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Scuola senz'acqua potabile per la presenza di batteri: in classe con le bottigliette

Il consigliere comunale chiede chiarezza, l'amministrazione rassicura: "Tutto sotto controllo"

Scuola senz'acqua potabile per la presenza di batteri: in classe con le bottigliette

Scuola senz'acqua potabile per la presenza di batteri: in classe con le bottigliette

Martedì 29 aprile. Alla scuola Mazzucchelli di Chivasso compare un avviso che gela i genitori: “Acqua non potabile”. Un cartello che nessuno vorrebbe leggere in un’aula scolastica, figuriamoci quando si parla di bambini delle elementari e dell’infanzia. Il motivo? Una lieve carica batterica nei rubinetti. Non un’epidemia, certo. Ma neppure una sciocchezza.

A rompere il silenzio ci ha pensato Bruno Prestìa, consigliere comunale del gruppo Per Chivasso, che ha preso carta e penna per dire quello che molti pensavano: “I nostri bambini devono essere assolutamente tutelati. Un problema legato all’acqua è anche un rischio per la salute che va tenuto sotto controllo prontamente ma soprattutto deve essere prevenuto”. Parole chiare, nette. Perché il vero interrogativo è uno solo: da quanto tempo l’acqua è in queste condizioni?

È un problema interno alle tubature? Oppure qualcosa di più ampio? si domanda Prestìa. E aggiunge: “Chiederò ufficialmente chiarimenti in merito, perché la salute dei nostri bambini deve essere al primo posto”. Domande legittime, alle quali però, per ora, non ci sono risposte definitive. Le famiglie sono state avvisate solo con una circolare via email. E lunedì, al ritorno dalle vacanze, i bambini potrebbero ritrovarsi con lo stesso cartello attaccato ai muri. L’acqua sarà di nuovo potabile? Nessuno lo sa.

Nel frattempo, sono scattate le contromisure. Il Comune ha comprato bottiglie da un litro e mezzo e la Smat ha consegnato boccioni da 18 litri. I controlli sono in corso. Ma l’ansia resta. A tentare di rassicurare ci ha pensato l’assessore ai Lavori pubblici Fabrizio Debernardi: “È stato riscontrato un valore fuori norma in un solo rubinetto dell’istituto, con una percentuale di batteri comunque minima. Tuttavia, per precauzione, abbiamo deciso di sospendere l’erogazione”. Sì, ma fino a quando?

Palazzo Santa Chiara

Neppure Debernardi si sbilancia: “Siamo in attesa dell’esito della seconda analisi. Solo in caso di risultato conforme potremo riattivare l’erogazione dell’acqua”. Stessa linea anche da parte dell’assessore all’Istruzione Gianluca Vitale, che però ci tiene a sottolineare il funzionamento del sistema: “Questa situazione dimostra che i controlli periodici funzionano. Grazie a queste verifiche siamo riusciti a intervenire tempestivamente”. Una frase che suona un po’ come "meglio scoprirlo tardi che mai", ma che non consola chi ogni giorno affida i propri figli alla scuola.

Intanto, il Comune fa sapere che l’attenzione resta alta. I filtri sono stati sanificati, nuovi campioni sono stati prelevati dai rubinetti più usati. Le analisi sono in corso da parte dell’ASL TO4 e del Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino, nell’ambito del monitoraggio sulla sicurezza igienica scolastica. Comprendono anche audit, test microbiologici e perfino assaggi sensoriali in mensa. Ma l’acqua resta imbottigliata.

Tre unità di coliformi ogni 100 millilitri. Questa la “lieve carica batterica” rilevata. Tanto basta a bloccare l’uso alimentare. Ed è proprio questo il punto: se l’acqua non si può bere, vuol dire che il problema c’è. E se c’è, va individuato. E risolto. In fretta. Perché la salute dei bambini – e su questo Prestìa ha ragione – non può aspettare.

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