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17 Aprile 2025 - 17:12
Costanza Casali
Carmagnola ci crede davvero. La candidatura a Capitale Italiana del Libro 2026, ufficializzata nella mattinata di giovedì 17 aprile nella Sala Consiliare del Comune, non è un’iniziativa di facciata o un semplice esercizio di stile amministrativo: è un progetto dettagliato, partecipato, sorretto da solide basi culturali e guidato da una professionista che di dossier vincenti se ne intende. Cravattona azzurra, gonna scozzese, camicia bianca... toh guarda chi si rivede. E' Costanza Casali, l'ex assessora del comune di Ivrea che nel 2022 si aggiudicò il titolo.
Ora è lei la coordinatrice e project manager del dossier carmagnolese. Una figura di esperienza, capace di unire visione e concretezza, metodo e creatività. E a Carmagnola, lo sanno bene, è proprio quel tipo di guida che serve per ambire a un riconoscimento nazionale che, in questi anni, ha trasformato profondamente le città vincitrici.
Accanto a lei, nella squadra che ha firmato la candidatura, ci sono anche Paolo Verri, advisor dei contenuti culturali, e Nicolas Ballario, incaricato della comunicazione e della costruzione dell’identità visiva. Una squadra solida, fatta di nomi noti e competenze trasversali, a supporto di un’idea centrale: la cultura come motore di comunità, la lettura come strumento per definire e condividere identità.
Proprio l’identità è il tema portante della candidatura carmagnolese. Un’identità che si costruisce nel tempo, che si rinnova passando per le voci dei lettori, degli agricoltori, dei bambini, dei lavoratori, degli insegnanti, dei nonni e delle famiglie. Un’identità che si legge nei libri e si scrive ogni giorno nei quartieri, nei mercati, nelle biblioteche, nelle scuole. Il progetto intende dar voce a questa pluralità, facendone il cuore pulsante del dossier.
Durante la conferenza stampa, il sindaco Ivana Gaveglio ha sottolineato il radicamento culturale di Carmagnola, ricordando le tante iniziative che dal 2018 rendono viva la città: “Portici da Leggere”, “Letti di Notte”, “Aperilibro”, “Il Libro del Mercoledì”, “La Settimana dell’Otium”, “La Festa del Lettore”, e persino la pubblicazione della rivista culturale Panorama Carmagnolese sostenuta dal Comune. Ma il dossier, ha chiarito il vicesindaco e assessore alla Cultura Alessandro Cammarata, non vuole basarsi solo sul passato. È costruito su una base partecipativa reale, grazie a un’indagine condotta tra i cittadini, che ha già raccolto più di mille risposte, con un'alta percentuale di partecipazione giovanile.
I numeri parlano chiaro: oltre il 40% dei rispondenti ha meno di 25 anni, il 63,5% è donna, quasi l’80% legge a casa, e i consumi culturali principali, oltre al libro, sono cinema, teatro, radio, sport e TV. Interessante il dato sul tempo di lettura: solo il 19,5% supera le 7 ore settimanali, mentre la fascia tra 1 e 3 ore coinvolge il 43% degli intervistati. È chiaro quindi che, se la lettura è viva, c’è anche uno spazio enorme per renderla più strutturale nella vita quotidiana.
È qui che entra in gioco l’idea più originale e potenzialmente rivoluzionaria del progetto: “Metti un libro nello stipendio”. Una proposta nata all’interno del gruppo di lavoro coordinato da Casali, che si ispira dichiaratamente alla visione culturale di Adriano Olivetti, secondo cui il lavoro non doveva essere solo produttività ma anche formazione, crescita, responsabilità. Il progetto prevede l’inserimento di buoni libro nella busta paga, come accade già con i buoni pasto. Una visione che non si limita a promuovere la lettura, ma la istituzionalizza come diritto e come bene comune. Non è solo un’idea suggestiva: è già stata presentata a Confindustria Canavese e all’Unione Industriali di Torinoper valutarne l’attuabilità.
E se la cultura deve lasciare segni tangibili, allora anche le infrastrutture devono parlare la stessa lingua. Il Comune ha annunciato il recupero di due importanti edifici storici: l’antico palazzo municipale diventerà la nuova Biblioteca Civica, mentre il complesso di Sant’Agostino ospiterà il futuro Archivio Storico Comunale. Interventi finanziati con fondi del PNRR, che testimoniano un investimento a lungo termine sul patrimonio culturale.
A completare il quadro, il logo della candidatura: sei libri aperti, di colori diversi, disposti a cerchio. Un simbolo che evoca circolarità, comunità, molteplicità di voci. Realizzato dallo studio Cucù e presentato da Nicolas Ballario, il logo è pensato come un moderno Ex Libris: un segno personale e collettivo, un’impronta visiva che racconta l’identità di chi legge, di chi scrive, di chi partecipa. È pop, accessibile, pensato per entrare nell’immaginario anche dei più giovani. E, come ha dichiarato Ballario, può essere visto come una ruota, un’arancia, un sole, un occhio immerso nella lettura. La sua forza è tutta lì: ognuno ci vede dentro qualcosa di sé.
Nel 2022 fu Ivrea a conquistare il titolo, grazie a una narrazione intelligente e radicata nella storia olivettiana. Una narrazione che fu proprio Costanza Casali a guidare e plasmare, allora da assessora alla Cultura. Oggi, a tre anni di distanza, la sua presenza in un altro Comune del torinese non passa inosservata. Anzi, segna un passaggio significativo: non è un semplice “trasferimento”, ma la dimostrazione che certe competenze, quando funzionano, trovano terreno fertile anche altrove. Carmagnola punta su di lei per entrare nella ristretta cerchia delle Capitali del Libro. E lo fa con cognizione di causa, affidando la candidatura a chi ha già dimostrato di saper coniugare contenuti e strategia, rete territoriale e linguaggio nazionale.
Il dossier sarà pronto prima entro il 26 maggio. La corsa è cominciata. La posta in gioco è alta. Ma Carmagnola, stavolta, ha deciso di giocarsela fino in fondo. Con i libri. E con le persone giuste.
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