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15 Aprile 2025 - 18:29
In foto l'auto di Daniela Caminotto parcheggiata nel posto riservato ai diversamente abili
Un caffè troppo leggero e il posto sbagliato dove parcheggiare. A chi non è mai successo?
Ieri mattina, lunedì 14 aprile, in centro a Verolengo, Daniela Caminotto, consigliera comunale di opposizione, già assessore del Comune, ha lasciato la sua auto in un parcheggio riservato ai disabili. Un errore evidente. Non serve l’analisi della scena del crimine per capire che lì non si doveva stare. Ma il punto, forse, è un altro.
Un cittadino che passava di lì ha scattato una foto, come ormai si fa: click, senza pensarci troppo. Poi l’ha mandata in giro, tra gruppi WhatsApp, chiacchiere virtuali, giudizi rapidi e commenti non richiesti. Fino a che quella foto è arrivata dritta sul telefono della stessa Caminotto. E a quel punto, anziché ignorare, cancellare, far finta di nulla, ha deciso di fare una mossa in contropiede: autodenunciarsi pubblicamente nel gruppo Facebook "Racconta Verolengo". Lo ha fatto con parole semplici, dirette, senza pararsi dietro scuse.
«Ho sbagliato e chiedo immensamente scusa. Ho sicuramente dato un cattivo esempio soprattutto per il ruolo che rivesto nella nostra comunità», ha scritto. Poi ha aggiunto: «Chi ha scattato la foto avrebbe fatto meglio a chiamare i vigili. Avrei meritato una sonora multa, più che i pietosi commenti fatti circolare».
Il post di Daniela Caminotto pubblicato sui social
Una mossa intelligente? Forse sì. Strategica? Forse anche. Fatto sta che i commenti sotto al post (una trentina) sono stati tutti solidali. Nessun dito puntato, solo pacche sulle spalle. Persino Gianluca Gavazza, ex consigliere regionale e oggi molto attivo sui social, ha sentito il bisogno di intervenire: «Certe distrazioni possono capitare. Quel che conta è scusarsi, come tu hai fatto… Ma perché non vediamo mai le foto di chi parcheggia sulle strisce per "grattare" un attimo qua e là? Forse esistono amministratori di serie A e di serie B?»
E qui il punto si fa interessante.
Perché il post di Caminotto, nel suo tono umano e umile, ha disinnescato la bomba. Ha messo a tacere l'indignazione da tastiera, trasformandola in una standing ovation di comprensione. Ma se quella stessa foto fosse stata pubblicata da un altro cittadino, con un commento di indignazione sotto, quanti avrebbero avuto lo stesso spirito indulgente? Quanti si sarebbero schierati a favore, anziché attaccare il “nemico politico”?
E allora la domanda non è tanto ha fatto bene Caminotto ad autodenunciarsi? — perché, sì, ha fatto bene. La vera domanda è: siamo capaci di pesare gli errori di tutti con la stessa bilancia? Oppure viviamo in un paese in cui l’empatia scatta solo quando a raccontare la storia è il protagonista, mentre se a farlo è uno qualunque, subito parte il tiro al bersaglio?
Il rischio è che la coerenza civica venga sostituita dall’algoritmo della simpatia, della militanza, dell’amicizia. E che a sbagliare siano sempre “gli altri”. Perché, come dice il proverbio, la prima gallina che canta ha fatto l’uovo. Ma non sempre quella gallina riceve solo applausi.
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