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09 Maggio 2025 - 13:48
“Ferire una panchina non zittisce un messaggio”. È questa la frase comparsa su un cartello affisso su una panchina rossa, spezzata. Vernice scrostata, assi divelte. Un gesto preciso, gratuito. Un colpo diretto non solo contro un oggetto, ma contro ciò che rappresenta: la lotta alla violenza sulle donne.
Succede a Leini, primi giorni di maggio. In pieno centro, nel parco San Valentino. Il luogo dove dovrebbe esserci spazio per le passeggiate, per i bambini, per il verde. E invece qualcuno ha scelto di colpire lì.
Non è la prima volta che un simbolo viene danneggiato. Ma ogni volta, quel gesto, ferisce come se fosse la prima. Questa volta è toccato a una panchina. Rossa, come il sangue. Rossa, come le scarpe lasciate sulle piazze ogni 25 novembre. Ma anche rossa come un allarme, un segnale. Per chi vuole vedere.
L’immagine della panchina vandalizzata ha iniziato a circolare su un gruppo Facebook locale. I commenti sono esplosi. Indignazione, rabbia, domande. “Perché?” è quella che torna più spesso. Ma non c’è risposta semplice.
L’assessore Alessandro Gilestro non ha girato intorno alla questione. “Il gesto si commenta da sé,” ha detto. E ha promesso: “La ripristineremo. Il bene comune va difeso, sempre.”
Ora arriva la risposta anche da parte del sindaco Luca Torella che è stato ancora più netto: "Colpire quella panchina significa oltraggiare tutte le vittime, zittire un messaggio di speranza, sfidare i valori fondamentali della nostra comunità: rispetto, dignità, giustizia. Ma a chi ha compiuto questo gesto diciamo una cosa sola: non ci farete arretrare di un solo passo. La nostra risposta sarà chiara e visibile: ripristineremo la panchina al più presto, ancora più forte, ancora più presente".
Arriva la risposta del Comune sulla panchina di Leini
È così che Leini ha scelto di rispondere. Non con il silenzio. Non con l’abitudine. Ma con un impegno rinnovato: "Continueremo a parlare, educare, costruire una cultura che rifiuta ogni forma di violenza - commenta la vicesindaca Bruna Panero - perché chi distrugge un simbolo, non distrugge il significato. Il nostro impegno è più vivo che mai".
Il messaggio è chiaro: la panchina tornerà e sarà più forte, più visibile, come promette il cartello. Perché chi rompe legno e vernice può anche pensare di aver zittito qualcosa. Ma non ha capito nulla. I messaggi non si cancellano con un calcio o con una bomboletta. Si riscrivono. Più chiari, più grandi.
E oggi, in quel parco, c’è già qualcuno che si ferma davanti a quei resti. Legge la frase, la commenta e riflette.
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