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18 Aprile 2025 - 15:30
Vandalizzata la sede ANPI nel quartiere Aurora a Torino
A pochi giorni dalla Festa della Liberazione, la sede ANPI “Guidetti Serra–Pesce” del quartiere Aurora a Torino è stata vandalizzata con una violenza che non è solo materiale, ma simbolica e politica. Sulla serranda del circolo è apparsa la scritta “partigiani assassini”, affiancata da un adesivo recante una svastica, simbolo dell’ideologia nazifascista che i partigiani combatterono settant’anni fa.
Il locale, situato in uno dei quartieri più popolari e multietnici della città, ospita anche un presidio Arci e la sede della Federazione torinese di Rifondazione Comunista. Il gesto non è quindi solo un attacco all’ANPI, ma colpisce un intero spazio di partecipazione civica, memoria e cultura democratica.
L’episodio è stato scoperto nelle prime ore della mattinata e subito denunciato alle forze dell’ordine. Non si tratta del primo caso in città: negli ultimi anni episodi simili si sono moltiplicati, in coincidenza con momenti sensibili del calendario civile come il 25 aprile o il Giorno della Memoria. Ma l’avvicinarsi della Festa della Liberazione rende il gesto ancora più inquietante, come se si volesse delegittimare in anticipo un appuntamento fondante per la democrazia italiana.
La sezione vandalizzata porta il nome di due figure storiche della Resistenza: Bianca Guidetti Serra, avvocata e parlamentare, punto di riferimento del garantismo e della giustizia sociale, e Giovanni Pesce, comandante partigiano, decorato con la medaglia d’oro al valor militare. Nominarli oggi, in questo contesto, non è retorica ma resistenza, memoria attiva contro il revisionismo.
Immediate le reazioni delle realtà coinvolte. L’ANPI di Torino ha parlato di “atto vile e inaccettabile”, sottolineando che “il fascismo non è un’opinione, ma un crimine contro l’umanità”. Arci e Rifondazione hanno espresso solidarietà reciproca, definendo l’accaduto “un attacco a tutti coloro che credono nella Costituzione nata dalla lotta di Liberazione”.
Numerose anche le reazioni della società civile, dei sindacati e dei cittadini, che sui social hanno rilanciato le immagini della serranda imbrattata, accompagnandole con messaggi come “ora e sempre Resistenza” e “non ci farete tacere”.
Il Comune di Torino ha condannato l’episodio. Sono attese prese di posizione anche da Regione e Parlamento. L’area videosorvegliata potrebbe fornire elementi utili per identificare i responsabili.
Intanto, la sezione ANPI danneggiata ha già fatto sapere che le attività proseguiranno senza interruzione. Il 25 aprile, quel portone imbrattato sarà ancora più aperto, ancora più simbolico, pronto ad accogliere chi crede che la memoria sia un dovere, non un’opzione. Un segnale chiaro: i muri si imbrattano, ma i valori non si cancellano.
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