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Il tumore al colon colpisce sempre più giovani: +500% in vent’anni, ma si può prevenire

Dati allarmanti in Europa e in Italia: aumentano i casi sotto i 50 anni. Sintomi da non ignorare, alimentazione da rivedere e screening ancora troppo lenti

Tumore al colon

Il tumore al colon colpisce sempre più giovani: +500% in vent’anni, ma si può prevenire

Una malattia che sembrava lontana, quasi “da adulti”, oggi bussa alle porte di chi ha appena vent’anni. Il tumore al colon sta colpendo una fascia d’età impensabile fino a pochi decenni fa. E i numeri non lasciano scampo: in Europa, negli ultimi vent’anni, si è registrato un aumento del 500% tra adolescenti e giovani adulti. In Italia, ogni anno, oltre 5.000 diagnosi colpiscono persone sotto i 50 anni. La scienza è chiara: non è un’eccezione, ma un trend. E va fermato.

L’allarme arriva da chi ogni giorno combatte questo male in corsia. Il dottor Roberto Persiani, chirurgo oncologo al Policlinico Gemelli e presidente di EuropaColon Italia, è diretto: “I giovani si credono invincibili, ma devono imparare ad ascoltare il proprio corpo”. E aggiunge: “I sintomi arrivano, ma spesso li ignoriamo o li cerchiamo su internet. È un errore che può costare caro”.

I segnali ci sono, e vanno riconosciuti. Anemia inspiegabile, perdita di peso improvvisa, dolori addominali ricorrenti, sangue nelle feci: sono tutti campanelli d’allarme che meritano attenzione medica, non click su un motore di ricerca. Negli Stati Uniti si è già corso ai ripari, anticipando il test per il sangue occulto nelle feci a 45 anni. In Italia, invece, la macchina della prevenzione è ancora ingolfata dalla burocrazia, e molte Regioni restano ferme a protocolli superati.

Tumore al colon, i numeri

Eppure, il tumore al colon è tra i più “prevedibili”. Nell’80-90% dei casi nasce da un polipo benigno che impiega 5-10 anni per diventare maligno. Un tempo enorme, durante il quale screening e controlli possono fare la differenza tra vita e morte. In Piemonte qualcosa si muove: è stata lanciata una campagna di screening gratuito in farmacia, un modello da osservare e, magari, estendere a livello nazionale.

Ma la prevenzione inizia anche a tavola. Il 40% dei tumori ha una relazione diretta con l’alimentazione. Eppure, un paziente su due chiede una dieta solo dopo la diagnosi. Frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce azzurro e frutta secca sono alleati preziosi. Così come lo sono l’attività fisica, la riduzione di alcol e carne rossa, e l’abolizione del fumo. Non sono abitudini “da salutisti”: sono scelte concrete che abbassano il rischio reale.

Il tumore al colon non è più un nemico lontano. È nelle nostre città, nelle nostre famiglie, nei corpi di giovani che non pensavano di poterne essere colpiti. Tocca a noi decidere se aspettare o agire, se chiudere gli occhi o investire su consapevolezza, educazione, prevenzione.

Perché oggi non basta curare: bisogna arrivare prima.

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