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PoSalvaMare, il fiume si ribella alla plastica

Parte da Torino il progetto nazionale per fermare i rifiuti nei corsi d’acqua: barriere galleggianti, smart cam e sensibilizzazione per proteggere il Po e il mare

PoSalvaMare

PoSalvaMare, il fiume si ribella alla plastica (foto di repertorio)

Un fiume può salvare il mare. Con questa idea nasce PoSalvaMare, l’ambizioso progetto che parte da Torino per poi estendersi lungo l’intero distretto del Po, coinvolgendo Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. L’obiettivo è chiaro: intercettare i rifiuti plastici prima che raggiungano l’Adriatico, attraverso una rete di azioni concrete e tecnologie all’avanguardia.

Promosso dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, il piano prevede l’installazione di barriere galleggianti cattura-plastica, l’impiego di smart cam per il monitoraggio dei rifiuti nei fiumi, controlli satellitari, ma anche campagne di sensibilizzazione e pulizia delle sponde con il coinvolgimento diretto delle comunità.

«Torino sta lavorando attivamente sul tema, anche attraverso le sue aziende partecipate, per la pulizia e il controllo dei fiumi» – ha dichiarato l’assessore Francesco Tresso. «Con questo progetto si uniscono tecnologia e partecipazione, due elementi fondamentali per affrontare la sfida ambientale».

A sottolineare l’importanza dell’iniziativa anche Fernanda Moroni, dirigente dell’Autorità di bacino: «PoSalvaMare è un’opportunità per affrontare il problema del river litter, migliorare la qualità delle acque e fermare la plastica prima che raggiunga il mare».

Il progetto parte da dati concreti e allarmanti. Secondo uno studio di Legambiente, sulle sponde di 16 fiumi italiani sono stati rilevati oltre 15.000 rifiuti, con una media di 457 oggetti ogni 100 metri di sponda. «Il Po può davvero contribuire a salvare il mare» – ha affermato Giorgio Zampetti, direttore generale dell’associazione ambientalista.

Con PoSalvaMare, il fiume più lungo d’Italia diventa protagonista di una rivoluzione ambientale dal respiro nazionale, dimostrando che la lotta all’inquinamento da plastica inizia da terra, da chi ogni giorno vive e protegge il proprio territorio.

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