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04 Maggio 2025 - 17:06
Incidente (foto di repertorio)
Nel primo quadrimestre del 2025 sono 354 le vittime degli incidenti stradali avvenuti nei fine settimana in Italia. Appena dieci in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a un calo del 2,7%, secondo i dati ufficiali dell’Osservatorio Asaps-Sapidata, che raccoglie i rilievi di tutte le forze di polizia. Nell’ultimo weekend di aprile le vittime sono state 26, mentre nel primo fine settimana di maggio – segnato dal tragico schianto in Puglia con tre giovani morti – le proiezioni restano drammatiche: già almeno 23 morti registrati fino alla mattinata di domenica.
Particolarmente preoccupante è anche la situazione degli utenti fragili. Nei primi quattro mesi dell’anno hanno perso la vita 123 pedoni, contro i 133 dello scorso anno, e 59 ciclisti, in aumento rispetto ai 54 del 2024, con un incremento del +9,2%.
A intervenire sulla questione è il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni: “Le misure introdotte dalla recente riforma del Codice della strada sono particolarmente incentrate sul contrasto all'uso del cellulare alla guida e al contrasto all'abuso di alcolici e stupefacenti con risultati certamente positivi, grazie al visibile incremento dei controlli”.
Giordano Biserni
Tuttavia, Biserni solleva un problema ancora irrisolto: “La continua latitanza del decreto di omologazione degli autovelox, e misuratori della velocità in genere, sta diventando un caso: se non verrà risolto entro brevissimo tempo alla luce del requisito richiesto in modo imprescindibile dalla Cassazione, si correrà il rischio di vedere un'estate nella quale gli autovelox saranno spenti dai comuni con una sorta di rischiosissimo 'liberi tutti' che non potrà non avere conseguenze negative sulla sicurezza nelle strade”.
“Manca poco più di un mese al 12 giugno, termine ultimo indicato dal decreto Salvini, per sapere quali autovelox fissi verranno autorizzati. Dopo il decreto del Mit molte prefetture non hanno ancora pubblicato i provvedimenti autorizzatori diretti ai comuni”, conclude Biserni.
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