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A Strambino l’amore si paga: tariffe per sposarsi in Comune, ma il Salone d’onore resta un sogno

Sempre meno nozze, sempre più regole: il Comune introduce un tariffario per i matrimoni civili. I residenti non pagano, per gli altri si arriva fino a 400 euro. Ma tra i numeri in calo e il profumo dell’intonaco antico, l’emozione di dirsi “sì” resiste

A Strambino l’amore si paga: tariffe per sposarsi in Comune, ma il Salone d’onore resta un sogno

matrimoni civili

Il cuore batte ancora, ma le nozze rallentano. A Strambino, paese che nel 2004 aveva visto i matrimoni civili superare per la prima volta quelli religiosi, oggi si conta il calo, si registrano i numeri e si regolano i conti. Da marzo, chi decide di sposarsi con rito civile nel Comune guidato da Sonia Cambursano dovrà fare i conti con un tariffario preciso, pensato per distinguere tra chi è residente e chi invece sceglie il borgo per amore della location, ma senza metterci radici.

Per i cittadini strambinesi, infatti, la celebrazione resta gratuita, almeno nell’ufficio del sindaco o nel Salone Unità d’Italia. Per chi arriva da fuori, invece, il prezzo dell’amore sale: 120 euro nell’ufficio del primo cittadino, 200 nel salone se non si accende il riscaldamento, 400 se la temperatura va alzata – e non solo quella dell’emozione. Un tariffario che copre anche le cerimonie fuori orario: se uno degli sposi è residente, tutto resta gratuito, altrimenti si paga, anche in questo caso, fino a un massimo di 400 euro.

Nel Salone d’onore del 1845, che pare uscito da un romanzo ottocentesco, tra stucchi e affreschi, le coppie non residenti troveranno la bellezza – ma anche il conto. L’intento dichiarato è evitare che i costi organizzativi gravino sulla comunità: il Comune mette a disposizione spazi e personale, ma vuole che a sostenere le spese siano soprattutto coloro che arrivano da fuori per dire “sì” in una cornice suggestiva.

Ma dietro le cifre e i regolamenti, c’è un dato che colpisce: i matrimoni sono sempre meno. Nel 2023 ne sono stati celebrati appena 15: sei religiosi, nove civili. Un trend in discesa rispetto agli anni d’oro. Nel 2004, l’anno del sorpasso, furono 30 le unioni registrate, 17 civili e 13 religiose. Ancora prima, nei primi anni Duemila, erano le chiese a dominare la scena con 24 matrimoni religiosi contro 8 civili nel 2001. Poi il lento declino.

matrimoni

La sindaca riconosce che le entrate previste da questo nuovo sistema non cambieranno certo il bilancio comunale. I numeri sono piccoli, la popolazione è stabile, e le coppie che scelgono di unirsi sono poche. Ma l’organizzazione va fatta, il cerimoniale va curato, e il Salone d’onore non si apre da solo.

Tra formalità e romanticismo, Strambino prova a rimanere al passo coi tempi. Se il rito religioso perde terreno e il municipio diventa sempre più spesso il teatro delle promesse, allora tanto vale regolamentare il tutto. E se l’amore è cieco, almeno il tariffario è chiaro.

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