insomma. Questa è la cifra...

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Calogero: l’uomo del Pd che sta bene a tutto l’arco costituzionale

C’è chi per ottenere un incarico deve compilare curriculum, dimostrare competenze, superare selezioni. E poi c’è Calogero Terranova, che con la stessa nonchalance con cui si scorda di pagare la Tari riesce a tornare – con ostinata regolarità – alla guida della SCS, la multiutility che raccoglie rifiuti in 57 Comuni del Canavese. Una lunga carriera, la sua, fatta di incarichi, presidenze, poltrone e... cartelle mancate. Già, perché prima di essere uno stimato commercialista con il vizio del consiglio d’amministrazione, Calogero è diventato famoso per una piccola – si fa per dire – svista fiscale.

È il dicembre del 2022 e, all’assemblea dei sindaci della SCS,  si presenta con una lettera in mano, da leggere in tono solenne come se fosse la bolla papale. La firma è del Comune di Ivrea. Il messaggio è chiarissimo: “Non risultano debiti a mio nome”. Peccato che a finire sotto la lente dell’Ufficio tributi non sia stato il Calogero contribuente, ma il Calogero presidente e socio di minoranza di una società privata – la Btc Service & Consulting srl che si era dimenticata di pagare per anni la tassa sui rifiuti.

La cifra complessiva? Diecimila euro, sparsi su quattro anni. A Ivrea, dove ogni garage ha il suo destino, risultavano 509 metri quadri non dichiarati, tre autorimesse, sei posti auto e – sorpresa sorpresa – anche un’abitazione che non era intestata a lui ma alla moglie. E quindi? E quindi niente. Tutto regolare. Anzi, Calogero si giustifica: “C’è stato un errore sui metri. Hanno sbagliato i conti. Non me ne sono mai occupato direttamente. Lo so che fa ridere, ma è capitato a me”. Tradotto: “Capita”. Un po’ come trovare l’umido nel secco o dimenticarsi di fare la differenziata.

Da buon equilibrista politico, Terranova si salva con un patteggiamento da 2.500 euro l’anno, che fa cifra tonda: diecimila euro per far passare la paura. E con la stessa naturalezza con cui aveva evitato i bollettini, evita anche le domande. Perché all’assemblea dei sindaci non vola nemmeno una mosca. Nessuno si alza, nessuno protesta, nessuno – tra destra e sinistra – chiede conto dell’imbarazzo. Nemmeno un assessore di Ivrea, nemmeno un consigliere, nemmeno un “ma scusi”. Tutti zitti, tutti fermi, come scolpiti nella pietra. Come menhir.

A rappresentare il Comune di Ivrea c’erano Elisabetta Piccoli e Giuliano Balzola, due nomi che in teoria avrebbero dovuto dire qualcosa. Magari: “Non è il caso che il presidente della società che raccoglie la spazzatura venga associato a un’evasione sulla tassa rifiuti?”. E invece niente.  “Pensiamo alla salute”, avranno pensato.

Ma chi è Calogero Terranova? Nato nel 1968 a Canicattì, in provincia di Agrigento, approda a Ivrea col passo felpato del commercialista esperto. Iscritto all’albo dei commercialisti e degli esperti contabili, colleziona incarichi come figurine Panini: revisore contabile, perito penale, consulente del tribunale, membro di collegi sindacali sparsi tra Canavese e dintorni. Un curriculum da manuale.

Dal 2016 siede nel consiglio di amministrazione della SCS: prima con Maddalena Vietti Niclot, poi riconfermato nel 2019, infine nel 2022 viene nuovamente eletto su indicazione dell’area Pd, con il plauso del sindaco di Strambino Sonia Cambursano, che rivendica la scelta in nome della “continuità” e del “grande lavoro fatto nei tre anni precedenti”. Già, continuità. Di mandati, di incarichi e – perché no – anche di distrazioni.

Eppure, c’è dell’altro. Nella galassia delle società e delle partecipate eporediesi, Terranova si è seduto ovunque. Al CCA, al Cic, al Distretto tecnologico in Aeg e ci fermiamo qui. Tra le altre cose Terranova è stato anche presidente del Lions Club di Ivrea, dove era succeduto a Roberto Battegazzorre. Di sicuro Terranova ha fatto una buona impressione anche a chi governa l’Aci, socio di minoranza al 15% di Ivrea Parcheggi che nel 2018 ha fatto il suo nome conferendogli un posto in questo cda. 

L’Aci (Automobile club Italia), per la cronaca, fino ai primi mesi del 2021 aveva sede in via Cesare Pavese, nello stesso edificio che ospita la Btc Service & Consulting. Ha chiuso i battenti quando con il nuovo corso, Ivrea Parcheggi ha messo in discussione la convenzione del valore di 30 mila euro per la vendita di abbonamenti, tessere Europark e Card Orange, con sommo dispiacere del presidente Luigi Berruti, che non è un omonimo del Berruti che aveva diretto Ivrea Parcheggi fino a qualche anno prima.

La Morale è sempre quella. E non è “fai merenda con Girella”!

Se verrà riconfermato, il Calogero del Canavese, sarà la prova definitiva che la memoria corta – quella fiscale, politica, collettiva – è la vera dote necessaria per far carriera nelle società pubbliche. Altro che master in economia circolare. Serve solo un pizzico di retorica, un curriculum blindato e la capacità di sopravvivere alle figuracce. E in questo, Calogero Terranova è un maestro. 

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