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06 Aprile 2025 - 18:47
foto archivio
Un campo abbandonato, spogliatoi fatiscenti, erba alta e silenzio. È questo, oggi, il desolante stato del campo sportivo di strada Poligono a San Carlo Canavese. Un impianto comunale che per anni ha fatto giocare la squadra locale, ospitato eventi, attirato ragazzi. Poi il buio. L’oblio. La solitudine. Fino adesso.
L’amministrazione comunale ha deciso di provarci ancora e ha pubblicato un bando per affidare la gestione della struttura. Obiettivo: riportarla in vita e restituirla alla comunità. Una missione quasi da archeologi dello sport, perché là dove una volta si correva dietro a un pallone oggi resta solo un’ombra di ciò che era.
Nel bando non si chiede solo entusiasmo, ma anche impegno concreto. Chi deciderà di partecipare avrà tempo fino a lunedì 28 aprile per presentare la documentazione all’ufficio protocollo del Comune, in strada Ciriè 3, oppure spedire tutto con raccomandata. Il progetto vincente si porterà a casa una concessione di dieci anni, prorogabile di altri duesolo se verranno effettuati investimenti sostanziosi. Nessuna possibilità, però, di subappaltare o cedere la gestione ad altri: il campo è tuo, te lo tieni.
Il nuovo gestore dovrà partire dalla base: sistemare il terreno di gioco, rimettere in sesto gli spogliatoi, fare i conti con anni di incuria. E poi, magari, riuscire dove altri hanno fallito. L’ultima convenzione era stata revocata nel luglio 2023 all’Unione Sportiva San Carlo, accusata di non avere un programma sportivo né idee concrete su come sostenere l’attività.
Ma la verità è che la crisi dello sport di base, aggravata dalla pandemia e dalle difficoltà economiche delle associazioni, non ha risparmiato nemmeno questo angolo di Canavese. Lo conferma il fatto che, dal 2019, il campo è rimasto inutilizzato. E sì che, oltre al calcio, aveva ospitato perfino i Blitz di Ciriè, la squadra di football americano. Poi più nulla.
Ora si cerca qualcuno che non solo abbia voglia di ripartire, ma anche idee nuove. Perché nel bando si lascia spazio a discipline alternative, purché compatibili con la struttura. Non è necessario tornare al solito schema del “campo da calcio e basta”. Il Comune sembra aprire anche a forme di sport più moderne, più inclusive, più flessibili.
L’idea è quella di trasformare lo scheletro dell’impianto in un luogo vivo, un centro di aggregazione per i giovani, un presidio sportivo aperto e dinamico. Ma tra le buone intenzioni e i risultati concreti c’è sempre di mezzo quella parola che gli amministratori spesso usano con leggerezza: progettualità.
Per ora c’è solo un bando. L’ennesimo. Resta da vedere se arriverà qualcuno disposto a metterci testa, gambe e portafogli. Perché San Carlo, di promesse sullo sport, ne ha già sentite abbastanza.
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