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05 Aprile 2025 - 15:38
foto archivio
C’è chi scende dal treno con la valigetta del lavoro, chi con il panino del pendolare e chi — in certi casi straordinari — con trolley leopardato, tacchi a spillo e più extension che vestiti addosso. Succede a Chivasso, ogni tanto. E quando succede, anche le rotaie si vergognano un po’.
A scendere dal regionale Torino-Milano, due ragazze biondissime, appena uscite — pare — dal backstage di un videoclip di reggaeton girato nel Bronx. Due creature così appariscenti che neanche un palo della luce durante un blackout. Arrivano leggere, svolazzanti, quasi galleggiando sull’asfalto di piazza Garibaldi, sotto gli occhi increduli di passanti, pendolari e – ironia delle ironie – mezza caserma dei Carabinieri e una squadra della Polfer presenti sul posto per ben altri motivi. Tipo contrastare il crimine, non documentare scene da Beautiful versione hard discount.
Ad attenderle, un uomo. Quarantenne, sudato, con lo sguardo da 'non è come sembra' e la macchina da 'non è mai stata pulita': una gloriosa Fiat Uno sverniciata, versione “Archeologia Industriale su quattro ruote”. La scena che si compone davanti agli occhi di chiunque abbia almeno un bulbo oculare funzionante è a metà tra il tragico e l’esilarante: lui si sbraccia, agita il cellulare, si guarda intorno imbarazzato, probabilmente sperando che le due valchirie pensassero di trovare un autista con berretto e guanti bianchi. Invece no, c’è lui. Il Cenerentolo del trasporto clienti.
Ora, noi non vogliamo giudicare. Ma quando due ragazze vestite (si fa per dire) da cubiste del mercoledì universitario a Ibiza arrivano in un paese dove l’evento dell’anno è la Sagra del Salame d’Oca, qualcosa inevitabilmente stona. Tipo twerkare in biblioteca o fare lo spogliarello nella sala d’aspetto del medico di base.
Ma qui non parliamo solo di folclore. Perché, come canta anche De André — che in tutto questo verrebbe probabilmente citato a sproposito da chi legge solo i titoli — una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale. E infatti la voce, come un petardo lanciato in una stanza chiusa, rimbalza per Crescentino con la velocità di un pettegolezzo al mercato del martedì: sono escort. Non una visita fugace, non una toccata e fuga. No. Una presenza fissa, stabile, organizzata. Con base operativa in un appartamento vicino a via Tournon. In pieno centro. Come le poste. O il panettiere.
Cosa ci facciano due giovani professioniste del sesso a Crescentino è domanda che ha spaccato in due il paese: c’è chi si indigna e chi prende appuntamento. Loro, intanto, pubblicano annunci sui siti giusti, indicando genericamente Vercelli come luogo di riferimento. Un depistaggio? Un vezzo? Una strategia di marketing territoriale? Non è dato saperlo. Sta di fatto che chi ha il numero giusto riceve l'indirizzo corretto, con precisione svizzera.
E la clientela? A detta di un vicino — categoria antropologica fondamentale nei piccoli centri, più di un sociologo con la penna — l’afflusso è eterogeneo. C'è chi arriva in bici, chi in SUV, chi in carrozzina con il freno a mano tirato. Ma il cuore del business, pare, è fatto di pensionati benestanti, ex funzionari, ex direttori di banca, ex moralisti. Gente con l’età per godersi la pensione e la faccia tosta per godersi anche altro. Un piccolo salto dal circolo bocciofilo all’appartamento del desiderio. Un modo come un altro per sentirsi di nuovo giovani. Almeno per quaranta minuti.
Il tutto, ovviamente, avvolto dal più classico dei silenzi omertosi: si finge di non sapere, si abbassa la voce, si cambia marciapiede. Ma poi, tra una focaccia e un caffè, la lingua scivola: "L’è rivà ancora quella là, quella bionda… col carrello… e l’om lì, con la Uno che pare un catorcio". E il mito si alimenta.
Crescentino, intanto, vive la sua piccola rivoluzione a luci rosse. Senza scandali ufficiali, senza fiaccolate né commissioni consiliari. Con un'efficienza e una discrezione che molti bordelli svizzeri potrebbero solo invidiare. E il tutto, con partenza e arrivo dalla stazione di Chivasso. Altro che Frecciarossa. Qui il treno è regionale, ma l’accoglienza è da cinque stelle.
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