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09 Aprile 2025 - 22:47
Rumori autorizzati
Il cantiere più silenzioso del Canavese sta finalmente per farsi sentire. Non con i lavori, certo: quelli sono in ritardo di quasi sette mesi. Ma con il rumore, quello sì. Perché a Strambino, dove la stazione ferroviaria attende da tempo una profonda ristrutturazione finanziata con i fondi del Pnrr, è arrivato il via libera ufficiale... a superare i limiti di inquinamento acustico.
Sembra una battuta, ma è tutto vero.
Era il 28 agosto 2024 la data indicata da Rete Ferroviaria Italiana come inizio degli interventi di adeguamento e rifunzionalizzazione della stazione. Una stazione dove da anni i pendolari si arrangiano tra marciapiedi vecchi, accessi poco funzionali, barriere architettoniche e un’area esterna più simile a un piazzale dimenticato che a un punto strategico per la mobilità locale.
Ma da allora, a parte una recinzione che chiude una porzione del parcheggio davanti alla stazione e qualche cartello da cantiere, non si è visto nulla. Né uomini, né mezzi. Solo silenzio. Un silenzio che, paradossalmente, ora si trasforma in problema.
A fine febbraio infatti la giunta comunale di Strambino ha approvato una deroga speciale per consentire il superamento dei limiti di accettabilità del rumore, su richiesta dell’impresa che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) eseguire i lavori: la D’Adiutorio Appalti e Costruzioni, con sede in provincia di Teramo. Una ditta che conosce il Canavese, evidentemente, solo attraverso Google Maps.
La deroga acustica – che più che un passaggio tecnico sembra una mossa per giustificare l’arrivo imminente del rumore – riguarda il periodo dal 1° marzo al 30 settembre 2025, e autorizza i rumori da cantiere nei giorni feriali, dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 18.
Fin qui tutto chiaro. Meno chiara è la parte dei lavori veri e propri. Perché il progetto complessivo ha una durata stimata di 528 giorni, poco meno di un anno e mezzo. Se le previsioni verranno rispettate (e l’esperienza insegna che raramente accade), si andrà avanti almeno fino a febbraio 2026.
Nel frattempo, ai cittadini non resta che abituarsi all’idea di sentire rumore... prima ancora di vedere risultati.
Il progetto, per carità, è di quelli ambiziosi: si parla di una stazione completamente rinnovata, con marciapiedi rialzati e accessibili, sottopasso con ascensori e scale, una nuova area verde davanti all’ingresso, servizi igienici moderni, una sala d’attesa con sedute (sì, anche le sedute sono una conquista), un locale commerciale interno, parcheggi riorganizzati e persino un atrio di ingresso riqualificato.
L’investimento per Strambino è importante: sei milioni di euro su un totale di 13 milioni, condivisi con l’altra stazione “gemella” di Montanaro. Tutti fondi pubblici provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Quei fondi che dovevano servire per “modernizzare il Paese”.
Peccato che, almeno per ora, la modernizzazione sia ferma ai nastri di partenza. A Strambino, i pendolari continuano ad arrangiarsi, tra binari vecchi e scale ripide, mentre il cantiere resta un recinto chiuso e silente. Le uniche carte che si muovono sono quelle firmate nei palazzi comunali per dire che sì, potete pure fare casino – basta che vi decidiate a cominciare.
Nessuna cerimonia di avvio lavori, nessuna ruspa in vista, nessuna conferenza stampa con foto di gruppo davanti a un cartello “Lavori in corso”. Solo un permesso per superare i limiti di legge sul rumore. Una notizia che in un Paese normale arriverebbe dopo l’apertura del cantiere. A Strambino invece arriva prima.
Insomma, in questa stazione il futuro non arriva in treno, ma in sordina. E adesso, forse, a colpi di trapano.
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