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Brandizzo

Quando l’incuria seppellisce anche la memoria: degrado e abbandono per le tombe storiche

La giunta non riesce ad acquistare un piccolo terreno privato per onorare il partigiano Paolo Barra

La sindaca Monica Durante (di sfondo il cimitero cittadino)

La sindaca Monica Durante (di sfondo il cimitero cittadino)

Il parco della Rimembranza dimenticato, le tombe illustri in rovina, un'occasione mancata per onorare la Liberazione

La sindaca Monica Durante ha comunicato trionfante -  presentati  come interventi di «riqualificazione» -   la sostituzione di  alcune pianticelle e qualche filare di siepe presso  quello che era una volta il Parco della Rimembranza davanti al cimitero. Piu di una anno fa - regnante il sindaco Paolo Bodoni - il nostro giornale aveva denunciato l'impresssionante stato in cui versava e versa una delle realizzazioni più lodevoli dell'amministrazione Buscaglia - Merlo e cioè il salvataggio da sicura  rovina delle tombe o delle lapidi di alcuni illustri personaggi brandizzesi mediante  la costituzione di un piccolo Famedio. Naturalmente, nulla avvenne e oggi la situzione è precipitata, forse senza rimedio.

Chi entra nel cimitero vede così il bel monumento sepolcrale  del Maestro Luigi Felice Rossi, massima gloria di Brandizzo, annerito e reso irriconoscibile dall'incuria e con le iscrizioni illeggibili.

Così pure languono le e si stanno sgretolando le lapidi con bassorilievi dei fratelli Pezza, amministratori comunali dell'Ottocento, del sindaco Giuseppe Matta e  la pietra tombale del cavalier Giovanni Re, proprietario dell'omonimo mulino, anche lui sindaco,  che volle il municipio attuale inaugurato nel 1898.

Di fronte ad esso, versa in stato di avanzata  decadenza il monumento ai caduti mentre si approssima, tra pochi giorni,  l'ottantesimo anniversario della Liberazione. In tale occasione, come da molti suggerito, sarebbe stato possibile rendere visitabile il cippo che,  situato in un fondo privato lungo la gora del mulino, ricorda il partigiano Paolo Barra nel punto esatto in cui fu ucciso dai tedeschi in ritirata il 27 aprile 1945.

Conosciamo la risposta e cioè che si tratta della  particella del fondo di un privato il quale, peraltro, è disponibile a cederla. Il fatto è illuminante e dice che questa giunta, incapace di trattare con un solo privato per pochi metri di terreno , non  potrebbe mai affrontare e risolvere l'unico grande progetto che cambierebbe il volto di Brandizzo evitando la sua morte e cioè  la realizzazione della viabilità a sud così come  prevista e tracciata  nel  vigente Piano Regolatore.

Una occasione persa e che indica come pensare e agire in grande (per la verità nemmeno in piccolo) non sia affare di questa giunta. 

In compenso altro proclama: il mercato di via Torino, per il quale è stato indetto, senza clamore,  un referendum chiesto dalla minoranza, si è arricchito di un altro banco.  Senza fare i veggenti, abbiamo l'impressione che l'operazione spostamento del mercato, avrà ancora altri sviluppi.

Per adesso intanto la convegnistica non subisce arresti. 

    

 

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