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Ivrea Easy. Turismo amministrativo per intenditori

Una palina in inglese, tra anagrafe, tribunale e INAIL

Ivrea Easy: turismo a piedi tra l’INPS e la Guardia di Finanza

Ivrea Easy: turismo a piedi tra l’INPS e la Guardia di Finanza

Altro che Parigi, Venezia o Firenze. L’epicentro del turismo europeo ha cambiato coordinate: benvenuti a Ivrea, capitale internazionale del turismo amministrativo. Grazie al progetto “Ivrea Facile” – pardon, “Ivrea Easy” – la città inaugura una nuova stagione per viaggiatori esigenti. Altrove si visitano chiese, musei, tramonti. Qui, si scopre l’INPS, l’INAIL, il Comune, la Guardia di Finanza e, se avanza tempo, magari anche il cimitero.

Con una mossa comunicativa che farebbe impallidire i Monty Python, il Comune ha piazzato nel cuore della città una palina turistica bilingue – italiano e inglese, per non sbagliare – che illustra con cura maniacale tutti i luoghi imperdibili per chi ha il feticcio della burocrazia. Nessuna indicazione per enoteche o belvederi, zero accenni al sito Unesco o al Castello. Solo l’essenziale: City Hall, Registry Office, National Social Insurance Agency INPS.

Immaginate la scena. Famigliola belga appena scesa alla “Public Train Station”. Papà legge rapito la palina, la mamma si commuove: “Honey, look! The Finance Guard!” I bambini impazziscono: “Daddy, can we go to the Registry Office, pleeease?” E via, parte il tour.

Tre percorsi – arancione, verde, blu – guidano il turista attraverso le meraviglie dello stato eporediese. Dall’anagrafe al Municipio, dalla Pretura (ops, Court of Ivrea) al centro per ipovedenti, che diventa il più esotico Visual Rehabilitation Center (una spa per retine stanche?).

E poi lui, l’eroe indiscusso del viaggio: l’INPS. Ribattezzato National Social Insurance Agency, evoca un misto di James Bond e tagli al welfare. Una tappa obbligata per chi sogna di affrontare code, ritirare cedolini e discutere sulla contribuzione figurativa. L’Indiana Jones del XXI secolo parte da qui.

ivrea easy

Non manca il Cemetery, ovviamente, per ricordare che in certi casi è bene sapere dove poter riposare in eterno dopo una giornata così intensa. Magari su una panchina con vista Cycle Pedestrian Bridge N. Capellaro.

Per chi ama il verde, ci sono gli impareggiabili High School Gardens – uno per C. Botta, l’altro per A. Gramsci – ideali per un picnic tra certificati e ricordi di maturità. Gli sportivi, invece, possono misurarsi con l’Institute of Higher Education G. Cena (che letto al volo suona come il fratello istruito di John Cena) e il mitico Canoe Stadium, dove anche l’acqua parla inglese.

Tutto molto international. O meglio: tutto in inglese.
Merito dello studio FFWD – che potremmo tranquillamente tradurre in Facciamo Finta We’re Designers – e dell’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Comotto, detto “l’inglese”, che ha rivendicato con fierezza: «Abbiamo lavorato per rendere accessibili i percorsi soprattutto alle fasce più deboli». Più deboli di così?

Nel frattempo, dalla palina, Camillo Olivetti osserva perplesso, indicato come tappa del Classical High School. E viene quasi da immaginarselo che si gira nella tomba non tanto per l’inglese, ma per l’idea che si debba spiegare dov’è l’INAIL a chi arriva da Tokyo.

Intorno, gli eporediesi leggono e si interrogano. Uno punta il dito su “Registry Office” e chiede: «Cos’è, un’agenzia viaggi?». Un altro si ferma su “Court of Ivrea” e mormora: «Ah, ma allora l’ex Pretura è diventata internazionale...». Risposte? Non pervenute. Forse tradotte in sanscrito sul prossimo totem.

La verità è semplice: si poteva fare una cosa utile, sobria, chiara. Una palina solo in italiano sui percorsi per raggiungere i servizi, per chi la città la vive davvero. Invece abbiamo scelto l’estetica del nonsense istituzionale: un oggetto urbano che non informa, ma si autocelebra. Un monumento all’inutilità comunicativa, finanziato con fondi PNRR e tradotto, probabilmente, con Google Translate Premium Plus.

Ivrea sarà anche Easy. Ma per capirla… ci vuole un interprete.
E il dramma vero? È che se qualcuno osa dire a Comotto che ha fatto una stronzata, quello si offende. Se lo dici al presidente del consiglio Luca Spitale, gli parte l’embolo. E se lo dici alla sindaca? Boh. Forse manda una PEC.

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