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11 Aprile 2025 - 22:18
Un’occasione di riflessione e dialogo per comprendere il valore della partecipazione giovanile nella società contemporanea. Questo è stato il fulcro dell'evento organizzato da YEPP Italia, con il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo, tenutosi giovedì 10 aprile presso il Polo del ‘900 di Torino.
L'incontro ha avuto come punto di partenza la presentazione dei risultati della ricerca “Tu sei una persona che partecipa?”, un'indagine che esplora il coinvolgimento giovanile tra i 15 e i 25 anni, analizzando non solo il loro impegno nel volontariato, ma anche le forme di partecipazione che i giovani ritengono più significative.
Il titolo della ricerca stessa pone un interrogativo cruciale: Cosa spinge i giovani a partecipare attivamente alla vita sociale? Che valore attribuiscono a forme di volontariato e a iniziative di impegno civico? E soprattutto, quali strumenti potrebbero incentivare una partecipazione ancora più forte e consapevole? Gli spunti emersi dal dibattito sono stati molteplici e di grande rilevanza, non solo per gli operatori del settore, ma per l’intera società civile.
L’evento è stato aperto da Angela Lostia, presidente di YEPP Italia, e Marzia Sica, responsabile dell’Obiettivo Persone della Fondazione Compagnia di San Paolo. Entrambe le relatrici hanno sottolineato l'importanza di stimolare il protagonismo delle nuove generazioni e di promuovere una cittadinanza attiva e consapevole. La ricerca, che ha coinvolto più di 2.000 giovani in Piemonte e Liguria, rappresenta un passo fondamentale per comprendere il desiderio di partecipazione delle nuove generazioni, ma anche le sfide che si pongono nel contesto attuale.
L'incontro a Torino al Polo del '900
Il dato più significativo che emerge dall’indagine è che, sebbene oltre l'85% dei giovani riconosca nel volontariato e nell’associazionismo una forma fondamentale di partecipazione, solo il 16% di loro è realmente impegnato in queste attività in modo frequente. Un contrasto che invita a riflettere sui motivi di questa disconnessione tra riconoscimento teorico e pratica quotidiana.
Nonostante questo gap, il 35% dei giovani intervistati ha affermato di sentirsi motivato a partecipare a cambiamenti concreti solo se la propria voce viene ascoltata. Questo dato riflette una forte esigenza di empowerment e di essere attivamente coinvolti nelle decisioni che riguardano la propria vita e quella delle loro comunità.
Nel corso dell’evento, un contributo particolarmente significativo è arrivato da Andrea Giorgis, presidente della Croce Rossa di Mappano e giovane attivista nel mondo del volontariato, che ha raccontato la sua esperienza diretta di partecipazione e impegno sociale. Con i suoi trent’anni, Andrea è un esempio vivente di come la gioventù non sia solo il futuro, ma anche il presente delle nostre comunità.
Nel suo intervento, Andrea Giorgis, ha raccontato l’esperienza di Croce Rossa Italiana, dove il potere giovanile è sancito dall’Articolo 13 dello Statuto, e dove la governance in prima persona consente ai giovani di incidere davvero e di essere protagonisti attivi nella vita associativa.
La Croce Rossa di Mappano, infatti, è un esempio di come le giovani generazioni possano assumere ruoli di leadership, portando nuove idee e contribuendo a rispondere ai bisogni locali con maggiore efficacia e creatività.
Un altro aspetto centrale emerso durante l’evento è stato il legame tra partecipazione giovanile e sostenibilità, sia sociale che ambientale. I giovani, infatti, non solo sono fortemente impegnati a livello civico e sociale, ma sono anche in prima linea nella lotta per la sostenibilità ambientale. La ricerca ha rivelato come le nuove generazioni siano particolarmente sensibili alle tematiche ambientali, e come il coinvolgimento in progetti di sostenibilità sia un potente motore di partecipazione e di azione collettiva.
L’impegno dei giovani nel volontariato e nella cura delle proprie comunità è, infatti, inseparabile dall’impegno verso un futuro più equo e sostenibile.
La ricerca “Tu sei una persona che partecipa?” ha messo in luce non solo l’impegno attuale dei giovani, ma anche le potenzialità inespresse che potrebbero essere stimolate con politiche e azioni mirate.
Se i dati suggeriscono che i giovani sono pronti a partecipare, ma necessitano di essere ascoltati e coinvolti in modo significativo, è compito della società, delle istituzioni e delle organizzazioni di promuovere gli strumenti giusti per rendere possibile questo impegno. L'evento di Torino ha confermato che, per i giovani, la partecipazione non è solo un diritto, ma una responsabilità che va coltivata con azioni concrete, sostenibili e inclusive.
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