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Industria riapre dopo l’alluvione: visite guidate al sito romano

Il Tempio di Iside torna visitabile dal prossimo fine settimana

Sara Inzerra presidente dell'associazione Athena

Sara Inzerra presidente dell'associazione Athena

Un mese dopo l’alluvione che ha devastato Monteu da Po, Industria riapre. La città romana, inghiottita dal fango e dall’acqua il 17 aprile scorso, torna ad accogliere i visitatori. Non tutto è sistemato, non ancora. Ma si riparte. Con dignità. Con coraggio. E con l’orgoglio di chi sa che la cultura non può marcire sotto un metro d’acqua.

La riapertura è prevista per sabato 17 maggio. Da quel giorno, le visite guidate saranno disponibili ogni giovedì, sabato e domenica. Per informazioni e prenotazioni si può contattare il 3792592724 o scrivere a athena.as.culturale@gmail.com.

“È un primo passo. Nonostante tutto. Nonostante i danni, nonostante l’incertezza dei fondi”, racconta Sara Inzerra, presidente dell’Associazione Culturale Athena. È lei che da anni guida con passione la valorizzazione del sito. Ed è lei che, solo qualche settimana fa, lanciava un appello disperato: “Tutto sommerso, tutto rovinato”.

Il Tempio di Iside, unico nel Nord Italia, è ancora in sofferenza. I mosaici sono stati invasi dal fango, le domus sono fragili, ferite. Ma si va avanti. In attesa di notizie certe da parte del Ministero della Cultura, che dovrà sbloccare i fondi per il restauro, la pulitura e il consolidamento delle strutture antiche, si decide di riaprire. Perché lasciare Industria chiusa significherebbe condannarla due volte: prima al disastro ambientale, poi all’oblio.

Un gesto simbolico. Ma anche concreto. Perché Industria non è solo un sito archeologico locale: è un patrimonio nazionale, uno dei cuori culturali più importanti del Piemonte. Alessandro Barbero, lo storico, l’ha sempre detto: “Industria è un unicum, un gioiello archeologico e simbolico”.

Le visite sono un modo per tenere viva la memoria, raccogliere attenzione, magari anche qualche donazione. Perché di fondi ce n’è bisogno. Tanti. E in fretta.

Intanto la collina continua a leccarsi le ferite. A Lauriano, Brusasco, Cavagnolo, Castagneto, San Raffaele Cimena si lavora per liberare le strade dalle frane. Ma se la riapertura di Industria è un segnale, allora è anche una speranza. La bellezza può resistere, anche sotto il fango.

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