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12 Maggio 2025 - 10:35
Sara Inzerra presidente dell'associazione Athena
Un mese dopo l’alluvione che ha devastato Monteu da Po, Industria riapre. La città romana, inghiottita dal fango e dall’acqua il 17 aprile scorso, torna ad accogliere i visitatori. Non tutto è sistemato, non ancora. Ma si riparte. Con dignità. Con coraggio. E con l’orgoglio di chi sa che la cultura non può marcire sotto un metro d’acqua.
La riapertura è prevista per sabato 17 maggio. Da quel giorno, le visite guidate saranno disponibili ogni giovedì, sabato e domenica. Per informazioni e prenotazioni si può contattare il 3792592724 o scrivere a athena.as.culturale@gmail.com.
“È un primo passo. Nonostante tutto. Nonostante i danni, nonostante l’incertezza dei fondi”, racconta Sara Inzerra, presidente dell’Associazione Culturale Athena. È lei che da anni guida con passione la valorizzazione del sito. Ed è lei che, solo qualche settimana fa, lanciava un appello disperato: “Tutto sommerso, tutto rovinato”.
Il Tempio di Iside, unico nel Nord Italia, è ancora in sofferenza. I mosaici sono stati invasi dal fango, le domus sono fragili, ferite. Ma si va avanti. In attesa di notizie certe da parte del Ministero della Cultura, che dovrà sbloccare i fondi per il restauro, la pulitura e il consolidamento delle strutture antiche, si decide di riaprire. Perché lasciare Industria chiusa significherebbe condannarla due volte: prima al disastro ambientale, poi all’oblio.
Un gesto simbolico. Ma anche concreto. Perché Industria non è solo un sito archeologico locale: è un patrimonio nazionale, uno dei cuori culturali più importanti del Piemonte. Alessandro Barbero, lo storico, l’ha sempre detto: “Industria è un unicum, un gioiello archeologico e simbolico”.
Le visite sono un modo per tenere viva la memoria, raccogliere attenzione, magari anche qualche donazione. Perché di fondi ce n’è bisogno. Tanti. E in fretta.
Intanto la collina continua a leccarsi le ferite. A Lauriano, Brusasco, Cavagnolo, Castagneto, San Raffaele Cimena si lavora per liberare le strade dalle frane. Ma se la riapertura di Industria è un segnale, allora è anche una speranza. La bellezza può resistere, anche sotto il fango.
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